Il capitano ammutolito

Pubblicato il 17 luglio 2019, da Politica Italiana

Facciamo un po’ il punto. Salvini è sfortunato. Non c’è alcun barcone in arrivo con cui distrarre l’opinione pubblica, eccitare l’odio contro capitane coraggiose, solleticare paure, xenofobie, maschilismi di ogni genere. Naturalmente oggi come ieri continuano ad arrivare barchini invece di barconi nel silenzio e nell’incapacità del ministro.

Il governo per la verità batte finalmente un colpo sul tema. Non con Salvini naturalmente, ma con il Ministro Moavero, che presenta ai partner europei un piano ragionevole. È passato però un anno e nel frattempo grazie a Salvini il governo italiano si è inimicato tutti gli interlocutori: i paesi che tengono all’Europa e i sovranisti e i nazionalisti della peggior specie, quelli a cui guarda Salvini ma che come lui campano di xenofobia e non vogliono né possono permettersi di immaginare politiche di cooperazione europea nel campo dell’immigrazione.

C’è la questione della Russia. Salvini fa il gradasso, derubrica a pettegolezzo. Di Maio un po’ fa la voce grossa un po’ minimizza. Il punto non è se i sodali di Salvini in Russia fossero dei millantatori o degli sprovveduti che giocavano un gioco più grande di loro. Non penso che l’ENI, player globale, abbia bisogno di farsi rappresentare in Russia da simili personaggi, Il fatto è che chi parla a nome della Lega è sempre stato usato da Salvini come suo rappresentante ufficiale, presente in tutti i momenti ufficiali e parla per chiedere soldi.

C’è una vergognosa commistione che Salvini pratica senza essere richiamato all’ordine dal Presidente del Consiglio tra ruoli ministeriali e ruoli di capo di un partito. Questi straparlano (ma riferiscono cose che evidentemente vengono dette dal Capitano in privato) di alleanza strategica con la Russia, di sgretolamento dell’Europa e delle alleanze dell’Italia. Con un danno colossale al nostro paese ed alla sua credibilità. Fatto sta che quelli che comunque chiedevano soldi a nome della Lega e prefiguravano scenari di politica estera del governo italiano quanto mai disdicevoli non sono stati sconfessati e Conte non può far finta di niente, e se ne sta accorgendo.

Poi c’è la questione Alitalia. Vedremo quanto costerà agli italiani il salvataggio di una Azienda che non riesce a stare sul mercato. Poste e Ferrovie ci mettono un sacco di soldi. Le Ferrovie invece di investire sul ferro e sullo stato pietoso dei trasporti pendolari sono costrette dal Governo ad investire su una azienda decotta, che oltretutto se funzionasse gli porterebbe via traffico. E lo fanno in compagnia di Atlantia, cioè quella azienda additata al pubblico ludibrio come covo di volgari malfattori in occasione della tragedia del Ponte Morandi. Dunque mentre si vorrebbe (ma non si fa) togliere una concessione in atto fuori dalle procedure giuridiche possibili si affida allo stesso gruppo una azienda pubblica. C’è un limite alla decenza per Di Maio? No.

Questo è ciò che offre la cronaca. Sullo sfondo insulti quotidiani tra gli alleati e un Governo che non è in grado di decidere alcunchè.

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