Governo delle gaffe, a quando i fatti?

Pubblicato il 14 novembre 2018, da Politica Italiana

Va bene, le gaffe possono capitare a chiunque. Però dovrebbero capitare di meno a chi si è assunto il ruolo di Ministro, avendo tra l’altro a disposizione costosissimi staff preposti alla comunicazione.

Il Ministro dei lavori pubblici straparla di un tunnel del Brennero che sarebbe utilizzato dagli imprenditori (sic) e il tunnel è inesistente. Il grave è che intanto blocca un progetto internazionale per la realizzazione di un tunnel ferroviario essenziale per riunire il nord est produttivo ai grandi mercati europei. Trasferendo il traffico dalla strada al ferro: non dovrebbe essere l’obiettivo strategico di un governo del cambiamento?

La Ministra per il Sud straparla di un controllo a 370 gradi sulla informazione scientifica. Capita e non è così importante, il fatto che rileva non è la trasformazione della geometria ma il fatto che alla fine si pensa di controllare la comunità scientifica, con una informazione controllata dal potere politico.

Il Vicepresidente va in Cina, cerca di spiegare il reddito di cittadinanza (sai che interesse per i cinesi) e sbaglia il nome del leader cinese. Avendo alle spalle fior di ambasciatori poteva prepararsi un po’ meglio.

Lasciamo stare affermazioni di sottosegretari come “Il terrorismo islamico non esiste”, “L’uomo non è mai stato sulla luna”, “I vaccini sono un Trattamento sanitario obbligatorio per i nostri bambini”, ecc. Erano però almeno precedenti all’assunzione della carica.

Aspetti secondari? Sì, non sono queste gaffe che incidono sulla vita dei cittadini, e tuttavia sono l’indice di una superficialità, di una trascuratezza, di una incompetenza che poi si trasferisce sulla attività amministrativa e sulla capacità di risolvere i problemi.

Pensiamo al Ponte Morandi a Genova, con affermazioni temerarie ed irresponsabili su tempi di ricostruzione. Al momento, e sono passati tre mesi, non è stato nemmeno approvato il decreto con cui si nomina il commissario straordinario e se ne definiscono i poteri. E sì che non si può parlare di un superlavoro del Parlamento: per il Senato 8 sedute in settembre e 11 in ottobre. Della famosa revoca della convenzione si sono perse le tracce e non si sa come procedere. I genovesi aspettano.

Non parlo della conduzione economico/finanziaria. Si gonfia il petto con la Commissione Europea, non si incontra nessuna solidarietà, neppure dai “sovranisti” che dovrebbero essere gli amici del governo gialloverde, si illude il popolo che questo sia segno di coraggio. Vedremo presto le conseguenze per le tasche degli italiani che saranno costretti a disilludersi (chi si è illuso).

Resta il fatto: perché di fronte a questo spettacolo (segni evidenti di incompetenza e pochissimi risultati) il consenso resta alto per il Governo? Chi non condivide le scelte del Governo dovrebbe interrogarsi su questo punto, a partire dal PD. Manca evidentemente nell’opinione pubblica il senso di una alternativa possibile. Così il consenso di destra si sta aggregando prepotentemente attorno alle Lega salviniana, M5S soffre e non si sa fino a quando potrà reggere alla prova della condivisione di responsabilità di governo. Il contratto è un foglio di carta velina quando si deve passare dalle enunciazioni generali ai fatti ed alle scelte concrete. Regge ancora al Sud, con la accattivante speranza del reddito di cittadinanza: carità invece di diritto al lavoro.

Consiglio la lettura di un romanzo straordinario “M, il figlio del secolo” di Antonio Scurati sulla presa del potere del fascismo in Italia, in cui non c’è niente di inventato e tutto è documentato. Di come dai problemi irrisolti, dai rancori accumulati, dalle delusioni nasce la presa del potere di un movimento totalitario. Con il consenso dei cittadini. Scrive Scurati a proposito del crescente consenso a Mussolini all’inizio degli anni ‘20: “Tutta gente scossa nella propria fibra più intima da un desiderio incontenibile di sottomissione a un uomo forte e, al tempo stesso, di dominio sugli inermi. Sono pronti a baciare le scarpe di qualsiasi nuovo padrone purché venga dato anche a loro qualcuno da calpestare.”

Insomma qualcosa di simile c’è anche nell’Italia contemporanea, così diversa per tanti aspetti. Ma senza alternativa credibile ci sarà una deriva senza contrasto. Di questo si devono occupare i candidati segretari del PD, facendoci capire come intendono affrontare questa sfida non da poco.

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