Lo “Zanda Furioso”

Pubblicato il 28 luglio 2014, da Politica Italiana

Questa volta parlo del mio amico Luigi Zanda, capogruppo del PD. Un uomo tranquillo, che è esploso (giustamente) con una indignazione incontenibile quando un parlamentare M5S ha detto “Renzi pensa che il Senato sia come Gaza” Paragone ignobile, anzi lurido come ha detto Zanda.

Zanda è un uomo mite e pacato. Con una lunga esperienza alle spalle a metà tra economia ed amministrazione. Già Segretario di Cossiga agli interni e alla Presidenza del Consiglio, consigliere di amministrazione del gruppo Espresso e della Rai, Presidente del Consorzio Venezia Nuova e dell’Agenzia del Giubileo (e sotto di lui nessuna porcheria), poi senatore ed ora capogruppo. Potremmo definirlo un grand commis diventato politico, poco abituato ad alterarsi per carattere ed anche perché quando se ne sono viste tante si tende a divenire tolleranti, perché si sa che domani è un altro giorno.zanda

Questo volta no. E ha fatto bene, perché questo piccolo episodio racconta ancora una volta di una certa fenomenologia della rappresentanza grillina. Tra bizzarre teorie complottistiche (il chip tatuato sotto pelle, la finzione dello sbarco sulla luna), esilaranti teorie (esistenza delle sirene, aloe come panacea di tutti i mali) e via di seguito. Soprattutto l’idea di essere al centro del mondo, che la storia abbia inizio con la loro militanza, la convinzione di una radicale diversità che però non riesce a tradursi in risultati politici e non riesce ad avviare con costanza un dialogo rispettoso delle opinioni degli altri. Che è la sostanza del rapporto democratico e del miglioramento delle istituzioni per via democratica. L’idea di essere una specie di esercito della salvezza in un mondo di impuri politicanti. Non sarebbe un problema se fosse una forza politica con percentuali ad una cifra. Ma quando si raccolgono milioni di voti (mettendo insieme di tutto: voglia di cambiare, indignazione morale, ma anche qualunquismo, sberleffo, disprezzo per la democrazia) bisogna saper essere all’altezza. Per non buttare quel consenso.

So per esperienza che l’ostruzionismo può anche essere una nobile pagina della vita parlamentare. Se vissuta con decoro verso le istituzioni, e soprattutto se ad in certo punto realizza una via d’uscita, perché la dittatura della minoranza è altrettanto odiosa di quella della maggioranza…Vi è sempre il rischio che degeneri, verso comportamenti più goliardici che politici, in cui l’aula diventa una parte separata dal paese, in cui si vive più una esperienza da tifosi che da uomini delle istituzioni.

Bisogna imparare ad usare le parole, sempre. Perché paragonare la tragedia di Gaza alla commedia dell’ostruzionismo al Senato e, appunto, una cosa lurida. Per fortuna dentro M5S si è aperta una seria riflessione sul senso della politica e sul dovere della rappresentanza produttiva di milioni di voti. E da questo dibattito potrebbero finalmente nascere cose interessanti.

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2 commenti

  1. paolo
    30 luglio 2014

    Zanda mite e pacato? Come quando scriveva i discorsi del “picconatore” Cossiga? Forse lo è diventato dopo essere stato presidene del consorzio “Venezia Nuova”? O dopo “Lottomatica”? Come diceva Totò:”Ma mi facci il piacere!”


  2. Paolo
    4 agosto 2014

    se fosse rimasto presidente del Consorzio Venezia nuova non si sarebbero vistele porcherie che si sono viste. pensare che Cossiga il picocnatore si facesse scrivere i discorsi da Zanda vuol dire non conoscere nè Zanda nè Cossiga


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