Gli sceriffi non bastano

Pubblicato il 23 agosto 2014, da Politica Italiana

Se si vuole dare un giudizio sull’attività di Bitonci Sindaco di Padova si viene accusati di faziosità dai suoi tifosi. “Lasciatelo lavorare” è il solito ritornello di supporter che non vogliono accettare il dibattito. Certo è presto per dare un giudizio definitivo di merito. Oltre la propaganda, sui fatti. Però sono passati due terzi dei famosi 100 giorni che tradizionalmente segnano l’incipit di una leadership e qualche giudizio si può dare.

Mi soffermerò in tre distinti interventi su tre temi: quello della sicurezza, che è certamente stato decisivo per la vittoria di Bitonci a Padova, quello della idea di infrastrutturazione (hardware e software) della città che emerge dalle prime scelte, quello dell’idea di città: quale comunità.

Oggi parlo di sicurezza. Chiunque non sia tifoso dovrà riconoscere che (basta leggere i giornali, leggere le statistiche delle forze dell’ordine) naturalmente scippi, rapine, spaccio, furti, ecc. continuano indifferentemente dalle maggioranze politiche che governano la città. Non è colpa di Bitonci (come non era colpa di Zanonato e Rossi) ma il fatto è che tra Bitonci e Saia (sceriffo declassato) avevano promesso di “ripulire” la città in qualche settimana. E questo non sta avvenendo.

Il punto è che Bitonci (che non è uno sprovveduto) sa bene che la sensazione di insicurezza e degrado ha anche una componente psicologica e non riuscendo a modificare i fatti (i reati ed il degrado) agisce su quella. Sostanzialmente dicendo al cittadino: non siete soli, io sono al vostro fianco, le sparo grosse contro immigrati, accattoni, ecc. Individuiamo insieme dei nemici, poiché non riesco a risolvere i problemi.

Il centrosinistra più meno faceva le stesse cose (comprese ordinanze contro l’accattonaggio molesto) solo che non le enfatizzava. Cosicchè capitava che il buon assessore ai vigili Marco Carrai andasse nelle assemblee, spiegasse tutto quello che l’Amministrazione stava facendo, però aggiungesse che non andava ingigantito il fenomeno, che vi era una insicurezza psicologica, ecc. con il che un po’ di gente se ne andava inferocita. Mancava una adeguata interpretazione politica del fenomeno.

Ma applicando questa cultura da sceriffo incattivito si otterrà la soluzione dei problemi? O semplicemente si dividerà la città tra diverse tifoserie, facendo crescere una idea di cittadinanza assediata, di mura da innalzare, di incomprensioni da ingigantire. Nell’immediato come si vede non cambia niente, in prospettiva se possibile si peggiora la situazione. Perché purtroppo sono fenomeni strutturali, da combattere con determinazione, ma non conseguenza di occasionali distrazioni di chi governa, e Padova non è una piccola, ancorchè graziosa, cittadina periferica come Cittadella, ma una grande città al centro di una grande area metropolitana diffusa, con i conseguenti pregi e difetti.spacciatori-polizia2010111781351

Esiste l’accattonaggio organizzato da bande sfruttatrici e va combattuto. Difficile tuttavia dire che la sicurezza dei cittadini sia minacciata dal fatto che vi siano persone che chiedono la carità. Perché in fondo basta dire di no. Rischiamo di essere nella situazione ben descritta da un bel romanzo di E. Muller “Melodia di Vienna” nella Vienna impoverita dopo la sconfitta del 1918: “la tipica propensione dell’umana natura a insultare l’indigenza altrui per tranquillizzare la propria cattiva coscienza”. Non facilita certo la necessaria convivenza negare spazi di culto ad altre religioni. Semmai fa crescere l’idea che se non si viene rispettati anche quando si rispettano leggi e regolamenti queste leggi e regolamenti non vale la pena di rispettarli.

Perché la lotta all’illegalità ed al degrado, per il benessere e la buona vita dei cittadini, richiede una grande alleanza tra tutte le istituzioni e tutti i cittadini onesti che amano la propria comunità, in un lavoro costante nel tempo fatto di rigorosa difesa della legalità, di ampliamento degli spazi di convivenza, di cultura della comprensione e della condivisione. Alleanza tra tutti gli onesti, indipendentemente da razza, religione, cultura.

Perché come vediamo a Saint Louis (per fortuna non siamo a quel punto) sei colpi di pistola per il presunto furto di una scatola di sigari non sono  il modo migliore di rendere più sicura una città.

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3 commenti

  1. Mario
    23 agosto 2014

    Bene Paolo, aggiungo, il sequestro dell’elemosina agli accattoni non so se è costituzionale, certo non è bene che ci siano in giro, ma non facciamo peggio e loro si vogliono recuperare il vivere in un altro modo? magari illegalmente e più pericoloso per i cittadini?


  2. Arnaldo Mastella
    23 agosto 2014

    Come sempre i ragionamenti sereni non esistono, specie in politica.
    Mi attengo ai fatti, in un percoso che faccio circa 4 volte la settimana, ai tempi di Zanonato/Rossi incrociavo 1/2 mendicanti e 1 lavavetri, dalla settimana si contano 4 mendicanti e due lavavetri.
    Certo ora i padovani ci vedono meglio.


  3. Paolo
    26 agosto 2014

    caro Arnaldo, efficace come sempre


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