Il boom economico mancante e i bum del Di Maio

Pubblicato il 14 gennaio 2019, da Politica Italiana

Quante sciocchezze si devono ancora udire da un vicepresidente del Consiglio? Dopo il proclama sulla abolizione della povertà dai balconi di Palazzo Chigi ora Di Maio assicura che siamo alla vigilia di un boom economico.

Vigilia molto strana visto che sotto la guida del governo giallo bruno si registra purtroppo un drammatico calo della produzione industriale che compromette le troppo ottimistiche previsioni del Governo.

Ignoranza superficiale senza pudore. Non è che altri Ministri non abbiano mai rilasciato dichiarazioni ottimistiche sul futuro (mi ricordo le promesse di Giulio Tremonti e quelle di Berlusconi, e anche Renzi non si tirava indietro) ma un conto è l’ottimismo un conto la superficiale ignoranza.

Basterebbe al vicepresidente del consiglio qualche modesta ed agevole lettura, dall’ultimo libro di Aldo Cazzullo Giuro che non avrò più fame, l’Italia della Ricostruzione a quello di Guido Crainz, Storia del Miracolo italiano, oppure Enrico Menduni, l’Autostrada del Sole, per capire su quali presupposti politici, sociali ed economici si apriva un grande ciclo economico e come grandi opere potevano sostenere una visione generale dello sviluppo di una comunità.

C’era ad esempio tanta gioventù e tanta voglia voglia di futuro: nel 1961 l’età media della popolazione era di 33 anni e mezzo, contro i 44,9 di adesso; gli ultra 65 enni erano meno del 10% degli italiani, ora superano il 23%. Oggi gli italiani risultano essere i più pessimisti e sfiduciati di Europa. Negli ultimi 7 anni la produttività del lavoro in Italia è aumentata solo dello 0,14% all’anno, il dato peggiore tra tutti i Paesi europei dopo la Grecia. Nello stesso periodo, la produttività in Germania è cresciuta 9 volte di più, in Irlanda 40 volte di più. Nessun provvedimento del governo è orientato a correggere questo gap.

E la politica sapeva costruire comunità. Pur in un contesto di aspra divisione internazionale tra Oriente ed Occidente, sistema capitalistico e comunismo, che in Italia voleva dire la contrapposizione tra la DC ed i suoi alleati e l’opposizione guidata dal PCI l’appello della politica era alla fiducia e non al rancore, alla possibilità di modificare le cose con la mobilitazione sociale, l’organizzazione sindacale, i partiti di massa, le visioni di futuro, non l’avara propaganda del tweet e l’acquisto del consenso del giorno dopo eccitando rancori, divisioni, aspirazioni impossibili.

Giorgetto Giugiaro il grande designer di automobili ricorda in una intervista “momenti bellissimi di una bella epoca, la mia generazione è stata molto fortunata. Ma abbiamo sgobbato, e avevamo anche poche pretese e molto spirito di sacrificio, non come i giovani di oggi, così impigriti…mi spiace per il mio nipotino di 10 anni, vive attaccato al cellulare e non vivrà mai quello che ho vissuto io…”

Il sociologo Giuseppe De Rita ricorda: “”Un fatto di popolo, a cui piaceva crescere, e consumare. E nemmeno la stretta monetaria del ’62-’63 riuscì a strozzare quel tipo di sviluppo, che era forte e partecipato. Quindi il Paese ha continuato a crescere, a comprare auto, televisori, abiti, lavatrici… Poi, un nuovo miracolo: la moltiplicazione delle imprese, in 10 anni sono raddoppiate”.

Un’altra storia, evocarla in modo così superficiale dimostra una profonda inconsapevolezza della storia del nostro paese. Il rischio è di essere ricordato non tanto per il purtroppo inesistente “boom” economico ma per i” bum” di ironia provocati dalle sue affermazioni.

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2 commenti

  1. Alberto Vernizzi
    14 gennaio 2019

    Nello stesso articolo con le dichiarazioni di Giugiaro e De Rita sono state riportate quelle del tuo amico Piero Bassetti, purtroppo troppo poco valorizzato dalla DC dopo l’esperienza alla Presidenza della Regione Lombardia. Mi sembra che, nonostante i quasi 90 anni , la sua mente sia ancora lucida. Perché non lo inviti a Padova per una conferenza/conversazione come avevi fatto qualche anno fa????


  2. Paolo
    19 gennaio 2019

    Caro Alberto,
    hai buona memoria! Attualmente presiede una interessante associazione che si occupa dell’Italia e della sua immagine nel mondo. però alla sua bella età si muove poco…


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