Leggi giuste e leggi possibili

Pubblicato il 19 luglio 2017, da Senza categoria


Che la legge sullo Jus soli sia una legge giusta lo conferma questo episodio che mi è capitato un po’ di tempo fa. In un bar della bassa padovana un ragazzino cinese serviva ad un paio di anziani pensionati un paio di buone ombre mentre guardavano una partita del campionato di calcio. Il ragazzino in perfetto dialetto veneto spiegava con competenza formazioni e tattiche . Un italiano a tutti gli effetti, per lingua, cultura e passioni. Italiano anche per il lavoro minorile.
Tuttavia per fare leggi giuste non basta volerlo. Occorre che via sia una maggioranza parlamentare in grado di approvarla. E che sia una maggioranza vera non forzata con i voti di fiducia. E, specie se si tratta di argomenti che toccano una larga sensibilità occorre anche che via una corrente di comprensione e di consenso nel paese. Questa è l’arte politica, costruire il consenso parlamentare, convincere il paese, comprendere i tempi giusti. Condizioni che nel caso dello jus soli al momento non ci sono e bene ha fatto Gentiloni a prenderne atto, consigliato, a quanto si è capito, dal Presidente della Repubblica.
Perché non sia un puro rinvio non basta proclamare che lo si farà in autunno. Occorre svolgere un lavoro politico.
Come ha ricordato Il direttore di Repubblica Calabresi: “La prima necessità è fare chiarezza con i cittadini e smontare falsità e luoghi comuni. Questa legge non ha nulla a che fare con coloro che stanno sbarcando sulle nostre coste, come propagandano i piromani della paura, che da settimane incendiano gli animi. Lo Ius soli non li riguarda, non verrebbe applicato a chi sbarca dai gommoni e se anche una di quelle donne è incinta, suo figlio non diventerà italiano perché manca il presupposto della permanenza legale della madre. Questa legge darebbe invece la cittadinanza a quei bambini che sono nelle nostre scuole, che parlano la nostra lingua, che fanno gli stessi giochi, tifano le stesse squadre e coltivano gli stessi sogni dei nostri figli.”
Un lavoro che non ė stato fatto, anche per il vizio di cui noi a sinistra siamo spesso prigionieri: partiamo da una certa idea di superiorità morale che da sola giustifica le scelte. Ma il paese è profondamente cambiato, piegato da una crisi anche di prospettiva e di fiducia. Bisogna tenerne conto. Si moltiplicano i segnali di insofferenza di tanti sindaci sulla sfida dell’accoglienza, anche sindaci bravi che credono nel valore della solidarietà. La pressione dei profughi resta forte. Non occorre aggiungere altri elementi di tensione. È una buona legge, ma ricordiamo che comunque l’accesso alla cittadinanza, sia pur più faticoso, c’è anche a legislazione vigente. Avere una legge con un paese incattivito non è un affare neppure per gli interessati

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2 commenti

  1. Francesco Nosella
    19 luglio 2017

    Condivido e aggiungo anch’io un piccolo episodio. Una decina d’anni fa, un punto informazioni dell’Ikea di Padova era presidiato da un giovane nero subsahariano. Una giovane donna bianca italiana gli si rivolge chiedendo: “scusi, lei parla italiano?” Risposta: “se vuole posso risponderle in dialetto bergamasco”…..


  2. Paolo
    19 luglio 2017

    Vero, ci sarebbero tanti esempi. Se la gente avesse più occasione di conoscere senza media ansio geni e senza lo sfruttamento ignobile di alcuni partiti ci sarebbero molte meno paure


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