Chiacchiere o soluzioni per il commercio

Pubblicato il 15 febbraio 2018, da Realtà padovana

 

Il presidente di Ascom Padova si è molto adontato per il mio post d ieri sulla situazione del commercio. Replicando sul Mattino al mio post (grazie per la pubblicità) mi ha accusato più o meno di essere al soldo di Amazon e della Grande distribuzione. ora è evidente che un mio post non è in grado di spostare di un millimetro le scelte di consumo di un solo consumatore. Neppure a casa mia. Infatti io e mio figlio continueremo ad acquistare in rete quando ci sembrerà opportuno, mia moglie e mia figlia se ne guarderanno bene. Tuttavia è una reazione abbastanza esemplare. Presente in molti luoghi, anche in quelli della politica. E’ il classico guardare il dito che indica la luna. Il dito può anche non essere alzato ma la Luna splende lo stesso (se non ci sono le nuvole o la luna è piena). Dunque si può non descrivere la realtà che ho descritto ma quella è la realtà ed i problemi sono quelli. Vale appunto anche per la politica. Si può evitare ad esempio di criticare il proprio partito o il proprio leader. Ma è una illusione che questo alleggerisca i problemi. di solito piuttosto li aggravano.

Comunque qui di seguito la mia risposta

Il Mattino di Padova, 15 febbraio 2018

Il presidente di Ascom Padova Patrizio Bertin nel commentare un mio intervento su www.paologiaretta.it mi confeziona un ritratto parecchio lontano dalla realtà. Sarei una specie di lobbista della grande distribuzione o addirittura di Amazon. Per fortuna ho avuto in passato parecchie responsabilità che destituiscono di fondamento questo ritratto. Dall’esperienza ormai lontana di sindaco a quella più recente di parlamentare nessun atto ho compiuto in quella direzione. Al contrario ci sono agli atti giudizi di Ascom, a livello nazionale e provinciale, che hanno lodato l’equilibrio con cui ho condotto in Parlamento partite difficili, come quella della riforma del commercio, sempre rappresentando con una visione degli interessi generali gli interessi del piccolo commercio, come risorsa economica e anche sociale. Se c’è una rappresentanza lobbistica della grande distribuzione forse bisogna guardare dalle parti della Regione Veneto, che in questi anni ha concesso enormi superfici di vendita a questo settore.

Il punto è un altro. Si può far finta di nascondere le difficoltà, ma nascondendole non si risolvono. Possono piacere politicanti che promettono l’inverosimile, ma la profonda e strutturale modifica del sistema distributivo a livello planetario, appoggiata a sempre nuove tecnologie a disposizione del consumatore, è un dato di fatto che non si combatte con le chiacchiere.

Si combatte, o meglio si limita riconducendola ad interesse generale, costruendo una offerta diversa al consumatore offrendo beni relazionali, come dicono i sociologi, che il commercio elettronico non può offrire. E anche sfruttando le potenzialità del commercio elettronico, che non è detto che sia monopolio dei grandi. Pensare che sia un mio commento a incentivare o giustificare abitudini di consumo mi sembra fuor di luogo. Bertin legge certamente i report sulle abitudini dei consumatori, sa l’enorme sviluppo degli acquisti in rete, sa che per le fasce giovanili, i consumatori di domani, hanno ormai superato quelli fisici nei negozi. Saprà dai suoi associati quanti sono i giovani che entrano in un negozio, provano un capo d’abbigliamento di marca, e poi lo comprano in rete.

Con questa realtà bisogna sapersi misurare. Ho fatto qualche esempio di come si può cercare di competere in questo mercato globale. Offrendo contenuti innovativi. Le decisioni politiche e amministrative possono favorire e sostenere questa evoluzione. Però alla fine anche per il commercio conta ciò che accade per la politica. Se un politico è senza voti non può lamentarsi degli avversari, e se un commerciante è senza clienti deve pensare a cosa può fare, cooperando con altri, per conquistarseli.

Quanto al complesso di Due Carrare non so se si farà. Però è un esempio di evoluzione della grande distribuzione che sotto la pressione del diffondersi dell’acquisto in rete progetta di costruire una offerta diversa al consumatore. Se avrà successo o meno non lo so, non è il mio mestiere. Però tenta di organizzare una risposta. Io penso che la possa organizzare anche il commercio al dettaglio. Se non si illude che i no ai concorrenti siano una risposta sufficiente.

 

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