Per Padova il primo compleanno

Pubblicato il 11 giugno 2018, da Realtà padovana

Nel Veneto il PD perde seccamente al primo turno Vicenza e Treviso. Per Padova onore al Sindaco di Piove di Sacco Davide Giannella che vince avendo il vento contro. Se il PD soffre sarà bene che anche i pentastellati ragionino, sono andati peggio del PD. L’alleanza con la Lega e la subordinazione culturale fin qui dimostrata li danneggia.

E allora festeggiamo ciò che abbiamo. Perché il tempo vola ed è già passato un anno dalla vittoria che consentì di riportare Padova al centrosinistra con Giordani e Lorenzoni. Cosicché Padova resta purtroppo l’unico capoluogo insieme a Belluno (Sindaco civico che del PD era ma che il PD rinnegò) ad avere una amministrazione progressista.

Anniversario importante perciò. Ma per guardare avanti. C’è un fatto molto positivo che non era per nulla scontato. La maggioranza ha tenuto bene. L’argomento delle possibili divisioni non era solo un argomento polemico dei nostri avversari, con l’evocazione di tremendi scenari monopolizzati dai centri sociali e dal ritorno dei “comunisti”. Anche nella maggioranza c’erano timori che l’alleanza, anche alla luce delle diverse sensibilità emerse in campagna elettorale, fosse stata buona per battere Bitonci ma che sarebbe stata troppo fragile per governare. Ed invece ha retto bene. Con la pazienza di Giordani e la determinazione di Lorenzoni di far prevalere la sfida del governo rispetto alle posizioni astratte.

C’è un punto però su cui riflettere. La campagna elettorale fu accompagnata da un processo fortemente innovativo: Coalizione Civica, che poi ha gemmato anche la lista Lorenzoni, si era caratterizzata per una accentuata creatività dei processi e anche dei programmi. Idee nuove che circolavano, se vogliamo anche con una certa supponenza e con la presunzione che gran parte di ciò che era stato fatto prima avesse poco valore. E anche attorno alla candidatura di Giordani si era sviluppata una iniziativa civica di un certo peso e presenza in campagna elettorale con Amo Padova.

La domanda è: perché di quella creatività è rimasto poco? Perché è difficile trasferire da proposte astratte a fatti concreti idee nuove. E bisognerebbe sempre avere l’umiltà di riconoscere che se delle cose che appaiono così belle e semplici non sono state fatte prima non è detto che sia per l’insensibilità e l’incapacità di chi ha governato ma piuttosto perché sono difficili e non così popolari.

Però quella tensione creativa va ripresa. Perché non basta il buon governo. Occorre anche l’anticipazione di futuro, una narrazione di città in cui riconoscersi. Il cittadino ha anche bisogno un po’ di sognare. Di intravedere la bellezza della città possibile. Perché se non c’è questa apertura restano le chiusure. Tutto ridotto alla dimensione della paura dell’immigrazione e della sicurezza, che Bitonci non aveva risolta, ma raccontato. Oppure ai consueti no, perché se il cambiamento non viene avvertito come cammino verso il futuro, con un percorso condiviso, prevale la conservazione. Perciò no al tram, senza preoccuparsi delle conseguenze per la qualità dell’aria o no al recupero della “cattedrale” in corso Australia, senza preoccuparsi del fatto che se non intervengono i privati quella cattedrale semplicemente sparirà travolta dal degrado.

Lo spazio ci sarebbe, perché le trasformazioni sono avviate, ci sono punti di cambiamento della città. Caserma Piave, Prandina, nuovo e vecchio ospedale, area Boschetti, possibile rigenerazione di aree periferiche. Bisognerebbe rileggere i programmi, estrarne gli aspetti innovativi, tradurli in delibere attuative. Con una visione da proporre alla città. Perché i quattro anni che mancano al rinnovo passeranno altrettanto in fretta. Occorre che questi cambiamenti avvengano all’insegna della bellezza e della contemporaneità.

Faccio un esempio riprendendo una proposta fatta in campagna elettorale da Amo Padova. Ogni giorno migliaia di studenti e lavoratori escono dalla Stazione e si indirizzano verso Piazzale Boschetti e gli istituti universitari. In certe ore del giorno un flusso pedonale ininterrotto che ostacola la fluidità del traffico. E una passeggiata su una serie di brutture periferiche. Eppure basterebbe immaginare un percorso pedonale e ciclabile sopraelevato, utilizzando la piastra degli istituti bancari che congiungerebbe la stazione e il futuro parco Boschetti. Un percorso ben arredato con arredo verde e segni di qualità artistica. Una bella presentazione della città, un miglioramento della mobilità. Una passeggiata anche per i turisti diretti alla cittadella museale. Sarebbero concreti segni di cambiamento.

Chi può dare maggiore creatività all’attività amministrativa? Lo dico per esperienza. Sindaci ed Assessori finiscono sempre per essere prigionieri della quotidianità. Troppe sono le scadenze e le emergenze quotidiane. Occorre che riprendano il loro ruolo partiti e associazioni. Anzi Partito perché il PD sarebbe l’unico partito rimasto se non si rassegna alla scomparsa, e poi i movimenti civici che accettino di misurarsi con la concreta sfida del buon governo. Non perdiamo l’occasione, perché il tempo passa davvero in fretta.

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1 commento

  1. raffaele
    11 giugno 2018

    sottoscrivo in pieno…non riesco mai ad essere in disaccordo con il Sen. Giaretta!!


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