A Padova sconfitti, ma anche tante vittorie

Pubblicato il 9 giugno 2014, da Politica Italiana

Difficile per me commentare i risultati elettorali, perché sono condizionato dalla grave sconfitta che abbiamo subito a Padova. Con l’ingiusta sconfitta di un bravo amministratore, una persona seria e onesta che non meritava la sconfitta. Un amico. Quando perde un amico il dolore è più grande.

Però cerco di andare oltre e di leggere una tendenza generale. Intanto bisogna andare oltre le 5 gravi sconfitte subite nei comuni capoluoghi in città amministrate dal centrosinistra: Padova, Livorno, Perugia, Foggia e Potenza. Perché il dato globale registra invece che sui comuni capoluogo e superiori il PD governa 160 comuni e il centrodestra 37, il PD guadagna 30 grandi comuni ed il PDL ne perde 46. Anche nel Veneto si ottengono vittorie importanti, con la conferma di Bassano e la conquista di molti altri comuni.

C’è un dato in comune nei risultati, quando si vince e quando si perde. Una richiesta di cambiamento a prescindere. Di discontinuità. Che guarda poco in faccia agli schieramenti, alle appartenenze ideologiche. Anche ai risultati del governo. Ad esempio a Pavia il centrodestra perde con Cattaneo che era l’astro emergente del centrodestra. In tanti hanno votato Renzi perché è nuovo, promette un nuovo inizio non perché è del PD. E lo stesso è avvenuto nei comuni. Il che conferma la forza di Renzi, ma anche il rischio di una certa fragilità. Per questo giustamente vuole correre e bisogna aiutarlo a correre. Questo ci dicono anche i risultati delle amministrative che registrano in generale un ulteriore affidamento a ciò che rappresenta il PD.

Anche il risultato di Padova va visto sotto questo profilo. La maggioranza dei cittadini ha voluto cambiare comunque. I sintomi non erano mancati. Alla fine non c’è stato un giudizio sul buon governo che nessuno può negare che ci sia stato. Anzi semmai per paradosso ha costituito un ostacolo. I cittadini hanno dato per scontato  che a Padova non si sia rubato, malfattori di diversa natura non abbiano frequentato il comune, ecc. Hanno scelto di cambiare comunque. Bitonci ha unificato questa domanda di cambiamento, a cui si è aggiunta la emozione della paura. Paura della malavita. Dell’immigrazione, del degrado. Paura di cambiare. Perché questo è un altro paradosso. Cambiare i politici perché non cambi la società?

Bisognerà fare una analisi più dettagliata dei flussi elettorali. Comunque leggendo questa tabellina si possono trarre alcune riflessioni:

VOTI I TURNO VOTI APPARENT. BALLOTTAGGIO
ROSSI 37488 51195 44943
BITONCI 34890 48747 51702

In sostanza, nonostante il calo di partecipazione al ballottaggio Bitonci è andato oltre la somma teorica delle sue liste apparentate mentre Rossi è stato parecchio al di sotto alla somma teorica degli apparentati. In sostanza si potrebbe pensare che Bitonci ha riportato al voto senza perdite gli elettori del primo turno aggiungendo altri voti che possono essere una parte dell’elettorato grillino o elettori incerti. Rossi ha perso parecchie delle potenzialità. Possiamo immaginare che una parte degli elettori di Padova 2020 non abbiano gradito l’apparentamento (erano voti raccolti contro l’amministrazione) e quindi non abbiano votato e in piccola parte abbiano votato Bitonci.

Cambia la geografia politica delle città, non solo per il cambio di maggioranza ( e si vedrà presto quante delle promesse di Bitonci cadranno nel dimenticatoio) ma anche per una profonda riorganizzazione del centrodestra. In pratica sparisce Forza Italia perché in Consiglio comunale si riducono a quattro consiglieri rispetto ai 13 della Lista Bitonci e della Lega.

Per noi? Bisogna ricominciare. Partendo dai 7 consiglieri PD più lista civica. Un mix di esperienza e novità, attrezzati per fare questo lavoro. Traducendo nel territorio l’innovazione di Renzi. Correndo svelti nel definire una nuova chiave di lettura della città, con una opposizione di merito legata ai valori di una comunità democratica. C’è tanto da lavorare.

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1 commento

  1. Mario Mezzacasa
    9 giugno 2014

    Coso succederà della città metropolitana?


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