Sono per la Repubblica delle Autonomie, perciò non voto per Zaia

Pubblicato il 12 ottobre 2017, da Veneto e Nordest

Siamo ormai a 10 giorni dalla data del voto del referendum. Quello che dovrebbe cambiare la storia del Veneto. Nientemeno. Non si può dire che ci sia un clima di grande tensione politica ed un dibattito elevato. C’è la scelta di Zaia di invadere tutti gli spazi comunicativi, con aggravio considerevole per le tasche dei cittadini, qualche arrogante tentativo di Sindaci leghisti di erigersi a podestà fascisti minacciando chi non si allinea, qualche patetico tentativo di qualche paron di offrire sconti sui propri prodotti a chi andrà a votare. A prenderli sul serio bisognerebbe parlare di voto di scambio, ma sarebbe esagerato…

Non ritorno sui motivi per cui non andrò a votare. Li ho già espressi qui

Pensando alla Catalogna non andrò a votare

Semmai mi hanno colpito le osservazioni di qualche dirigente e militante del PD: bisogna andare a votare e votare sì per essere ascoltati da Roma. Cioè siamo fermi a considerare il Governo (diretto dal PD) come un nemico di cui diffidare. Oltretutto neppure il PD veneto ha predisposto una piattaforma rivendicativa con il Governo: quali competenze dell’art. 116, quali finanziamenti, ecc. Tra l’altro è come se i 24 parlamentari veneti del PD non esistessero per orientare le scelte del Governo. Si asseconda una vulgata che fa comodo al leghismo senza alcuna controprova. Non avendo mai aperto una trattativa con lo Stato non si è in grado di affermare che lo Stato sarebbe avaro nel riconoscere le autonomie del 116. Anzi in Emilia Romagna la trattativa sta andando avanti con soddisfazione delle parti.

Comunque vediamo lo scenario possibile o meglio più probabile dopo il 22 ottobre. Facciamo finta che la maggioranza dei Veneti vada a votare e vinca abbondantemente il Sì. Cosa accadrebbe?

Possiamo immaginare di essere nel paese dei sogni. Che Zaia faccia ciò che non ha fatto finora: costruisca una proposta condivisa con tutto il Consiglio Regionale con una piattaforma per la trattativa con lo Stato ex art. 116. Che si metta in un rapporto di leale collaborazione con il Governo, magari chieda al PD (quello del Sì critico) di sostenerlo in questa trattativa.

Siccome non dobbiamo essere nel paese dei sogni accadrà ciò che la ragione e l’esperienza suggerisce. Tutta la propaganda di Zaia & c. è basata sul fatto che votando Sì il Veneto diventa come il Trentino Alto Adige e che ci terremo un bel mucchio di schei. Cosa non vera e non prevista dall’art. 116 della Costituzione. Dunque Zaia non può permettersi una trattativa onesta. Dovrà utilizzare il referendum solo per sparare contro il Governo, chiedendo cose che non sono previste dalla Costituzione. Di quel risultato e delle bugie raccontate diventerebbe lui stesso prigioniero. Come sta succedendo in Catalogna dove incauti populisti stanno preparando il disastro economico del proprio territorio se non uno scontro sanguinoso. Per fortuna da noi non siamo a questo ma il meccanismo è lo stesso.

Siamo però al punto che dopo il referendum inizierà di fatto la campagna elettorale. Governo in scadenza, propaganda politica. Altro che seria trattativa. Materiale di propaganda. In cui il PD (locale o nazionale) sarà naturalmente l’avversario.

Proviamo a vedere uno scenario diverso. Che non si raggiunga il quorum e che tra chi va a votare sia quasi totalitario il Sì. Potremmo sostenere che allora non si farebbe nulla? No, l’art. 116 della Costituzione resta ovviamente in vigore, così come il diritto delle regioni di utilizzarlo. Verrebbe solo sconfitta la propaganda di Zaia. E anche la pigrizia di chi si accontenta di qualche slogan per cui nulla cambi. Obbligando finalmente la Regione ad uscire dalla propaganda e a presentarsi con un progetto concreto di autonomia: materie, procedure, articolazione del decentramento regionale, soldi. E magari su questa piattaforma, effettuata la trattativa con il Governo, chiedere il parere dei Veneti con un referendum confermativo. Forse una strada troppo seria per piacere di questi tempi.

N.B. Per la verità ci sarebbe un altro scenario. Nella malaugurata ipotesi che vinca le elezioni politiche il centrodestra (ammesso che ci sia qualche vincitore…) possiamo essere certi che con la Lega al Governo non si farebbe nulla. Come è successo quando erano ministri Galan e Zaia. Argomento buono per la propaganda quando si è all’opposizione ma scomodo se si è al governo. Difatti gli unici passi in avanti sulla strada di una valorizzazione delel autonomie sono stati fatti con il centro sinistra al governo, con le leggi Bassanini e con la modifica del titolo V della Costituzione.

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2 commenti

  1. Mario
    12 ottobre 2017

    Qualsiasi sia il risultato del referendum, abbiamo speso denaro inutile.Sempre bisogna trattare con tutta la politica Veneta, quella di tutti i partiti per l’Art. 116 della Costituzione.


  2. mario
    14 ottobre 2017

    Ieri ho letto un articolo di Maurizio Lucca, pubblicato da “Lexitalia.it”.
    Credo che Tu lo conosca!
    In tale articolo viene illustrato il contenuto della L.R. n. 16/2014 che, all’art. 1 prevedeva: ““Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? Si o No?” (v. Catalogna). Ovviamente, la Corte Costituzionale ha dicharato l’illegittimità costituzionale di tale norma.
    La L.R. n. 15/2014 prevedeva cnque quesiti:
    “1. Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”
    “2) Vuoi che una percentuale non inferiore all’ottanta per cento dei tributi pagati annualmente dai cittadini veneti all’amministrazione centrale venga utilizzata nel territorio regionale in termini di beni e servizi?;
    3) Vuoi che la Regione mantenga almeno l’ottanta per cento dei tributi riscossi nel territorio regionale?;
    4) Vuoi che il gettito derivante dalle fonti di finanziamento della Regione non sia soggetto a vincoli di destinazione?”;
    5) Vuoi che la Regione del Veneto diventi una regione a statuto speciale?”.
    Salvo il primo quesito, tutti gli altri sono stati dichiarati incostituzionali dalla Corte!
    Ho pensato: come mai Zaia non dice niente delle proposte contenute nelle due L.R. nn. 15 e n. 16/2014?
    E, come mai i giornali non hanno dato praticamente alcuno spazio a queste notizie, che sarebbero sufficienti per smascherare il bluff di Zaia?
    Se non hai letto l’articolo, te lo invio. Ciao.


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