Non deve essere paura

Pubblicato il 18 novembre 2015, da Nel Mondo

Dopo Parigi abbiamo ascoltato e lette tante parole. Quelle per aiutarci a capire, quelle gonfie di retorica, quelle miserevoli che eccitano all’odio per incassare un modesto dividendo politico. Sul piano dei sentimenti gli unici che hanno da dire parole vere sono i parenti e gli amici. Son quelli che avrebbero perfino il diritto di dire parole di odio e di vendetta. Da loro invece impariamo molto, una lezione di civiltà e di umanità. A vergogna di chi parla e straparla.

Così il fratello di Valeria Solesin, Dario, 25 anni: “Non è rabbia. E non deve essere paura: Valeria non ci perdonerebbe mai se fossimo spaventati e dunque ora restassimo fermi. Nel suo nome, la nostra sfida deve essere quella di non smettere mai di provarci, per riuscire a cambiare le cose”.. E la mamma: “Porteremo sempre nel cuore nostra figlia nel suo essere: quello che preme a me e a mio marito è il ricordo di nostra figlia che era una persona meravigliosa, una figlia, una persona, una cittadina e una studiosa meravigliosa ”
E ancora Dario: “Mai fermarsi, mia sorella non me lo perdonerebbe mai. Non sento rabbia ma soltanto un enorme vuoto. E una consapevolezza: non dargliela vinta, non spaventarci, ma continuare nell’unica direzione in cui Valeria avrebbe voluto: provare davvero a cambiare le cose, a fare in modo di vivere in un posto migliore”.valeria

Oppure le parole di  Antoine Leiris che si è rivolto su Facebook ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie.  

 «Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.  

 L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio». 

 Queste sono le persone che ci faranno vincere.

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