Brutte storie che ritornano

Pubblicato il 16 giugno 2018, da Politica Italiana

Parlo dello stadio di Roma. Vicenda che non può essere banalizzata. Darò fastidio a qualche mio “amico” di Facebook a suo tempo inflessibile con il PD, diventato improvvisamente tollerante: sono vicende minori, poi ci sono tutti, lasciateli lavorare, li attaccate perché siete invidiosi, ecc.

No, li attacchiamo perché sono cose vergognose. Chiunque le faccia. E perché sono indicative del grande imbroglio con cui si tratta l’opinione pubblica. Le responsabilità penali le accerteranno le inchieste. Ci sono posizioni molto diverse: quello di Forza Italia che chiede un contributo per la campagna elettorale, vendendosi in anticipo (potrò essere utile), quello del PD che chiede una assunzione per il figlio (non so se il figlio sia stato assunto ed in cambio di cosa), la pasionaria pentastellata Lombardi che riceve l’aiutino in campagna elettorale (naturalmente sarà stato a sua insaputa, era quella che voleva Bersani in ginocchio al tempo mitico dello streaming), il capogruppo M5S che si fa fare gratis un progettino (per sostenere la sua campagna elettorale, però in fondo a favore del comune, perché voleva sistemare il lungomare di Ostia.)

Quello che è emerso è sufficiente per dare un fondato giudizio etico e politico. Che va dato e non minimizzato. Perché è un coacervo di mala gestione, incompetenza, cattiva politica, presa per i fondelli degli elettori. E bene ha fatto l’assessore di Milano, rifiutando le profferte di Parnasi, a dire “non voglio prendere in giro i miei elettori”. Cosa di cui a Roma non si sono preoccupati.

Il Sindaco di Roma. Quousque tandem abutere patientia nostra avrebbe detto il senatore romano Cicerone. Commissariata da due parlamentari ora divenuti uomini di governo, commissariata dall’avvocato di fiducia del capo pentastellato Grillo spedito da Genova per intrallazzare a Roma. Con una Giunta ed un insieme di collaboratori alle prese ripetutamente con inchieste giudiziarie. Si limita a dire che ce l’hanno con lei perché è donna! Buche, spazzatura, trasporti, periferie abbandonate: colpa di chi c’era prima, vero, ma in due anni qualcosa si dovrebbe vedere.

Decisioni strategiche per il futuro della Capitale nelle mani di due personaggi: un palazzinaro che girava l’Italia cercando occasioni di fare affari corrompendo ed un avvocato, ripeto avvocato di fiducia di Grillo, che approfitta della situazione per fare pingui affari, distorcendo le scelte dell’amministrazione, Che partecipava senza alcun titolo ai tavoli delle decisioni governative, delle nomine di altissimo livello. E questo coacervo così viene descritto da chi sta indagando: “L’indagine ha consentito di individuare un Sistema riconducibile a Luca Parnasi, che ha fatto del metodo corruttivo verso esponenti istituzionali un significativo asset d’impresa. Un flusso costante di relazioni che, in una sorta di crescendo rossiniano, definisce un modello di corruzione sistemica, caratterizzata da un’opzione criminale insensibile ai mutamenti politici ed istituzionali”. Ricordate l’indignazione grillina (giusta) per Mafia capitale? Al punto da svillaneggiare Marino che sul punto non c’entrava nulla? Adesso si vorrebbe minimizzare.

L’avv. Panzarone, intimo di Di Maio con cui concorda scelte strategiche per il Governo e le vuole concordare con il palazzinaro Parnasi. Il governo gialloverde preparato in una cena con Panzarone, Giorgetti e Parnasi? Il quale, afferma il Ministro degli Interni (!!!) Salvini, è una persona per bene. D’accordo, ha dato un contributo equivoco ad associazioni vicine alla Lega ma certo il Ministro degli Interni ha molti strumenti più di un cittadino per capire di chi si era fidato, ingolosito da un contributo economico alla Lega e poteva evitarsi questa frase infelice. Se può, naturalmente, perché può darsi che non possa. In buona compagnia con il suo compagno Di Maio che non contento della gaffe sui Sindaci (votate quelli dei 5 stelle che avranno un governo amico) rincara la dose motivando la nomina di Panzarone a capo dell’ACEA (una delle più grandi aziende italiane, quotata in borsa) con il fatto che bisognava ricompensarlo perché aveva dato una mano sullo Stadio…Voto di scambio.

E poi la doppia verità come regola. Ai cittadini si ammannisce una verità accuratamente selezionata dall’uno di noi a onestà, onestà. Ma per chi conta la verità è un’altra: si coltivano gli eterni interessi dei palazzinari romani, degli avvocati intrallazzatori, insomma dei disonesti. Gli interlocutori sono sempre gli stessi, si recupera perfino Bisignani, già noto alle cronache di tangentopoli come il curatore degli interessi del mondo andreottiano romano.

E chi non è d’accordo? Semplice, lo si espelle dal Movimento. Come l’assessore che voleva un progetto che tenesse conto degli interessi dei romani e non dei palazzinari, il consigliere comunale che sollevava obiezioni a cui non si dava risposta. Perché alla fine ciò che conta è il mantenimento del potere. A qualsiasi costo. Fare lo stadio è popolare, anche se contraddice a molti degli impegni assunti in campagna popolare. Anche se ne guadagna di più il privato che il pubblico. Anche se si collude con corruttori,

E dovremmo stare zitti? Le persone oneste non tacciono. Anche perché questi metodi rischiano di essersi installati nel governo della Repubblica.

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1 commento

  1. Bruno
    17 giugno 2018

    Caio Paolo, corsé ti ricrderai di me ma non importa, continua così continua così..sei l’unica voce che leggo con attenzione.
    Però ho la netta sensazione che quest’Italia a 5 stelle (evidentemente un albergo extra lusso per loro) c’è la terremo X un bel po’.. sono troppo bravi con la rete dove non hanno contraddittorio.
    Buon lavoro.. Bruno De Luca


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