Senza dubbi e distinzioni

Pubblicato il 12 maggio 2015, da Politica Italiana

Meno di 20 giorni alle elezioni. Siamo entrati nel periodo decisivo per gli orientamenti di voto degli elettori. Che sempre più decidono, se decidono, negli ultimi giorni o nelle ultime ore. Come dimostrano le elezioni in Israele e in Gran Bretagna, con grande scorno dei sondaggisti.

Sondaggi che comunque confermano la piena contendibilità della Regione Veneto. I sondaggi li prendiamo con le pinze. Come mi ha detto un amico sondaggista: “Caro Paolo, i sondaggi ce li pagano e noi li facciamo. Ma nessuno può fare previsioni attendibili con questa volatilità delle scelte elettorali. Al massimo individuiamo delle tendenze, ma anche queste non sono lineari”.

Però c’è un sondaggio molto attendibile, che funziona benissimo. E’ il crescente nervosismo di Luca Zaia. Che sempre più spesso perde i nervi di fronte alle obiezioni legittime di organizzazioni sociali o semplici obiezioni del pubblico.Moretti-e-AdessoPadova1

Si sta accorgendo del grave errore di sottovalutazione dei suoi avversari. Di Alessandra Moretti, che pensava di liquidare con qualche battuta maschilista. E si trova di fronte ad un competitor che sta sul pezzo, aggressivo quando serve, che non molla la presa. Di Tosi, che sta entrando di prepotenza nelle organizzazione elettorale della lega, sezioni ed amministratori locali, come dimostrano le sue liste e che, conoscendole dal di dentro (quando taceva), mette in luce tutte le contraddizioni e i fallimenti dell’apparato di potere leghista.

Dunque possiamo farcela davvero. E dobbiamo utilizzare bene questo tempo. Convincendo anche i dubbiosi interni. Che sono quelli sempre scontenti, sempre pronti a criticare, a vedere i difetti più che i pregi. Con una inconscia vocazione alla sconfitta.

Così continuo a sentire in certi ambienti di nostro elettorato tradizionale critiche sulla candidata nostra. Nessuno è perfetto naturalmente. Ma ora non è il momento delle distinzioni, il candidato è questo, ha vinto le primarie e si sta battendo. Per me sarebbe andata benissimo anche la Simonetta Rubinato. Anche Achille Variati, ma avrebbero potuto obiettarmi che non esprime il rinnovamento, ecc.  Non è che ci fossero in giro giganti del pensiero, trascinatori di folle, leadership naturali e fortissime.

La carta da giocare è Alessandra Moretti. Giochiamola fino in fondo, con le buone qualità che ha, con quelle che acquisterebbe governando. Con alle spalle una comunità di persone per bene. Che porterebbero un po’ di pulizia ed un po’ di aria nuova in una Regione anchilosata dalla gestione di troppo potere e da tanta corruzione.

Non si tratta, come si lamenta qualcuno, di fargli votare “il meno peggio”. Si tratta di votare chi può far uscire il Veneto dalla palude in cui si è cacciato. Si può fare l’esame del sangue, si può spaccare il capello in quattro, si può dire “ci vuole ben altro” ma non si può sfuggire alla logica semplice ma fermissima: ogni voto sottratto ad Alessandra Moretti è un voto consapevole dato alla vittoria di Zaia.

Ora che possa esserci nell’opinione pubblica il sentimento “non voto, tanto siete tutti eguali” è comprensibile e ahimè non mancano argomenti a sostegno. Che lo dicano dirigenti responsabili e militanti avvertiti è inaccettabile. Io capisco che Susanna Camusso possa avere tanto da dire sul PD di Renzi. Ma che possa sostenere che nel Veneto per il lavoro, per il sociale, per una visione solidale e più giusta dei rapporti tra cittadini Moretti e Zaia siano la stessa cosa francamente è inaccettabile. Non è cosa degna di un dirigente di una grande organizzazione progressista. Per fortuna Renzi non è Salvini e Moretti non è Zaia. Vi è un dovere civico che va oltre gli schieramenti e le appartenenze. Si tratta di liberare la Regione da un immobilismo, un clientelismo ed una corruzione diffusa che bloccherebbe ogni sviluppo futuro.

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • RSS
  • Pinterest
  • Add to favorites
  • Print
  • Email

Tags: , , ,

Scrivi un commento