E dopo il referendum?

Pubblicato il 8 luglio 2015, da Nel Mondo

Chi ha vinto in Grecia lo si vedra davvero nei prossimi giorni. Tsipras è stato abile ha convincere la maggioranza ampia dei Greci che si potesse dire no restando nell’euro. Si è rafforzata in patria ma difficilmente si può dire che si sia rafforzato nella trattativa. Dare dei briganti di strada ai propri creditori non sembra sia il modo migliore per ottenere un dialogo disponibile. L’esito del referendum poteva essere abbastanza scontato. Non è che il si avrebbe risolto il problema ed è importante che ora tutto il sistema politico greco con l eccezione di Alba dorata e di partitini di estrema sinistra siano a fianco del governo nel rapporto con l’UE. Del resto per dirla tutta anche la Sicilia è sull’orlo della bancarotta e mi auguro che prima o poi ci sia un governo con la forza di dire che non si possono continuare ad avere risultati vergognosi in termini di efficienza di spesa e spendere senza avere i soldi. Ma: se si facesse un referendum in Sicilia chiedendo: “volte voi mantenere l’attuale autonomia o cambiarla per mettere a posto i conti” quale pensate che sarebbe il risultato ? mi auguro che ci siano comunque le condizioni per risolvere con dignità il problema greco, come Renzi sta dicendo è come è necessario, tenuto conto che il debito greco è il 3% del debito totale Ue. Però emerge un altro problema. Quali frutti nasceranno da questa seminagione di odio verso le istituzioni europee? qui le scuole di pensiero sono due. C’è chi pensa finalmente una svolta oltre il dominio della finanza internazionale, i poteri occuLti, ecc. Lo pensano ad esempio un gruppo di politici nostrani in gita ad Atene, a cercare riconoscimenti popolari che faticano ad avere in patria. Un nuovo inizio per un mondo più giusto. C’è però un’altra possibilità da non sottovalutare. Per me più probabile. Quando si comincia a maneggiare sentimenti come l’orgoglio nazionalista, la chiusura verso forme di sovranazionali fa, il disprezzo per le ragioni degli altri la storia ci insegna che piuttosto di una liberazione dei popoli si assiste alla nascita di populismi autoritari di destra. La storia non si ripete sempre eguale, d’accordo. Ma nella Spagna del 1936 sinistre risorse e radicali buttarono giù la repu biblica immaginando la rivoluzione sociale. E si beccarono per cinquant’anni la feroce dittatura franchista. E nel Cile di Allende le riforme non bastavano mai. C’era l’invadenza imperialistica americana da combattere. Ed il risultato fu naturalmente la feroce dittatura di Pinochet, sostenuta dagli interessi economici statunitensi. Avevano torto i vincitori, ma vinsero sulla incapacità degli altri  di offrire una realistica prospettiva. Mi auguro che la storia per la Grecia sia diversa, e non dipenderà solo dai greci.

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