Conti (Conte), sicurezza e profilattici

Pubblicato il 23 novembre 2018, da Politica Italiana

Siamo sull’orlo di un baratro. Dovrebbe esserci chiaro. Già oggi, con lo spread a questi livelli, abbiamo caricato il prossimo bilancio di 2 miliardi di euro per pagare gli interessi, soldi sottratti a investimenti a favore degli italiani. I Bot rischiamo che non li comprano più gli italiani, figuriamoci gli investitori esteri. L’economia si è di nuovo fermata. Siamo isolati in Europa. I primi ad opporsi ad ogni comprensione nei confronti dell’Italia sono i cosiddetti sovranisti, dall’Austria all’Ungheria.

Pensiamo di cavarcela con delle battute. Salvini parla della letterina di Babbo Natale.

I francesi potranno anche stare antipatici ma come non condividere le parole di Moscovici: “Non mi sono messo il vestito rosso o la barba bianca e non sono Babbo Natale: sono il commissario agli Affari economici e finanziari e penso si debbano trattare queste questioni con rispetto reciproco, serietà e dignità. Non con disinvoltura e un’ironia che stride. È importante per gli italiani e per tutti gli europei. Diamoci da fare perché c’è tanto lavoro in questa situazione che nessuno ha voluto. Certo non noi. Il dialogo non è un’opzione, è un imperativo necessario più che mai”.

Un uomo di Sato. Quello di cui avremmo bisogno. Anche perché dovremmo sapere quello che succede quando si è vicini al default. È capitato alla Grecia: blocco nei depositi dei conti correnti, taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici e delle pensioni, licenziamenti, ecc. Arriva il momento che le battute sono finite ed iniziano i drammi.

Se guardiamo anche ai compiti specifici del Ministro degli Interni un osservatore che non sia fazioso può ricavare dalla lettura dei quotidiani e dall’ascolto dei notiziari che crimini, rapine, furti, stupri, violenze, spaccio ci sono come prima, nonostante le incaute promesse del Ministro Salvini, che del resto dedica molto più tempo a gestire la sua immagine di leader politico che al lavoro diuturno e silenzioso di Ministro degli Interni.

Ma quell’osservatore non fazioso, a cui Salvini comunque non piace, dovrebbe anche chiedersi: ma perché nonostante l’assenza di risultati, nonostante i disastri che sta facendo il governo, per incompetenza di alcuni e per divergenze politiche radicali nella maggioranza, il consenso di Salvini è così alto?

I motivi possono essere molti. Uno è la nettezza nella scelta dell’agenda. Dice: ho capito le vostre paure e io faccio tutto il possibile per affrontarle. Do voce alle vostre paure, sono dalla vostra parte. Do voce alle molte cose che si dicono per i bar del paese (ed ora sui social). E i risultati? Molti italiani sembrano essere indifferenti ai risultati, basta loro essere capiti.

In fondo successe così con il famoso muro di Zanonato in via Anelli a Padova. Di fonte al diffondersi di uno spaccio che rendeva impossibile la vita dei cittadini Zanonato disse: non ho le forze da solo per risolvere questo problema, ma tutto quello che è nei miei poteri lo faccio, anche con lo strumento di un muro. Si prese le critiche dei radical chic, dei senza se e senza ma, ma fu il punto più alto del proprio consenso. I cittadini capirono.

Non è altrettanto chiara l’agenda del PD, dalle molte voci e dalle molte incertezze. Per essere competitivi bisogna ricostruirla questa agenda, chiara, netta, comprensibile. In teoria un congresso dovrebbe servire a questo, speriamo.

Un esempio piccolo ma significativo. La deputata del PD che strilla perché i 5 stelle hanno bocciato il “suo” emendamento per i preservativi gratis e ne hanno presentato uno eguale. Ma in che mondo vive. Non sa come funzionano le cose? La maggioranza ha i suoi diritti. Se invece di lamentarsi avesse detto: “sono contenta che i 5 stelle abbiano come me capito l’importanza del problema” poi quando il leghisti hanno posto il veto avrebbe potuto dire “i 5 stelle hanno come al solito ceduto ai diktat leghisti”.

Ma poi entrando nel merito. La deputata Giuditta Pini trasecola: “Ma come, ho passato tutta la campagna elettorale a distribuire preservativi gratis ai giovani”. Appunto, capirai… La educazione sanitaria in materia delle malattie sessualmente trasmissibili è un problema serio. Ma perché si pensa che tutto debba derivare da una legge statale? C’è la competenza primaria delle regioni e può avere un senso dentro un progetto educativo che non può che nascere dal territorio. Non basta la distribuzione gratis, poi fino a 26 anni. Fino a questa età non si è uomini fatti capaci di assumersi delle responsabilità? E dovrei andare in farmacia con la dichiarazione ISAE? Ecco si rischia di vivere in un altro mondo, prigionieri di particolarismi senza riuscire ad esprime una visione generale. E lì si è puniti. Questione d’agenda, appunto.

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