Quelli che hanno paura

Pubblicato il 12 luglio 2014, da Politica Italiana

Abbiamo parecchi esempi nelle cronache di italiani che non vogliono cambiare verso. A Padova si é tenuta l’assemblea dei costruttori edili. il presidente é intervenuto dicendo in sostanza:” io non so nulla di medicina e di ricerca ma sono d’accordo con Bitonci per la ristrutturazione del vecchio ospedale. le nostre aziende non saprebbero partecipare ai lavori per una nuova sede.” Capisco le difficoltà del settore delle costruzioni di fronte ad una pesantissima crisi, concordo sul fatto che un ciclo di lavori pubblici diffusi nel territorio, anche di modesta entità può positivamente il settore ( é quanto ha previsto Renzi con il piano della edilizia scolastica), ma dichiararsi a priori incapaci di competere e perciò chiedere alle istituzioni di pensare in piccolo non é certo quello che serve per il futuro del paese. In altri tempi erano le imprese che chiedevano ai decisori pubblici di pensare in grande e offriVano una progettualità, Mi fa venire in mente il grande film “Viale del tramonto” in cui Gloria Swanson, interpretando una decaduta attrice del cinema muto, rIsponde così alla domanda “ma lei era una grande attrice del cinema?” “Io sono una grande attrice, é il cinema che é diventato piccolo”. Qui siamo al contrario: siamo piccoli e vogliamo che il mondo diventi piccolo…
Spostiamo scenario ed andiamo a Roma. Il senatore Endrizzi penta stellato lancia l’allarme: “é un blitz, marciano con il passo dell’oca!” Pensate un po’, sono entrati in parlamento per fare una rivoluzione globale e si. Lamentano dei tempi. Si parla di riforme costituzionali ed in particolare di fine del bicameralismo perfetto da una ventina d’anni, Letta presidente del consiglio ha subito insediato un gruppo di esperti che ha rapidamente presentato delle proposte, Renzi come uno dei primi atti del suo governo ha presentato il disegno di legge di riforma, quindi é da qualche mese che il Senato sta discutendo ma per i rivoluzionari cinque stelle si corre troppo. Avanti piano mi raccomando…
La palma della sagacia spetta però al nostro senatore Corsini. Uno dei cosiddetti dissidenti. Uomo colto del resto storico di vaglia, già sindaco di Brescia. Che dichiara su Repubblica: “il nostro progetto é di fare perdere tempo, arrivare al 19. Berlusconi sarà condannato e salterà tutto”. E poi caro senatore Corsini, cosa pensi che succeda all’Italia se saltasse tutto? Che si aprirebbero rosei scenari? Non interessa, é un misto di impotenza politica e di rancori mai sopiti. Il programma del nulla. Forza Renzi, cambiamo verso all’Italia!

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3 commenti

  1. Sabrina Di Napoli
    13 luglio 2014

    Beh la politica è stata questo per troppo tempo perchè ci si stupisce? Oggi critica la subordinazione richiesta dall’interesse pubblico al profitto privato ma per anni questa subordinazione è stata all’ordine del giorno. Il Presidente dei Costruttori non fa altro che rispecchiare un sistema, affermando “dateci un progetto in cui possiamo competere” invece che “ci stiamo attrezzando per competere, rinnovandoci” mostriamo ciò che da sempre siamo, la nostra mentalità. innovarsi vorrebbe dire investire ma davvero, allora dovremmo pagare ii nostri ingegneri invece di farli andare all’estero, dovremmo riconoscere e pagare la qualità dell’eccellenza anche in termini di risorse umane, invece di lucrarci. Il Veneto (e la politica veneta) ha chiuso gli occhi davanti a questo sistema fondato sullo sfruttamento della risorsa umana. Tutti sappiamo, soprattutto noi quarantenni. Dietro la frase oggi criticata del presidente dei costruttori c’è un’intero sistema di egoismo locale, che oggi la politica contrasta Ma forse è davvero troppo tardi. Ossequi.


  2. LUIGI OMETTO
    14 luglio 2014

    Caro Paolo, scrivo solo per chiarirti la mia posizione dato che ti conosco e ti stimo. Quello che ho detto è stato profondamente travisato. Come prima cosa non ho mai detto di essere d’accordo con il nuovo sindaco Bitonci tantomeno ho parlato con lui di questo tema e ti posso anche dire che l’ho solo intravisto una sera in occasione della festa di S.Antonio: ci siamo presentati e basta. Concordo che possa essere limitativo negare la possibilità di un nuovo polo ospedaliero, ma se un giornalista mi pone questa domanda come Presidente dei costruttori padovani non posso che rispondere nell’interesse delle aziende associate. Non è che non siamo in grado di costruire una struttura di quel genere, è che non ci è possibile partecipare per motivi che riguardano la normativa sui lavori pubblici. Oltre ad apposite categorie e sufficienti importi di iscrizione alla SOA, di norma nei bandi pubblici chiedono lavori analoghi nel curriculum delle imprese per non parlare delle fidejussioni e tanto altro. Era solo un’affermazione nella tutela delle nostre aziende e dei nostri lavoratori che sicuramente non influenzerà nessuna decisione. Quel che si farà si farà, non spettano certo a me le decisioni. Comunque basta non definirle cazzate. Grazie


  3. Paolo
    20 luglio 2014

    Caro Luigi, ti ringrazio della precisazione. Capita spesso che la sintesi giornalistica finisca per travisare il pensiero. E’ capitato tante volte anche a me. Ho cercato comunque di mettere in luce nel mio commento le difficoltà che devono affrontare le aziende del settore in questo momento e di come sarebbe molto opportuno avviare cicli di lavori pubblici puntuali e diffusi, in grado di coinvolgere l’intero tessuto delle aziende di costruzione. Comunque il vero rischio è che non si faccia nulla, né l’ambizioso progetto del nuovo ospedale né un serio piano di ristrutturazione del vecchio, in tempi certi.


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