Il governo dell’io non c’entro

Pubblicato il 2 novembre 2018, da Politica Italiana

Il Presidente del Consiglio dice che i dati negativi dell’andamento della crescita economica e dell’occupazione sono colpa di quelli che c’erano prima. Giustificazione tipica degli irresponsabili o dei bambini. Non sono stato io! È la prima difesa del bambino di fronte ad un rimprovero…

Va bene che non è ancora sicuro di essere davvero il Presidente del Consiglio ma comunque la fiducia l’ha ottenuta il 1° giugno, sono passati cinque mesi. Pochi certamente per contribuire a cambiare i fondamentali dell’economia, sufficienti però per creare gravi danni al paese.

Invece il suo Vice presidente Di Maio dice che con la finanziaria del popolo crescerà il PIL e crescerà la felicità. Francamente occorre dire che o è un bugiardo o è inadeguato in modo grave a reggere quella responsabilità, o anche tutte e due le ipotesi. A parte che vi sono studi importanti sulla correlazione tra PIL e benessere (piuttosto che felicità che per fortuna non dipende dalle scelte del potere ma è affidata alle scelte individuali) che mettono proprio in luce l’inadeguatezza del PIL per misurare lo stato di benessere di una comunità, il fatto è che dice questa cosa nel momento in cui l’Istat (sarà per questo che vogliono cambiare il presidente) certifica che purtroppo la crescita è ulteriormente raffreddata.

Ma c’è la parola magica: questa è una finanziaria espansiva. Se la fanno e se la dicono. Certamente è espansiva: della spesa pubblica, però non della crescita del Paese.

È ridicolo pensare che nel 2019 possa esserci significativa crescita con una manovra totalmente in deficit che non finanzia alcuno degli elementi che possono aumentare la produzione di ricchezza: investimenti, innovazione del settore produttivo, infrastrutture strategiche, ricerca, coesione sociale, mercato del lavoro dinamico, formazione, ecc. Davvero è espansiva una manovra che esaurisce le risorse disponibili per alimentare un condono fiscale, una uscita facilitata dalla vita lavorativa per un piccolo gruppo di pensionandi (con pesanti penalità) e un ancora imprecisato intervento per il reddito di cittadinanza?

Ci potrà essere un aumento della domanda interna di dimensione proporzionata all’effettiva erogazione del reddito di cittadinanza (quando, come, a chi?) ma questo aumento della domanda sarà compensato dal fatto che, come rilevano già gli indicatori, il clima di incertezza porta a rallentare i consumi di chi avrebbe un reddito ma si sente insicuro (a ragione, visti i comportamenti superficiali ed irresponsabili del governo).

Conte pensa di cavarsela dicendo che la colpa è di quelli di prima, ma purtroppo per lui sono i dati a sconfessarlo. Vediamo quelli che dipendono da lui, quei dati che quelli di prima avevano migliorato. Sul mercato del lavoro afferma un componente del suo governo, un sottosegretario leghista, che a fine anno con il decreto dignità si perderanno mezzo milione di posti di lavoro. Se lo dice lui, ed è quello che dicono le categorie economiche e buona parte dei dirigenti sindacali.

Poi ci sono i dati pesantissimi dell’aumento dello spread e perciò del costo per il bilancio dello Stato del pagamento degli interessi sul debito pubblico. Secondo i dati ufficiali della Banca d’Italia (ma loro dicono chissenefrega della Banca d’Italia) se lo spread resta ai livelli di oggi sono 5 miliardi in più per il bilancio pubblico nel 2019, nel 2020 arriviamo a 10 miliardi.

E c’è il danno per i risparmiatori, i cittadini italiani (il popolo, caro Di Maio) detengono direttamente 100 miliardi di titoli di stato (e ancora di più ne detengono indirettamente con fondi pensione, risparmio gestito, ecc.). Da maggio i titoli di stato con durata superiore all’anno si sono deprezzati dell’8%. Una perdita netta la cui responsabilità è esclusivamente di quelli di adesso al governo, non di quelli di prima.

Le quotazioni azionarie delle banche si sono ridotte del 35%. Chi credete che paghi questo stato di cose? Il risparmiatore naturalmente, chi avrà bisogno di credito, ne troverà meno e lo pagherà più caro. Gli investitori esteri hanno venduto titoli italiani tra maggio ed agosto per 82 miliardi e cittadini italiani hanno acquistato titoli esteri per 18 miliardi: gli stranieri non si fidano del governo italiano e gli italiani pure. Magari le tasse non pagate condonate dal governo saranno investite in titoli esteri…

C’è un grafico presentato dal Governatore Visco alla Giornata del Risparmio veramente impressionante: la misura perfetta dei danni procurati in pochi mesi da questo governo. Il grafico registra l’andamento del differenziale di premio assicurativo contro il rischio di inadempienza del debitore. Ebbene un indice che schizza all’insù da quando questo governo è all’opera con dichiarazione avventate e superficiali, provvedimenti sbagliati, promesse irrealizzabili in un quadro di tenuta della finanza pubblica. L’Italia e solo l’Italia si trova in questa situazione. Tutti gli altri paesi (governati a sinistra, al centro, a destra, non importa) sono in una situazione di stabilità. Irresponsabili! Altro che finanziaria del popolo e della felicità.

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