Zavoli, un uomo buono e gentile

Pubblicato il 7 agosto 2020, da Senza categoria

Di Sergio Zavoli si sono riempite le pagine dei quotidiani e le immagini televisive. Giusto, perchè Zavoli è stato uno di quei giornalisti, come Enzo Biagi e Indro Montanelli, che hanno accompagnato la storia del novecento.
Poi si corre sempre il rischio della retorica o dell’eccesso, ma in questi tempi di smarrimento generale è bene ricordare chi ci ha aiutato a capire. Uomo di sinistra per sentimento, senza faziosità, che sapeva parlare a tutti.
Aggiungo anch’io un piccolo ricordo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo al Senato, dove lo aveva candidato Veltroni. Mi ha naturalmente subito interessato la sua storia di giornalista che ha inventato un nuovo modo di raccontare il ciclismo. Quando ho promosso la fondazione della Associazione Parlamentare Amici della Bicicletta ha accettato generosamente la mia richiesta di di fare il presidente onorario. Una occasione in più per frequentarlo e sentirlo raccontare tanti aneddoti sul Giro d’Italia, sui trucchi del mestiere, sul l’invenzione del processo alla tappa, sulla sua scelta di non raccontare solo i grandi campioni ma anche le storie minori di chi con la bicicletta si guadagnava il pane faticando nell’ombra. Qualche volta sono riuscito a raccontargli qualche episodio che non conosceva, grazie alla mia frequentazione con qualche grande campione, da Fiorenzo Magni a Vittorio Adorni e Francesco Moser.
Lo sport è evidentemente una grande scuola di giornalismo, penso anche a Giorgio Lago, grande direttore del Gazzettino che nasce come giornalista sportivo e Zavoli ha scavato con grande capacità nella storia della Repubblica. In modo curioso, facendo parlare i protagonisti, facendo capire l’importanza della vita democratica, anche nei suoi passaggi oscuri.
C’è un aspetto che voglio sottolineare. Zavoli era un uomo caratterizzato da grande gentilezza nel tratto e di assoluta modestia. In Senato, pur avendo alle spalle una storia importante, esperienze di grande prestigio come la Presidenza della Rai, si prestava ad ascoltare, a adempiere diligentemente ai doveri della presenza puntuale, fino a che la salute non gli ha dato qualche impedimento. Curioso di ciò che succedeva in aula. Alle riunioni del gruppo parlava raramente. Mi sembrava che guardasse curioso questi strani riti in cui magari parla anche chi non ha niente da dire…
Quando ho avuto l’occasione di intervenire in aula al nome del gruppo PD su argomenti importanti mi capitava di ricevere un suo bigliettino di ringraziamento e di complimenti, e capite che per me era un riconoscimento importante. Una volta gli ho portato una rarità non più in commercio, un Audiolibro scritto con Enzo Biagi negli anni sessanta : “dieci anni della nostra vita 1935 1945”. Un libro che avevo ricevuto in dono da ragazzino, fatti narrati accompagnati da voci e musiche dell’epoca, un libro che è stato per me un primo passo di comprensione della storia del paese, del disastro della guerra e del fascismo, del senso di una libertà ritrovata. Nel riceverlo Zavoli si è commosso. Eravamo così giovani, mi ha detto.
Sì Zavoli, pur temprato dal lavoro giornalistico, aveva la capacità di commuoversi. Qualcuno l’ha chiamato pensando di fargli un dispetto il commosso viaggiatore. Era invece una qualità: saper viaggiare dentro la storia del paese senza perdere di umanità.
Così lo ricordo con la sua gentilezza, con il suo sorriso buono, per i libri di sue poesie che mi ha regalato…

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