Profughi e popolo

Pubblicato il 15 settembre 2016, da Politica Italiana

“Le Terme insorgono” titolano i quotidiani, alla notizia di un possibile utilizzo della struttura Roc per ospitare i profughi. Gli albergatori la ritengono incompatibile con l’immagine turistica di Abano. A Giarre, che propriamente zona turistica e termale non è. Verrebbe da dire: avete accettato in silenzio che il comune fosse luogo di mercimonio strutturale. Addirittura è stato rieletto il Sindaco che è stato protagonista di quella stagione, l’opinione pubblica essendo sufficientemente informata su chi andava a rieleggere. L’immagine di Abano è stata rovinata dal dimostrarsi di essere un comune simile a comuni mafiosi più che dalla possibile presenza di profughi.

Ma il fatto è che sono tutti contrari. Anche la candidata sindaco del PD, persona di elevata sensibilità sociale ed impegnata nel volontariato. Bisogna guardare in faccia alla realtà. La solidarietà come sentimento non basta. Merkel in Germania ha tenuto fermo il principio del valore dell’accoglienza e della salvaguardia della vita umana. E’ stata duramente punita dall’elettorato.

C’è un problema enorme che la sinistra deve saper affrontare. Per la destra è più semplice: padroni a casa nostra, stiano a casa loro, sono mantenuti negli alberghi, ci tolgono il lavoro, ecc. C’è un drammatico racconto della figlia di un emigrante veneto in Brasile alla fine dell’800: lo zio viene ucciso da un gruppo di negri che accusava i veneti di togliere loro lavoro…Non può esserci una separazione troppo forte con il proprio popolo. Se i nostri sindaci, a contatto con la gente, si ribellano all’uso di strutture nel proprio territorio non possiamo far finta di niente. In Germania il grande successo dell’Alternativa per la Germania è dato dallo spostamento del voto operaio. Grillo, grande annusatore della pancia del paese, sul tema dell’immigrazione ha coltivato sempre parole d’ordine di chiusura. Non si può affrontare la conseguenza di una emigrazione globale, la conseguenza della guerra mondiale a pezzi di cui ha parlato Papa Francesco, con gli strumenti ordinari. Certo ci sarebbe bisogno di una iniziativa della comunità internazionale, anche se noi facciamo finta di dimenticare che in Africa ci sono campi profughi con milioni di persone di cui nessuno si è occupato.

Ma intanto occorre uscire dalla logica dell’emergenza da noi. Va bene accogliere, va bene pretendere una maggiore solidarietà europea, ma poi bisogna contrastare con azioni concrete e innovative alcune idee e sentimenti che circolano nell’opinione pubblica. Ci sarebbe veramente da far leggere a tutti il bel libro dei nostri Stefano Allievi e Giampiero Dalla Zuanna “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”: una miniera di dati, di informazioni, di chiarimento sui luoghi comuni, di indicazioni su concrete politiche. Resta il fatto che tra persone per bene e generose, che non sono né razziste né xenofobe, cresce un sentimento di rifiuto, non sono più disponibili ad accettare le cose che vedono. Metto qui in fila le cose che sento in giro.Immigrati: centro rifugiati, da noi stranieri Tiburtina

Saranno profughi, ma li vedo tutto il giorno in giro con giubbetti firmati (saranno taroccati) occhiali da sole pure firmati, telefonini dell’ultima generazione, ecc. Chi paga, come hanno queste cose, ma allora non è vero che non hanno niente, ecc.” Bisogna saper rispondere con chiarezza. Perchè le immagini del salvataggio in mare commuovono le persone per bene, ma poi vedono un’altra realtà. Non vedono magari la situazione incivile di tante strutture di accoglienza. C’è la questione centrale del lavoro. Chi è ospitato deve dare qualcosa in cambio. Anche per la sua dignità. Le regole non lo consentono? Vanno cambiate le regole. Ci sono dei vincoli internazionali? Pazienza, si agisce lo stesso. Perché si sarebbe nel giusto. Accoglienza e responsabilità di chi viene accolto. Cose innovative e non casuali. Grandi campi di lavoro per la manutenzione del paese. Se ci sono italiani disponibili a lavorare alle stesse condizioni c’è lavoro anche per loro. In attesa dell’eventuale riconoscimento e di un lavoro ordinario si deve agire in via straordinaria. Se questa fosse l’immagine che si trasmette dell’accoglienza metà del rifiuto sparirebbe.

C’è un mucchio di gente che si arricchisce sull’accoglienza”. Purtroppo le notizie si ripetono: cooperative che sfruttano l’accoglienza prendendo più soldi di quelli che restituiscono in servizi, inserimenti malavitosi, tangenti, ecc. Non va bene. Nell’emergenza si sono sfruttate la disponibilità di chi si offriva senza andare tanto per il sottile, ma qui bisogna separare l’affare speculativo dall’accoglienza. Ogni notizia negativa in questo campo è un alibi perfetto per chiudere la propria coscienza ed alimentare la xenofobia.

Non rispettano le regole” C’è il problema del rispetto delle regole della convivenza. La gente tende a generalizzare. Non si può chiedere che conoscano tutte le distinzioni tra profugo, richiedente asilo, immigrato alla ricerca di lavoro, ecc. La gente vede una entità indistinta nei cui confronti crescono paure il più delle volte irrazionali ma non per questo meno forti. In una società omogenea, con gli stessi stili di vita e valori della convivenza, è più facile essere tolleranti. Ma se la comunità si fa plurale, con idee, convinzioni, valori, stili di vita, usanze profondamente diverse occorrono delle regole più ferme, di rispetto reciproco, di rispetto di alcune regole nell’uso dei beni pubblici, nei diritti degli individui, ecc. Piccola delinquenza, spaccio abituale, immobili occupati che si trasformano in discariche a cielo aperto, abuso degli spazi pubblici, ecc. Da una responsabilità individuale diventa un giudizio collettivo che si applica a chiunque sia diverso. Ma sta alla istituzione impedire questa deriva. Regole chiare e chi non le rispetta non può far parte della comunità nazionale.

Il punto più alto della popolarità del Sindaco Zanonato a Padova fu con l’iniziativa del “muro” di via Anelli. Il Sindaco non accetta il “normale” degrado di uno spazio della città, lo spaccio come normalità a cui rassegnarsi, non usa l’alibi delle difficoltà giuridiche, si schiera dalla parte della gente che vuole vivere serenamente nel rispetto della regole, e inventa lo strumento straordinario del muro. Con le critiche sapientone degli intellettuali e delle anime belle che vivono in quartieri di qualità ed il plauso del popolo a contatto con la malavita ed il degrado. Pensiamoci prima che diventi tutto ingestibile.

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3 commenti

  1. wilmo
    15 settembre 2016

    Paolo, condivido tutto quello che dici, aggiungo anche il fastidio insopportabile della questua in ogni luogo, fuori dalla chiesa, dal cimitero, dalla farmacia, dal supermercato, dal parcheggio e via dicendo.
    Il fenomeno, da un punto di vista del consenso, mi ricorda le elezioni del comune di Corsico, dove da sempre aveva vinto il centro sinistra,era automatico, poi bastò che il sindaco consentisse un piccolo campo rom e perse.
    I cattolici impegnati in politica hanno davanti una scelta molto dura fra realismo e coscienza.


  2. Gaiandolfo
    2 novembre 2016

    …condivido molti passi dell’intervento…come cattolico condivido poi al cento per cento l’ultima frase…un augurio: che l’attuale sindaco (o presunto tale) faccia le valigie e tolga il disturbo prima possibile lasciando che a guidare la citta’ torni un politico padovano verace (perche’ no lo stesso Giaretta)?


  3. Gianadolfo
    2 novembre 2016

    …condivido molti passi dell’intervento…come cattolico condivido poi al cento per cento l’ultima frase…un augurio: che l’attuale sindaco (o presunto tale) faccia le valigie e tolga il disturbo prima possibile lasciando che a guidare la citta’ torni un politico padovano verace (perche’ no lo stesso Giaretta)?


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