Non, non è la peste

Pubblicato il 26 febbraio 2020, da Politica Italiana

Di tutta questa vicenda del corona virus è difficile parlare. Ci sono tanti aspetti con elevato contenuto scientifico. Non resta che adeguarsi a quanto decidono le autorità competenti.

Semmai possiamo fare due osservazioni generali. Che il mondo è davvero globale e sono patetici i tentativi di far credere che non sia così. Le polemiche di Salvini confermano la bassa levatura del personaggio. Bloccare gli ingressi a chi? Ai cinesi? E perché non ai coreani, agli iraniani, ecc. Si compiaceranno gli italiani spaventati, però è un po’ ridicolo. In un paese che ha una superficie di 9 milioni di km quadrati, lungo più di 4000 km si capisce che la probabilità che sia un “untore” una che sta a 3000 km dai focolai è nulla. Anche il blocco dei voli dalla Cina è un provvedimento per tranquillizzare l’opinione pubblica, pochissimi sono i voli diretti e dunque un cinese può entrare provenendo da qualsiasi aeroporto del mondo. O in treno da Vienna o da Zurigo, per esempio.

Il secondo insegnamento è che se predichi le politiche di chiusura prima o poi paghi il conto. Così ora sono gli altri paesi che chiudono le frontiere. Con provvedimenti cervellotici. Non far sbarcare a Mauritius italiani provenienti da Lombardia e Veneto, dopo che si sono fatti un volo di 11 ore insieme con gli altri passeggeri. E naturalmente un abitante di Treviso dista da Vo quanto un abitante di Ferrara! Poi c’è la rivalsa del sud. Finalmente possono penalizzare quel fastidioso Veneto del prima i Veneti. Anche questo patetico, perché naturalmente il virus sta arrivando anche lì.

per scherzarci su con il grande Renato Zero

Attendiamoci alle disposizioni delle autorità, certo. Può essere in effetti che valga l’osservazione di Gramellini sul Corriere: “Certe decisioni assunte in ordine sparso (come le università chiuse nelle città dove ancora non c’è contagio), più che dalla diligenza del buon padre di famiglia sembrano ispirate dal timore che un domani qualcuno possa imputare ai burocrati di non essere stati abbastanza cauti. Il tipico riflesso condizionato di chi mette le mani avanti per pararsi il didietro e chiama «senso di responsabilità» il suo rifiuto di prendersi delle responsabilità.” Resta il fatto che essendo un virus ad elevatissima trasmissione bisogna cercare di contenere con ogni mezzo la diffusione. Anche perché le strutture sanitarie farebbero fatica ad ospitare in terapia intensiva decine di migliaia di persone.

In effetti ci sono conseguenze abbastanza bizzarre. Io ho dovuto annullare una serie di concerti dell’Orchestra di Padova e del Veneto, con grave danno economico. Si chiudono le scuole, ma restano aperte le palestre, dove decine di persone insieme in una sala sudano e sbuffano. Ambiente ottimale per la diffusione del virus.

Ho ricevuto come datore di lavoro una circolare che mi obbliga ad assumere tutta una serie di provvedimenti che andrebbero bene in caso di minaccia nucleare. Nel dispositivo si precisa che non sono consentite atti di violenza e costrizione, ma non basta il codice penale? E giù con l’obbligatorietà di avere un locale separato per chi fosse in dubbio di corona virus, scorte di acqua, tute e mascherine (introvabili). Il tutto applicato all’azienda con 500 dipendenti come quella con 5. Penso che molti si arrangeranno all’italiana, confidando sui mancati controlli.

Un’ultima considerazione riguarda il sistema dell’informazione. Che più che informare come sarebbe suo dovere, con precisione ed esattezza, sta creando un clima di psicosi. Ho sentito i telegiornali di ieri. Su trenta minuti di minutaggio 25 dedicati al corona virus. In qualsiasi trasmissione in onda appena si può si parla dei pericoli del corona virus. Non abbiamo disponibile una informazione che potrebbe far comprendere la dimensione del problema: da quando è nata l’emergenza corona virus quanti italiani sono morti per una complicazione da una normale influenza…

Va bene, passerà anche questa. L’Italia ha sempre dato il meglio di sé nelle situazioni di emergenza, prevalgono i pregi sui difetti.

Comunque sono andato a rileggermi le pagine dei Promessi Sposi sulla peste di Milano. Ci sono impressionanti analogie 400 anni dopo con il corona virus. Per fortuna meno letale. Non mancano i lazzaretti moderni e perfino chi crede agli untori. Pochi per la verità, ma non sono mancati insulti ed aggressioni a cinesi. Magari persone che sono in Italia da decenni e in Cina non ci sono mai stati. Naturalmente difficile per noi distinguere un cinese da un coreano o perfino da un giapponese. Sono i casi che ti fanno venire qualche dubbio, subito da scacciare, sulla validità del sistema democratico. Anche questi ignoranti imbecilli hanno diritto al voto…

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1 commento

  1. Giovanni
    26 febbraio 2020

    Sia pure con limitate capacità di espressione, ma
    Anch’io nel mio ambiente sostengo analoghe
    Considerazioni. Grazie Paolo.


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