Cicerone, De Gasperi…e Giordani

Pubblicato il 24 aprile 2017, da Realtà padovana

Con la presentazione delle liste dei candidati al Consiglio Comunale da parte delle maggiori forze politiche di Padova si precisa ulteriormente l’approccio alla parte finale della campagna elettorale.

Giordani ha allestito una lista civica certamente “pesante”.  Nei limiti in cui è possibile farlo in tempi di discredito della politica e di scarsa rilevanza dei Consigli Comunali. Buona è la lista del PD, con un mix di esperienza e novità e la presenza di persone che lavorano nei mondi vitali della città. Personalità interessanti non mancano in altre liste di sostegno e anche dalle parti di Lorenzoni ci sono belle persone che potranno dare un contributo. Dando per scontato con ottimismo che al ballottaggio ci sarà il necessario apparentamento.

Giordani ribadisce ogni giorno un refrain che mediamente piace ai cittadini che incontra, spesso diffidenti delle affermazioni tradizionali: “Io non sono un politico, non sono né di destra né di sinistra, il mio unico partito è Padova e non dovrò rendere conto a nessuno”.cicerone

E’ anche un artificio retorico, perché in realtà nella dimensione pubblica il modo di voler bene alla città (AmoPadova), perciò alla polis, è appunto la Politica. E da tempo i Sindaci, in virtù della elezione diretta e dei poteri straripanti che possiedono, insieme all’indebolimento delle organizzazioni partitiche, non rendono più conto ai partiti. Salvo far comunque la fine di Bitonci, se c’è un eccesso di arroganza, di istinto di comando da caserma che non c’è più neppure nelle caserme vere.

Sergio inconsapevolmente segue i consigli che il fratello Quinto Tullio dava a Marco Tullio Cicerone per la sua prima campagna elettorale per l’elezione a Console. Infatti gli diceva che tutte le mattine prima di uscire avrebbe dovuto ripetersi queste parole: “Sono un uomo nuovo, aspiro al consolato, si tratta di Roma”. Insomma duemila anni fa (siamo nel ’63 a.C.) funzionava pressappoco allo stesso modo.

Infatti era un uomo nuovo Cicerone, estraneo ai grandi circoli patrizi ed affermatosi in virtù della sua abilità di avvocato, che aveva sfruttato anche in processi a rilevanza pubblica, come il grande processo che aveva portato alla condanna di Gaio Licinio Verre, per le sue malversazioni e ruberie effettuate come propretore in Sicilia. Ed è un uomo nuovo Giordani, scelto per questa sua estraneità alla politica dei partiti. Partiti sempre più deboli in grande difficoltà nel produrre nuova classe dirigente (e questo è un tema su cui ritornerò in futuro, dopo le primarie).

Se Cicerone doveva pensare sempre a Roma Giordani ricorda e ci ricorda che lui ha in mente Padova, ed è per questo che si è candidato. Non che i suoi predecessori non avessero in mente Padova, se pur cittadellesi, magari. Però è bene mettere al centro l’idea di una città che deve assolutamente uscire (e se vuole può farlo) dal rischio di una spirale di declino. A cui il cittadellese non l’ha sottratta, previlegiando divisioni, inimicizie, opportunismi elettorali. Spettacolo da non ripetere.

Dunque anche artificio retorico in queste affermazioni di Giordani. Sì, però il bello è che è una retorica del tutto spontanea, che corrisponde ad una domanda di semplicità e verità che c’è nei cittadini. Poi la durezza del governo (che sono convinto toccherà a Giordani) imporrà anche la lezione della complessità dei problemi. Ma affrontarli intanto con la mente sgombra può essere utile.

Del resto per far le cose bisogna avere il consenso della gente e dalla gente farsi capire. Talvolta si cita a sproposito la celebre affermazione di Alcide De Gasperi: “Il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”. A sproposito quando si vuol lasciare intendere da qualche saccente che lo statista non si cura delle opinioni, delle paure, delle preoccupazioni del popolo per il giorno dopo. Ma De Gasperi con tutta la sua vita politica ha dimostrato che guardava al futuro ma era ben consapevole che per costruirlo le elezioni bisogna vincerle. E perciò si è sottoposto alla fatica del compromesso, dell’equilibrio politico, anche alla umiliazione della sconfitta ed alla necessaria ripartenza.

Sono partito dalle piccole cose padovane (piccole sul piano planetario, ma grandi per noi padovani) per arrivare a grandi esempi. Ma male non fa avere qualche ispirazione dai grandi della storia. Come diceva il buon Ugo Foscolo “a egregie cose il forte animo accendono le urne de’ forti”! E buon lavoro a tutti i candidati.

 

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3 commenti

  1. Anita
    24 aprile 2017

    Dire “io non sono un politico” non è un buon biglietto da visita, perché per governare la cosa pubblica bisogna essere un buon politico.


  2. Paolo
    26 aprile 2017

    Condivido naturalmente. Solo che in larghe fasce dell’opinione pubblica si è perso il significato positivo della parola Politica. Con la maiuscola. Siamo ai politici a loro insaputa!


  3. Andrea
    26 aprile 2017

    Attualmente in questa accozzaglia qual’è la campagna elettorale,dove uno dice tutto e niente, io come padovano,denoto una sincerità, positività, Buonsenso e un’aria nuova densa di grandi possibilità. Non neghiamoci che questo e’ un momento importante e irripetibile per la Nostra Padova, che Merita un sindaco intelligente, entusiasmante e pragmatico come Sergio Giordani
    Andrea


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