Pd, perché non cresci?

Pubblicato il 4 agosto 2020, da Senza categoria

Anche gli ultimi sondaggi confermano che il PD non riesce a superare la soglia psicologia del 20%, decimale più decimale meno lì stiamo. Non c’ è alle viste nessuna capacità espansiva.
Si sta facendo un servizio al paese, perché i risultati ottenuti in Europa sono figli di una cultura di governo e di un sistema di convergenze culturali prima che politiche di cui il PD costituisce un perno, da Gentiloni in Europa a Gualtieri in Italia, ma della parte positiva dell’azione di governo il PD non incassa nulla in termini di consenso, mentre paga le difficoltà che non mancano.
È vero che ci sono state le scissioni, soprattutto quella renziana, ma non bastano a spiegare questa asfissia nelle potenzialità di crescita, tanto più che neppure Renzi ha ottenuto un qualche risultato lusinghiero nei sondaggi. Pure lui non si schioda dal 3%. È superato ormai perfino da Calenda.
È un dato su, cui dobbiamo riflettere, sotto due aspetti. Il primo è quello che il numerosissimo gruppo parlamentare che Renzi si è portato via produce poco o nulla: quando si fanno i parlamentari sulla base della fedeltà al capo e non sulla capacità rappresentativa è come non averli. Renzi da segretario ha scelto di far fuori personalità rappresentative ed ora si trova con gruppi parlamentari pingui ma del tutto superflui fuori dai giochi di palazzo.
Il secondo è che Calenda senza nessun parlamentare riesce ad avere lo stesso consenso di Renzi partendo da zero. Come mai? Penso che sia dovuto al fatto che trasmette una idea di competenza, di preparazione, di nettezza di posizioni. Cosa più facile naturalmente quando si è sostanzialmente il leader di sè stessi,. Scrive libri non banali, in cui ci sono chiavi di lettura del presente indicazioni di possibili politiche, insomma produce un rapporto di fiducia e di identificazione in settori crescenti dell’ opinione pubblica. Sono tutti voti sottratti alle capacità espansive del PD.
Il PD ha un grosso problema di identità. Chi siamo? Un partito di sinistra, un partito riformatore? Sono parole che occorre saper riempire di nuovo senso per attrarre l’elettorato. Rischiamo che la politica sia sostituita dalla pratica dell’amministrare, sia pur con lo sforzo del buon governo. Ma la politica che attrae il popolo è quella capace di proporre un pensiero ed un progetto. Può essere fatto in modo più o meno rozzo, in modo più o meno semplificato ma occorre offrire una prospettiva.
Le condizioni politiche sono difficili, ma resta il fatto che il PD cerca di dare il meglio di sè al governo, ma i segni di discontinuità rispetto al governo giallo verde sono pochissimi. Certo è importante aver recuperato la vocazione europeista ( ma vedremo alla prova del Mes) ma per il resto continuità : le leggi Salvini sono ancora in vigore, il fallimento del costoso reddito di cittadinanza si passa sotto silenzio, sulla prescrizione si sono dovute accettare norme indecorose, quota 100 sta ancora lì, faremo il referendum populista sulla riduzione del numero di parlamentari senza aver fatto la necessaria riforma della legge elettorale, creando una democrazia dimezzata. Siamo stati contrari per tre volte abbiamo dovuto piegarci pur di fare il governo, ma non abbiamo ottenuto la legge elettorale.
Per questo al momento il PD non riesce ad offrire una prospettiva attrattiva; Al momento il PD vive un po ancora della eredità dello slancio fondativo dell’Ulivo, della sua elaborazione culturale, di un incontro che è stato fecondo delle migliori culture riformatrici del Novecento, ma è una eredità in parte dissipata ed in parte ormai inadeguata al nuovo che si è presentato. L’eredità si è anche assottigliata e c’è la tendenza a rinchiudersi nel mondo orami angusto di una tradizione di sinistra nel filone Pci/Pds/Ds. Si è perso lo slancio creativo, la ricerca di nuove sintesi culturali tra diversi.
Io ripartirei da qui: la ricostruzione delle fondamenta culturali di un soggetto politico riformatore adatto ai tempi nuovi che stiamo vivendo, aperto al futuro. Non è facile, ma bisogna concentrare il lavoro su questi aspetti. Nel mentre si fa il possibile per sostenere questo disagevole governo vi sia chi si impegni a prospettare il futuro. Una seria commissione che chiami al tavolo le migliori intelligenze riformatrici del paese, presieduta da una mente sveglia come quella di Gianni Cuperlo o da una delle intelligenze emarginate da Renzi come Ermete Realacci. Seminare per il futuro, se viviamo di solo presente non ci sarà futuro…un partito deve tornare a seminare desideri collettivi, speranza, proposte di senso. Poi viene la comunicazione, ma se non c’è un idoneo contenuto che vuoi comunicare?

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1 commento

  1. Mario
    4 agosto 2020

    Ciao Paolo, non vorrei mai contraddirti, ma una riflessione i più te la faccio sui sondaggi, dipende sempre chi li paga.Esempio: A mio avviso su Renzi e Calenda c’è una situazione diversa tra i due, Renzi antipatico ma bravo in quasi tutto e con più di 50 parlamentari a seguito.Impossibile che a livello Nazionale sia solo al 3% era il 5% e i Media li danno meno. Calenda: amato da quei pochi Industriali del Sole 24 Ore e dai Cairo Dipendenti,(non tutti) che non avendo parlamentari (forse 1/2) quest gli danno nei sondaggi al pare dei Renziani. Ecco, questa è la politica del condizionamento mediatico. Quello che ha fatto Salvini, Prima Berlusconi. Oggi i media per la Meloni e prima ancora IL FATTO QUOTIDIANO nelle 5 Stelle. Cosa ci si aspetta nel futuro? Ancora guerra nel Centro,CENTRO Sinistra? Buone vacanze amico mio a te e alla tua bella famiglia. Dimenticavo, CIAO NONNI.


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