Al lavoro e alla lotta. Per la Costituzione

Pubblicato il 28 maggio 2018, da Politica Italiana

Prepariamoci. Il clima sarà da guerra civile. Si spera solo per la violenza delle parole e non per altro. Ma sarà un attacco inusitato alle convenzioni democratiche, agli organi costituzionali. Una fazione, con una congiunzione strutturale M5S e Lega alla ricerca del potere assoluto. Senza i limiti ed i contrappesi che la Costituzione contiene.

Il Presidente della Repubblica ha descritto con parole ferme, semplici e decise ciò che è successo. Una prova di forza di leghisti e pentastellati  per dimostrare che la Costituzione può essere di fatto violata. Che ci sono dei nuovi padroni. Che l’unico popolo che conta è quello che è d’accordo.

Bisogna essere consapevoli che ci attendono tempi drammatici. In cui gli anticorpi si sono molto indeboliti. Sarà una campagna elettorale basata sule fake news. Bisogna tornare ai fondamentali, senza accettare alcuna distorsione della verità.

Hanno impedito il Governo del popolo? I dati elettorali parlano d’altro. Perché Lega e M5S hanno preso 16.390.000 voti su 46.500.000 elettori aventi diritto al voto e 33.923.000 italiani che hanno depositato la scheda nell’urna. E non hanno esattamente scelto questo Governo, che non si è presentato agli elettori con questa formula. Infatti secondo i sondaggi di Pagnoncelli, per quel che possono servire, circa un quarto degli elettori leghisti e pentastellati non gradiscono questa formula di governo. Non sono stati investiti dal Popolo. Ne hanno metà scarsa. Che in parte ha votato con le promesse dei pentastellati che non avrebbero fatto maggioranza con nessuno e dei Leghisti che sarebbe andata la destra al governo. E l’altra metà ha diritto di parola, di rispetto e di considerazione. Soprattutto ha il diritto al rispetto della Costituzione. Avrebbero potuto fare un governo, avendo i numeri (scarsi) in Parlamento, ma rispettando la Costituzione.

Non è che non si sia fatto il Governo per il veto di Mattarella su un ministro. È vero il contrario. Non si è voluto fare il Governo pensando che le molte divisioni sotterranee, le difficoltà oggettive, avrebbe reso difficile mantenere le promesse. Perché nessun ministro può essere così importante. Nessuno avrebbe potuto impedire l’attuazione del contratto. Con il presidente del Consiglio e tutti gli altri ministri scelti dai contraenti ed accettati da Mattarella. Si voleva un’altra cosa: o l’umiliazione del Capo dello Stato, per dimostrare che ci sono dei padroni assoluti o una campagna elettorale in cui sperano di diventare più forti. E Salvini spera di diventare più forte di Di Maio. Sulle spalle degli italiani.

Potrà anche succedere. Spetterà agli italiani assumersi le proprie responsabilità. Il merito di Mattarella è di aver tolto ogni alibi. Chinare la testa la prima volta per poi ritrovarsi a doverlo fare molte altre volte. Accettare ciò che la Costituzione non prevede. Umiliare non sé stesso, ma la Costituzione. Si voterà e gli italiani dovranno decidere. Pensando al proprio futuro, scegliendo l’intelligenza o le paure, lo spirito di realtà e dei veri interessi nazionali o l’illusione di essere come gli USA, senza la forza economica, militare geopolitica di una grande potenza. Capendo che quando hai una montagna di debiti se non trovi chi ad ogni scadenza te li rinnova a costi accettabili semplicemente non avrai i soldi per pagare stipendi e pensioni, altro che redditi di cittadinanza.

Il PD ha una grande responsabilità, insieme alle altre forze politiche. Finora è rimasto suonato dalla sconfitta. Non ha reagito. Ha fatto un errore grave a non sedersi al tavolo con M5S. Per spiegare al paese le diversità, per obbligarli a confrontarsi con la realtà. Purtroppo una parte dei dirigenti ha dimostrato di avere il fisico per le politiche dei like e non per i drammi della storia. Però nel PD, negli oltre 6 milioni di cittadini che ci hanno dato la fiducia, sta la forza morale e politica per opporsi a questa deriva democratica. Come perno anche di alleanze democratiche che vengono prima di divisioni programmatiche, risentimenti, egoismi di parte. E’ questa forza che va mobilitata con intelligenza, cuore, coraggio. Per parlare ai molti altri cittadini che non ci hanno votato ma che potranno farlo di fronte a questa scelta fondamentale.

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