Bugie dalle gambe corte ma con danni molto lunghi

Pubblicato il 28 novembre 2018, da Politica Italiana

Il dibattito pubblico è concentrato sulla manovra economica. Sugli evidenti imbrogli con cui da parte del Governo si sta cercando di nascondere la verità dei fatti: un paese che non cresce, l’insostenibilità delle promesse.

Una efficace comunicazione e la mancanza di una alternativa politica potrà anche convincere una parte degli elettori. Ma quando gli imbrogli sono grossolani non potrà convincere chi per dovere deve maneggiare con serietà i numeri.

Pensare di convincere la Commissione Europea e chi decide di investire o non investire sul finanziamento del nostro debito (che esiste perché lo abbiamo fatto ed intendiamo accrescerlo…) quando per miracolo nel giro di una settimana si passa da una previsione di 600 milioni di euro a 18 miliardi come stima della vendita di beni pubblici in un anno, una cifra pazzesca, non si può pretendere di essere presi sul serio.

Quando si continua ad insistere che non si arretra di un millimetro sulle promesse fatte per il reddito di cittadinanza non si può poi pretendere di essere creduti sulla serietà della manovra. Quando gli stessi grillini hanno stimato nel loro programma elettorale il costo in 15 miliardi, previsione comunque ottimistica e in manovra ne mettono solo 7. Sarebbe più serio dire che si inizia con i soldi che ci sono, spiegando quali saranno le priorità.

Gli esempi potrebbero continuare ma ci sono due aspetti che dovrebbero preoccuparci di più. Perché dipendono dal contesto internazionale e dipende dallo stato del sistema paese più che dalle insufficienze del governo. Di cui però il governo dovrebbe oltremodo preoccuparsi.

Contro le baggianate sovraniste diamo un’occhiata a dove sta avvenendo la crescita nel mondo: in Cina per il 35,2%, in USA per il 17,9%, in India per l’8,6%, in Europa tutta insieme per il 7,9%. Il faro russo a cui i sovranisti italiani e non guardano con speranza contribuisce per l’1%. Questo è il panorama e si vorrebbe promettere una Italia che gonfia i muscoli e spaventa tutti…? E con una Europa più debole contiamo ancora di meno. Cosa che va benissimo a USA e Russia, forse un po’ meno alla Cina, che guarda più al futuro.

Poi c’è questo grafico che riporta un dato sintetico sulla competitività del sistema paese. È la misura della produttività del lavoro. Rispetto al 2000 in Italia è calata di 5 punti. Dopo il 2007 si era un po’ ripresa, ma poi è tornata giù e lì si è fermata.  Eravamo bassi, siamo più bassi. In Germania è aumentata di 12 punti, in Francia di 13, nel Regno Unito di 15.

Questo dato dovrebbe essere al centro della cura del Governo. Altro che manovra espansiva. Non c’è un solo euro destinato a queste finalità. La competitività è data da molte componenti. La formazione del capitale umano (soldi non ce n’è ed in più c’è una predicazione quotidiana contro il valore della scienza, dei saperi, delle competenze), il sistema delle infrastrutture (tutte bloccate, tranne la TAP ma è stato il prezzo pagato a Trump per potersigli sedere a fianco e ricevere una parola di incoraggiamento…).

C’è l’investimento su ricerca, innovazione, sviluppo del sistema produttivo. Per unanime giudizio di tutto il mondo economico la manovra non contiene nulla in questo campo e disinveste sul coraggioso progetto Industria 4.0 messo in campo da Calenda con il governo Gentiloni.

Questo è quanto. Il resto sono chiacchiere che appassiranno, ma chiacchiere che stanno facendo danni gravissimi. Al benessere degli italiani. Quello economico, ma anche quello psicologico. Perché aizzare quotidianamente rancori, odio, disprezzo di chi è diverso da te crea ulteriore incertezza, sfiducia, paura.

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