Oltre le primarie

Pubblicato il 3 marzo 2017, da Realtà padovana

Le primarie usate come clava. Pro e contro, appelli, sottoscrizioni, accuse e controaccuse sui social. E se provassimo ad avere un approccio un po’ diverso? Le primarie sono uno dei possibili strumenti per preparare le elezioni. Possono dare buoni risultati come a Milano o risultati pessimi, come in Liguria per le regionali. O proprio a Padova tre anni fa. Non possono essere un fine.

Sul punto ci sono idee diverse, ma non è un motivo sufficiente per offrire uno spettacolo non proprio entusiasmante all’opinione pubblica. In questa materia non è che esista la verità assoluta. Per alcuni le primarie sono uno strumento necessario, per altri uno strumento usurato che sottrae energie alla imminente campagna elettorale. E bisognerebbe anche tener conto del mutato clima nel paese; occorre proprio litigare con insulti di vario genere?

Non è meglio guardare a tante altre cose che devono essere affrontate e prendere atto di una diversità di opinioni sul punto? Consiglio a tutti un piccolo esercizio di autocoscienza. Andate a vedervi la rassegna stampa dell’ultimo mese e vi accorgerete che non vi è un solo rigo sui motivi per cui un elettore non dovrebbe votare Bitonci: paginate metodologiche, di racconti di sé, di dibattiti e divisioni interne. Su un progetto per Padova manco una riga.

Cosa resta all’opinione pubblica, quella normale, che non si interessa molto di politica e però qualche pensiero sulla propria città ritiene doveroso farlo? Resta che (se per caso se lo fosse dimenticato) la sinistra ha una straordinaria propensione a litigare e a dividersi, mentre Bitonci almeno formalmente ha riunificato la sua maggioranza.padovamunicipio

E poi va bene la passione ma un po’ di ragione bisogna pure metterla in campo. Si dovrebbero fare primarie di coalizione. E bisogna che nella coalizione che si vuole costruire per battere Bitonci tutti siano d’accordo. Non è così. Perché non sono d’accordo i partiti di centro. Non è d’accordo l’associazione “Amo Padova” che sosterrà una lista civica a favore di Giordani Sindaco. L’altra sera alla presentazione vi erano 200 persone. Sono cittadini di serie B della cui opinione non bisogna tener conto? Il PD, almeno la sua maggioranza, ha spiegato perché non ritiene opportune le primarie: poco tempo, eccesso di divisioni, ma ha confermato la volontà di mantenere il rapporto politico con Coalizione civica. Devono tutti sottomettersi ad un diverso, ancorchè legittimo, parere?

Ripeto ciò che ho detto in passato. Per fare primarie di colazione ci vorrebbe un programma di massima condiviso, idee convergenti. Si è parlato molto della validità del metodo perseguito da Coalizione Civica. Non lo nego, ma resta il fatto che, salvo errori, a nessuno che non ne faccia parte finora è stato possibile sapere cosa contenga questo programma. Come si fa a fare accordi senza la necessaria base unificante nel progetto per la città? Tre anni fa la mancanza di un programma condiviso fu il motivo (o l’alibi) della rottura a sinistra.

Perché continuare a litigare sul metodo? Quando per fortuna la legge elettorale dà lo strumento semplice per risolvere la questione. Perché il doppio turno non è altro che un sistema che include un primo turno di “primarie”. Abbiamo un’altra fortuna, che sono in campo due candidati largamente stimati, Giordani e Lorenzoni. Non esistono più grandi partiti capaci di unificare le visioni e bisogna prendere atto che nell’articolato schieramento progressista per alcuni il nome migliore è Lorenzoni, per altri Giordani. Ognuno legittimamente fa riferimento al pezzo di città che conosce meglio, agli ambienti che frequenta e può avere opinioni diverse sul rendimento elettorale del candidato per cui si sente più in sintonia.

Se ci si vuole un po’ più di bene (sì, uso questa parola che non deve essere estranea alla politica) e si coltiva un po’ più di stima reciproca si può affrontare con serenità il primo turno, ognuno dei due candidati (con i supporter che hanno alle spalle) dando il meglio di sé nel proporre le proprie idee, la propria esperienza, la propria personalità. Con una dichiarazione congiunta dei due candidati in cui ognuno si impegna a sostenere chi riuscirà ad andare al ballottaggio. Sono due persone per bene e ci si potrebbe fidare.

Non trascuro che c’è in campo anche M5S. Ma ho fiducia che con questo assetto si possa essere ancor più competitivi: Lorenzoni presidiando il confine elettorale su cui attraggono consensi i 5 stelle, Giordani quello dei delusi da Bitonci. Comunque meglio che questa interminabile diatriba sul metodo, che agli elettori interessa molto poco.

P.S. Il grande romanziere peruviano Vargas Llosa nel suo romanzo “Storia di Maita” fa dire ad un vecchio dirigente comunista negli anni ‘50, in un partito squassato dalle divisioni e dai frazionismi nonostante la feroce repressione militare e delle squadracce fasciste: “Quando si insegue la purezza in politica si arriva alla irrealtà”. Stiamo con i piedi ben piantati sulla realtà possibile. In ciò che può comunque unire, invece di coltivare le divisioni.

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6 commenti

  1. marco
    3 marzo 2017

    ma che discorso è? Facendo le primarie, si lascerebbe fuori chi non le vuole (Amo Padova, etc), non facendole, si lasciano fuori quelli che non le vogliono (Coalizione Civica, parte del PD). Qui non è questione di giustizia o non giustizia, ma una semplice scelta di interlocutori. Le primarie non sono un obbligo, ma non è semplice discussione di metodo: farle include qualcuno e non altri, altrettanto non farle. E’ stata fatta una scelta, non facciamo finta che sia qualcos’altro.


  2. marco
    3 marzo 2017

    refuso
    “si lasciano fuori quelli che le vogliono (Coalizione civica, parte del PD)”


  3. crotti carlo
    3 marzo 2017

    Caro Giaretta
    non mi è difficile condividere il tuo ragionamento, mi chiedo allora perchè Zan, Giordani e ultimo Dalla Zuanna a fronte della mail che qui sotto ti ricopio e che sottolinea un tema da mettere in programma, non abbiano MAI replicato.
    Il tema è il completamento dell’idrovia, nella previsione di coinvolgere il Ministero Infrastrutture.
    Spero converrai sul fatto che senza sicurezza idraulica del territorio, parlare di investimenti su questo o quel progetto diventa nel lungo tempo un azzardo. Alluvioni come quella del nov. 66 hanno una frequenza statistica di due nel arco di 100 anni ….
    Buona lettura
    C. Crotti

    COPIA (inviata 23 febbr.)

    Egr. ing. Giordani
    . ho appena ricevuto dal dr. Pandolfo il suo indirizzo mail e la ringrazio per avermelo fatto avere. Non ho nessun problema ad adeguarmi alla sua richiesta di vederci il 1 marzo.

    Mi permetta tuttavia anticiparle l’argomento che le sottoporrò. Mi auguro che in questa maniera lei possa riflettere con calma.
    Quando ci vedremo, aggiungerò altri motivi a coronamento.

    A mio modo di vedere la questione idrovia potrebbe essere usata a favore della sua candidatura.

    La Finanziara Regionale 2017 NON ha inserito tra le voci di spesa un bando per il progetto definitivo del canale. Abbiamo solo il preliminare, già in mano all’ass. reg. Bottacin fin dal 31 marzo 16. Converrà con me che in questo modo si rompe un iter procedurale e politico, che ha come primo obiettivo la sicurezza idraulica del territorio. (Che senso avrebbe mettere nel programma per le comunali investimenti in opere che prima o poi possono essere travolte dall’acqua ?)

    Che questa sia stata una scelta politica leghista – magari confortata dall’idea che qualunque prossimo disastro idraulico possa essere imputato a Roma e non a Zaia, dal momento che il Governo non ha mai stanziato i soldi necessari al completamento del canale – o che sia stata una necessità dovuta a tagli nei trasferimenti di fondi statali a favore della Regione, il risultato non cambia.
    Tutto resta fermo.

    Se invece consideriamo il fatto che l’idrovia è stata inserita da P. Costa nel Piano Regolatore del Porto veneziano e che il Cons. Regionale ha approvato quella scelta con una Delibera del dicembre 2015; come pure ricordiamo che per la nuova legge sui porti, la loro direzione passa sotto controllo ministeriale, io deduco – e mi auguro anche lei, caro ingegnere – che spetta a Roma trovare i soldi per il progetto definitivo.

    A detta di uno dei Soci di Salvaguardia Idraulica – associazione non-profit di cui sono tuttora il Presidente – di professione ingegnere, iscritto all’Ordine, la spesa a termini di tariffario si aggira sui 7 mln solo per i disegni.
    Una volta fatti – e solo quelli – noi conosceremmo anche il costo dell’opera e quindi la cifra che dovrà essere raccolta tra Roma, Bruxelles, Venezia….. e magari capitali privati interessati.

    Ecco, io le propongo di sollecitare un intervento del min. Del Rio, affinchè impegni il suo Ufficio nel finanziare il bando per il progetto definitivo.
    I molteplici aspetti politici che lei , come pure la parte politica che ora la sostiene, potreste ricavare , può dedurli da solo.

    In un momento in cui il PD si divide, gli elettori saranno favorevolmente colpiti da un candidato che dimostra di saper uscire dai soliti argomenti, somministrati dai soliti partiti. Apprezzeranno il fatto che possieda una luce propria e sappia indicare una strategia occupazionale e industriale per il futuro.

    Mi auguro di aver saputo suscitare qualche ragione per farla riflettere sul mio spunto. Se vorrà approfondirlo e mi permetterà di aggiungere qualche altro argomento, non meno significativo, quando ci vedremo, sappia che non avrei problemi ad affiancarla il giorno in cui decidesse di spiegare la cosa a Del Rio.

    La ringrazio dell’attenzione e la saluto cordialmente

    C. Crotti


  4. Nereo
    3 marzo 2017

    Solamente per sottolineare che ieri sera, a Camin, durante un incontro con i cittadini del rione e su sollecitazione di persone che l’idrovia/scolmatore l’ha vista nascere e mai terminare, Giordani ha detto che esiste una priorità sulla questione idraulica della città e sulla realizzazione del canale scolmatore. Nulla è possibile perché insoostenibie economicamente, la vecchia proposta dellìidrovia. Mi sembra, quindi, un interesse inportante da parte de candidato che va tenuto in considerazione e costantemente sollecitato sul problema.


  5. Paolo
    3 marzo 2017

    E’ un ragionamento molto singolare, che conferma che con questo modo di ragionare è impossibile fare primarie serie. O si fa come dico io oppure non ci sto. Non c’è nessuna esclusione, semmai una autoesclusione. Quando si fa una alleanza per combattere un rischio per il buon governo della città si devono accettare anche i punti di vista degli altri. Il PD, che pure dal punto di vista dei consensi sarebbe il partner più rilevante della coalizione anti Bitonci non ha imposto alcunchè, ha offerto una alleanza seria, una partnership rispettosa. Questo dovrebbe essere quello che conta.


  6. Paolo
    3 marzo 2017

    rinvio alla segnalazione di Nereo Tiso


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