Immunità o impunità?

Pubblicato il 7 luglio 2014, da Politica Italiana

Con supremo sprezzo del pericolo intervengo sul tema dell’immunità parlamentare, sostenendo tesi che non saranno condivise dal 95% degli italiani, e forse ancor meno dai lettori di questo blog.

Però c’è troppa superficialità ed emotività sul tema. E invece è un tema di grande delicatezza costituzionale, che ha a che fare con uno dei principi fondativi delle moderne costituzioni, quello della divisione dei poteri.

L’immunità è perciò sempre presente in tutti gli ordinamenti, da quando è nato il parlamentarismo. Il problema è che per come viene presentata la cosa sembra che la parola immunità corrisponda alla parola impunità: come si sente dire in tanti talk show la casta vuole sottrarsi alla legge, vuole essere impunita. Naturalmente non è così, basterebbe leggere l’art. 68 della Costituzione che recita sul punto: “Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento … può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza”. Come si vede nulla di ciò che si sente ripetere quasi sempre. Il Parlamentare non è sottratto al processo e se condannato va immediatamente in carcere. E’ già successo e succederà ancora. Può essere arrestato anche senza autorizzazione se colto in flagranza di reato. Sarà bene ricordare che dal 1993 non esiste più l’autorizzazione a procedere, che precedentemente non consentiva senza autorizzazione neppure le indagini.Dichiarazione programmatica Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Ma perché fuori di questi casi il parlamentare per essere arrestato (o intercettato) a differenza di ogni altro cittadino abbisogna di una autorizzazione ad hoc? E’ giusto che sia così? Ci ricorda l’autorevole costituzionalista Zagreblesky “La Costituzione è quella cosa che i paesi si danno quando sono sobri, per quando saranno ubriachi”.. Potrebbe non esservene bisogno in tempi ordinari, ma certo potrebbe essere pericoloso in tempi straordinari. Magari, come c’è in altri paesi, con una magistratura dipendente dal potere politico, od elettiva. Interessata alle conseguenze politiche. E’ capitato nel nostro parlamento che ci fosse una maggioranza politica con un solo voto di margine. E se la maggioranza politica fosse stata alterata da un intervento di un magistrato non suffragato da elementi sufficienti, per un pregiudizio politico o semplicemente per un errore? Capita è capitato e potrebbe ricapitare. Dunque l’immunità prevista in tutti i regimi democratici non ha a che fare con un previlegio del singolo, ma con una tutela di uno dei poteri democratici. Così come il Parlamento non interviene nell’autonomia dell’ordine giudiziario e non può annullare delle sentenze, anche palesemente errate (il rimedio è affidato alla stessa magistratura), così un intervento della magistratura non può alterare le prerogative del parlamento. Così come ci sono delle garanzie per la Corte Costituzionale, per il Presidente della Repubblica. Che non riguardano la persona ma la funzione.

Tuttavia un problema c’è. Perché se una previsione in sé giusta secondo i principi costituzionali della divisione dei poteri è estranea alla coscienza civile di larga parte degli elettori bisognerebbe combattere una battaglia politica per spiegarne il significato. Qui invece si vuole mantenere l’immunità senza assumersene la paternità politica: il Governo non la prevedeva e fa finta di non sapere, i gruppi parlamentari dicono di non volerla, ma intanto ci sono gli emendamenti, ecc.

Allora bisognerebbe usare un po’ di innovazione insieme alla rivendicazione di un principio. Perché anche l’immunità bisognerebbe meritarsela e purtroppo la corruzione diffusa non aiuta. Ad esempio:

a)      È proprio necessario mantenere l’immunità anche per il Senato se non ha più il voto di fiducia al Governo, pur mantenendo altri importanti compiti di controllo e di elaborazione legislativa, e quindi eventuali interventi della magistratura non inciderebbero sul rapporto essenziale tra Governo e fiducia del parlamento?

b)      Non sarebbe meglio prevedere che l’autorizzazione all’arresto venisse data da un organo terzo ed indipendente come potrebbe essere la Corte Costituzionale?

c)      Non si potrebbe prevedere che in caso di arresto di un parlamentare subentrasse pro tempore il candidato che segue nella lista elettorale in modo da non alterare la composizione politica del parlamento?

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