Crocefisso: perchè la meraviglia?

Pubblicato il 26 giugno 2014, da Cattolici e società

Mi meraviglio della meraviglia. Di che cosa dobbiamo meravigliarci. Delle miserevoli strumentalizzazioni del Crocefisso da parte di Bitonci? Bitonci resta quello che era. Per il breve periodo della campagna elettorale ha riposto il fazzolettino e la cravatta verde, sempre esibiti a Cittadella e al Senato, poi ritorna alla sua impostazione. Fa a Padova quello che ha fatto a Cittadella. Quello che ha fatto Gentilini a Treviso. Esacerbare la società del conflitto, degli scontri identitari per nascondere che su tante promesse, quelle di sostanza, farà fatica a tenere il passo, ed esaurita la serie del no su quello che ha ricevuto in eredità dovrà cominciare a dire come intende risolvere i problemi e ad agire per risolverli.

Semmai mi meraviglio del silenzio (vile) dei suoi compagni di strada. Incassato il loro consenso, distribuita qualche mancia in termini di assessorati marginali, Bitonci va per la sua strada. E quelli della grande rivoluzione liberale (il progetto di Forza Italia…) accettano senza fiatare una sorta di clerico fascismo che vuole imporre l’appartenenza religiosa. L’unico che ha dimostrato coraggio tra quelli della maggioranza in Consiglio Comunale è stato nientemeno che il  consigliere Foresta. Si dovrebbero meravigliare quelli che hanno votato Bitonci tanto per cambiare.crocifissione_XVII_N

Non sono d’accordo con quelli che criticano Bitonci perché ci sono ben altri problemi. No, questo è un problema serio, che riguarda la libertà religiosa e riguarda una pericolosa deriva di utilizzo di simboli religiosi per puntellare il proprio potere civile.

Che se si dovesse prendere sul serio il Crocefisso si capirebbe bene di cosa è simbolo. Un Dio fatto uomo, morto in croce per aver detto che tutti gli uomini sono fratelli (tutti, anche quelli che i leghisti non vorrebbero neppure vedere) ed hanno la stessa dignità, abituato a frequentare accattoni e prostitute, per di più una sorta di extracomunitario, visto che veniva dalla Galilea, terra disprezzata dalla nazione eletta, la Giudea, dove del resto la capitale Gerusalemme era una grande città multiculturale (quella che non vuole Bitonci), visto che così negli Atti degli Apostoli si definiscono i suoi abitanti: “Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, stranieri di Roma, Ebrei e proseliti, Cretesi e Arabi”.

Ma il Crocefisso deve essere brandito come un’arma, bestemmiando il suo vero significato: Non è la prima volta che succede, anche in tempi recenti. Il simbolo della fraternità universale (secondo le parole del Concilio “nessuno osi chiamare Dio Padre se non riconosce tutti gli uomini come fratelli”) deve servire a dividere la società, a renderla nemica, a suscitare conflitti interetnici per poter suscitare paure e chiusure, sottomesso alle ambizioni di potere. E questa Amministrazione ha l’impudenza di definirsi francescana (per aver ridotto del 10% i propri compensi, ed in compenso ha assunto una bella infornata di amici di partito) dimenticando che a Francesco le crociate stavano proprio sulle scatole, tanto da andare a trovare il Sultano d’Egitto, nipote di Saladino, per promuovere una soluzione pacifica ed il dialogo interreligioso.

Va bene. Padova è la città della Universa Universis Patavina Libertas “tutta intera, per tutti, la libertà nell’Università di Padova, della libertà di ricerca di Galileo, di una nobilissima tradizione di apertura della Chiesa padovana, da Sant’Antonio, a Gregorio Barbarigo ai grandi vescovi sociali. E non si farà mettere i piedi in testa.

Che poi questo spregevole uso del Crocefisso produrrà una sola cosa. Conflitti ideologici, il riesumarsi di antichi e sterili conflitti clericali/anticlericali, e  un bel po’ di spese legali per il Comune, pagati da tutti i cittadini, per i ricorsi che vi saranno.

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • RSS
  • Pinterest
  • Add to favorites
  • Print
  • Email

Tags: , , , ,

8 commenti

  1. Laura Lanzieri
    26 giugno 2014

    Complimenti è una splendida osservazione e puntuali precisazioni. Questo articolo meriterebbe un’ampia diffusione almeno sulla stampa locale.


  2. Giovanni Gasparin
    26 giugno 2014

    Ma chi ragiona solo con la pancia ( e sono tanti a quanto pare…), riuscirà a riflettere su tali osservazioni così lapalassiane? Voglio sperare che almeno col tempo tanta gente si ravveda. Grazie Paolo.


  3. Paolo
    26 giugno 2014

    Condivido quanto scrive, e il modo. Spero che i padovani si rendano presto conto dell’errore compiuto alle ultime elezioni…


  4. Ornella Antonia Bergamin
    27 giugno 2014

    Fa bene la Chiesa a non commentare per non dare adito ad ulteriori strumentalizzazioni ed a sterili polemiche ma questo commento di un laico cattolico mi allarga il cuore. Grazie.


  5. Piero Galante
    27 giugno 2014

    Condivido in pieno il commento di Laura Lanzieri


  6. Adele Musi
    27 giugno 2014

    Condivido appieno le acute osservazioni del senatore Giaretta e mi rattristo che si debba discutere sulla decisione del sindaco di Padova oramai fuori tempo, mentre la città attende ben altre soluzioni.


  7. roberto tuninetti
    28 giugno 2014

    Perfetto. Tutti i pensieri che mi sono venuti in mente, ed in pancia, espressi al meglio. Scriveva qualcuno: “duri i tempi in cui bisogna lottare per ciò che è evidente”…


  8. Giuliano
    30 giugno 2014

    Concordo con tutto quanto esposto da Paolo Giaretta…Spero che il novello sindaco abbia motivo di riflessione…


Scrivi un commento