Gli iscritti hanno diritto di parola?

Pubblicato il 18 gennaio 2016, da Realtà padovana

 Per i pochi interessati alle vicende interne del PD padovano commento l’intervista di sabato sul Corriere Veneto del segretario Antonio Bressa, in risposta alle osservazioni preoccupate che sullo stesso quotidiano avevo fatto in merito al successo di Bitonci nei sondaggi. E’ poi intervenuto con proprie proposte Flavio Zanonato. Dice Bressa che Zanonato e Giaretta sono due semplici iscritti. Mi sembra un po’ avventato affermarlo per chi come Flavio ha fatto il Sindaco 17 anni ed è parlamentare europeo in carica, eletto con più di 100.000 preferenze.

Mentre invece ha perfettamente ragione nel mio caso. Sono un semplice iscritto. Quando ho finito il mio servizio parlamentare non ho chiesto o voluto nulla. Quando avevo qualche potere per la verità più di una volta il segretario Bressa ha approfittato del fatto che qualche potere lo avevo per soddisfare qualche sua ambizioncella personale, ma non conta. Semmai serve a ricordare che si può rottamare fin che si vuole ma certi possibili difetti del personale politico permangono nel tempo.

Sono un semplice iscritto. E intendo restare iscritto, anche per gratitudine al molto che mi hanno dato tanti iscritti dell’attuale PD e dei partiti che lo hanno fondato. L’unica attività “politica” che svolgo è su questo blog. Vedo che piace a parecchi e se non dà troppo fastidio al mio segretario vorrei continuarlo, da semplice iscritto del PD per l’appunto. Poi vado a parlare dove mi invitano. Punto. Se poi quelle pochissime volte che intervengo sulla stampa i quotidiani locali mi danno parecchio risalto si vede che i media hanno su di me un giudizio migliore del mio segretario.Partito_Democratico_Simbolo

Però anche i semplici iscritti possono fare delle domande. A cui il Segretario ha il dovere di rispondere. Tanto più che gli iscritti non sono qualche decina di migliaia ma pochissime centinaia. In calo. Può quindi dedicarsi a rispondere nel merito anche a qualche semplice iscritto. Tanto più se è convinto che nella città di Padova il PD goda ottima salute… Però ho imparato che si percepisce meglio l’umore del popolo fuori dal Palazzo. Non sento il vento in poppa per il PD della città di Padova.

Dice anche Bressa che lui vuole occuparsi del futuro, non ha tempo per il passato. Ora mi sembra un pensiero un po’ superficiale non sapere che nella vita individuale, nelle comunità, nelle organizzazioni, il passato, specie quello recente, influenza molto il futuro. Se non altro per non fare gli stessi errori. Il passato è sempre ingombrante, e ritorna, se non si è compresa la sua lezione. Ad esempio servirebbe ricordare che aver fatto le primarie senza nessuna condivisione di programmi è stato un grave errore di superficialità. Perchè anche se avessimo vinto non saremmo stati in grado di governare, perché divisi su troppe cose. E questo per gli elettori ha contato.

Comunque benissimo occuparsi del futuro. Con l’umiltà di riconoscere che la segreteria Bressa non inizia sabato 23, ma è in campo da due anni. E che, a proposito del passato, già due anni fa fu fatta una assemblea programmatica con molti impegni e nessun esito. E che il 21 luglio 2014 fu fatta una assemblea con un documento intitolato “L’ora di un nuovo inizio”, il nuovo inizio non c’è stato. O, da semplice iscritto, non me ne sono accorto.

Meglio tardi che mai, si dice. Ed è vero, salvo che il tempo perso ha sempre un costo. Questa sarà la volta buona? Me lo auguro vivamente da iscritto semplice, che però ha speso una parte della propria vita, in qualche ruolo di responsabilità, perché, dall’Ulivo al PD, nascesse in Italia una moderna forza progressista. Perché il futuro non nasce da solo. Bisogna farlo nascere.

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17 commenti

  1. Paolo Batt
    18 gennaio 2016

    Se si hanno a cuore le sorti del PD, suggerirei a tutti di evitare scontri polemici e personali per impegnarsi, anche rudemente se necessario, a far funzionare un partito che deve recuperare in Veneto (ma non solo) gravi e note difficoltà. Per questo motivo non mi interesso più di tanto delle schermaglie interne, della ricerca di visibilità personale, dei posizionamenti nelle varie aree, ecc. Attività che purtroppo impegna massicciamente molti dirigenti (o capibastone?) ed è una delle cause della conclamata autoreferenzialità del partito, nel quale spesso conta di più “chi fa” rispetto a “cosa si fa”. Antonio Bressa mi sembra si stia sforzando, più di altri, a promuovere iniziative politiche con il taglio giusto per migliorare la presa del PD a Padova. Inviterei pertanto tutti ad aiutarlo fattivamente in questa azione e consiglierei nel contempo a Bressa di accettare volentieri tutti i contributi sinceri, anche se provengono da “semplici iscritti”. Se si adottasse questo stile, forse potrebbe essere la volta buona.


  2. Adina Agugiaro
    18 gennaio 2016

    Caro Paolo, non solo credo che l’iscritto ( e visto che siamo pochi, come dici tu, la cosa mi pare fattibile ) può e deve parlare , illustre o normale che sia ma, viste le difficili condizioni del partito padovano, deve fare di più : DEV’ESSERE CONSULTATO IN TUTTE LE DECISIONI VITALI CHE ANDREMO A PRENDERE. Mi spiego : sulle candidature importanti, SIA QUELLE INTERNE CHE QLLE ESTERNE, i nomi dei candidati debbono essere presentati PRIMA, con a fianco i NOMI DEI PROPONENTI e SOSTENITORI della candidatura, che spiegano in breve il perchè del loro appoggio.. I candidati interni con i loro programmi verranno poi messi a confronto nell’ ASSEMBLEA ISCRITTI. Quindi segretati , candidati sindaci, consiglieri regionali e deputati nazionali. Non può più accadere, com’è accaduto, che deputati/e siano decisi in un paio d’ore da un boss, che si sceglie un fedelissimo /a con quei criteri femminil- rottamatori, che ci stanno facendo perdere tante elezioni e depauperano il partito delle sue VERE risorse. Così pure vanno interpellati gli iscritti sulle alleanze prima delle elezioni e, se comunali, durante il ballottaggio.Certamente hai ragione che il nuovo corso del Pd non è così illustre, ma una bella parte di responsabilità ce l’ha pure il vecchio corso, che i nomi attuali li ha proposti ed imposti, per corrente e con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il mio motto è:CIASCUNO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA’ : grandi elettori ed eletti. Con qualche motivazione scritta, gli iscritti avranno una motivazione in più per fare considerazioni, che peraltro FANNO BENISSIMO comunque. Perchè, siamo seri : come ovunque accade nei gruppi sociali, TUTTI SANNO TUTTO E PARLANO. TRASFORMIAMO QUESTO GOSSIP INFORMATISSIMO IN PARAMETRI da “legalizzare “, così da vedere se qualcosa si può davvero cambiare.


  3. fiorella
    18 gennaio 2016

    Gentile sig. Giaretta. Mi pare evidente che lei non abbia parlato da semplice iscritto…altrimenti i giornali non le avrebbero dato credito e spazio. Il passato dovrebbe servire al presente e al futuro? Beh credo di si a patto che chi è stato protagonista del passato si metta a servizio di chi opera nel presente con spirito costruttivo e non con arroganza.


  4. Roberto ongaro
    18 gennaio 2016

    Ho letto l’intervento di Paolo Giaretta e di Flavio Zanonato, pur diversi mi pare abbiano a cuore il futuro della città prima che quello del Pd. Il Pd infatti potrà evolvere, vincere o perdere le elezioni, ma se esso fosse solo una proposta di gestione del potere diventerebbe cosa ben diversa da ciò che ne ha motivato la nascita come forza organizzata che propone politiche, candidati, soluzione dei problemi e crescita ai cittadini. Io credo che ascoltare, riflettere e proporre sia un buon metodo per uscire da una palude in cui un progetto di governo della città è stato battuto. Lo si è fatto in questo due anni? A mio avviso non lo si è fatto è lo stesso errore lo si sta ripetendo a livello regionale. Uno conta uno dicono quelli dei 5 stelle, non sarà vero ma se uno, iscritto o meno, conta zero qualche problema c’è. Tra tre anni si vota, qual’è l’idea di città, di vita sociale e di crescita che si propone a chi dovrebbe votare un sindaco diverso dall’attuale? Io credo che questa proposta, con molta umiltà debba scaturire dal confronto con chi si interessa della cosa pubblica e con chi vive le paure e i disagi di una città complessa come Padova. C’è un altro metodo? Bene se esiste sarebbe buona cosa venisse esplicitato. Comunque sia stiamo vivendo in una decadenza dell’ importanza di Padova nel Veneto e per invertire la tendenza non bastano soluzioni che non coinvolgano i cittadini. Di questo dibattito e analisi sento bisogno, il resto mi interessa molto meno.


  5. Paolo
    18 gennaio 2016

    Gentile Fiorella, condivido la sua affermazione “a patto che chi è stato protagonista del passato si metta a servizio di chi opera nel presente con spirito costruttivo e non con arroganza” Le confermo che io non ho alcun incarico di partito.E non ho MAI detto di no a qualunque richiesta mi sia stata fatta per il bene del partito: tenere relazioni, trovare relatori, preparare materiale, partecipare alle riunioni, ecc. Io sono un semplice iscritto. Se poi i quotidiani danno rilievo a quello che dico (forse perchè ritengono che quello che dico non sia stupido e banale) non vorrà mica farmene una colpa. I partiti muoiono per troppo silenzio e per la mancata produzione di idee. Mi preoccupa un certo atteggiamento: che non solo si voglia emarginare chi ha fatto qualcosa nel passato, ma si pretenda anche che non parli. Per quel che mi riguarda questo non l’accetterò mai. perchè da un partito ci si può anche dimettere, da cittadino no.


  6. Mario
    18 gennaio 2016

    Leggo con stupore alcuni interventi. Quando eravamo giovani noi, avevamo rispetto di chi aveva più esperienza. oggi, non si ha bisogno? forse per questo qualche giovane si sente “autorizzato” far da se. Questa è ARROGANZA.


  7. Leopoldo Franceschini
    18 gennaio 2016

    Io non sono nemmeno un iscritto, ma un elettore che hasempre votato PD. Trovo la polemica tra il vecchio e il nuovo scadente e inutile e perciò altamente dannosa.
    L ‘ importante in questi mesi che mancano alle elezioni è di costruire una forte e concreta piattaforma di programma. Deve essere fortemente innovativa e deve suscitare la attenzione non solo degli elettori padovani, ma di tutte le voci che a livello nazionale contano qualcosa. E’ vero che le piste ciclabili sono un problema o che la sicurezza in zona stazione sia un problema come a suo tempo via Anelli, ma noi dovremo dare per scontato certe soluzioni e volare molto più alto con proposte che attirino sulla nostra città investimenti e occupazione, promuovano Padova come la città più ospitale con soluzioni di avanguardia per coloro che oggi faticano a sopravvivere,ecc. Insomma bisogna cominciare a lavorare senza porsi dei limiti e utilizzando tutte le tante eccellenti competenze che la città può offrire al nostro partito. Vecchio e nuovo è oramai un disco rotto


  8. Tosato Francesco
    18 gennaio 2016

    Giaretta e Bressa hanno in comune la voglia di promuovere il dibattito nel Pd per uscire dalle secche e programmare un futuro migliore per il partito e per la città. Ci sono state false partenze? Male, ma ora il tempo stringe e ripartiamo intanto dalla assemblea di sabato 23, nessuno escluso.


  9. Pino Zanellato
    18 gennaio 2016

    Eh già canta Vasco rossi.vede Paolo io sono un semplice iscritto, mi conosce non per nome ma per avermi visto in tutte le campagne elettorali con il mio banchetto in piazza erbe e ai montaggi di tutte le feste dell’ unità cittadine, e che poco filosofo ma profondo conoscitore delle piazze e delle genti avrebbe titolo e conto per poter dire qualcosa sugli umori e sul comune sentire. MA tutte le volte che ho provato e che sentivo necessità e anche dovere di dire sull’ aria che tirava , sono stato ascoltato solo per cortesia, e avevo la sensazione che di quello che dicevo nulla veniva colto, così come il raglio del somaro che si perde nel vento.la certezza dell ‘idiot savant buono solo per i volantinaggi ed i montaggi ma ospite non gradito o mal desiderato.
    Può esser di non esser all’ALTEZZA o di esser considerati tali in via b. Pellegrino e un Po me ne dispiace, ma ancor di più Mi spiace che non si capisce He una tessera vale uno , la mia come la loro . ( scritta di botto , Ma non sono un letterato spero si capisca il senso )


  10. Grazia Rizzato
    18 gennaio 2016

    Credo che più che mai serva rivolgere lo sguardo al passato per comprendere i motivi dell’insuccesso nel Veneto; quelle divisioni di cui lei parla, che hanno portato alla vittoria di una persona che sta disastrando una città. Ero presente alle Primarie e ho visto quante persone “sudavano” quando dovevano ritirare la scheda per andare a votare. Temevano di venire automaticamente iscritti nel partito e occorreva rassicurarli. Senza voler ostentare o mettere in mostra il mio impegno di allora, garantisco che ho portato avanti una situazione pesante data la grande partecipazione, ma di questa affluenza una buona parte era…diciamo non proprio di sinistra. Mi ero fidata di Renzi, dopo aver visto i balletti che nel PD i soliti noti andavano facendo, ma la delusione è stata grande. Non ritengo giusto che non ci sia diritto di parola come iscritti, come persone che hanno un bagaglio politico che, proprio per eventuali carenze precedenti, possono mettere a disposizione di un partito che non gode di molto consenso. Si tratta di unirsi, sapersi confrontare, trovare accordi poiché questo è la politica: comunque confronto fra modi di vedere diversi ma che devono portare a un incontro, una condivisione se non si vuole consegnare definitivamente il Veneto, e mi vien da dire, il Paese alla Lega. Francamente meritiamo di meglio.


  11. Paolo
    19 gennaio 2016

    Naturalmente se le cose andassero bene tutto sarebbe legittimo. Se le cose vanno male bisognerebbe mettere insieme tutte le energie disponibili…


  12. Paolo
    19 gennaio 2016

    Sono perfettamente d’accordo. E se ho fatto un intervento una tantum è perchè finora quel lavoro che giustamente indichi non è stato nemmeno tentato. Vedremo se ora, dopo tre anni di segreteria Bressa, finalmente ci sia la volontà di lavorarci sopra. E questo dibattito tra vecchio e nuovo è ridicolo. Valgono le idee, ora gli organi del partito sono in mano a giovani generazioni, idem il gruppo consiliare. Si lavori e si produca progetto. Certo me capita di essere chiamato a parlare ad associazione di categoria, associazioni culturali, associazioni del mondo cattolico, ecc. Sembra che al partito della città di Padova non interessi quello che posso dare. Se le cose andassero bene nessun problema. Siccome le cose vanno male sarebbe bene mettere insieme tutte le energie…


  13. Paolo
    19 gennaio 2016

    Caro Francesco, benissimo, spero anch’io che a partire dal 23 ci sia un inizio. Perchè finora non c’è stata una falsa partenza, non c’è stata nessuna partenza. E Bressa è segretario da tre anni. La mia critica può essere sbagliatissima, ma si risponde nel merito e non facendo spallucce


  14. Paolo
    19 gennaio 2016

    Caro Pino, hai espresso esattamente quello che anch’io volevo dire con il mio intervento. Non c’è disponibilità all’ascolto, non c’è voglia di organizzare e coinvolgere le energie disponibili. Sembra anzi che si preferisca allontanarle, si aia paura di un confronto che metta in discussione il proprio ruolo. Facciamo l’esempio dei banchetti, con cui tanti militanti generosi mettono il loro tempo senza chiedere nulla in cambio. Ma sarebbe necessario che il partito mettesse a disposizione del materiale decente di propaganda, facesse dei corsi di formazione per i distributori sui temi oggetto del pezzo di propaganda, e poi ascoltasse chi è stato in piazza: cosa dice la gente, come siete stati accolti, ecc. per non rendere inutile quella fatica. Questo vuol dire essere dirigenti politici, non occupare una sedia in attesa della prossima. per questo ho deciso di iniziare a parlare. Voglio troppo bene al PD per vederlo morire come comunità che pensa e discute senza dire nulla.


  15. Paolo
    19 gennaio 2016

    Cara Grazia il problema è quello che dici. Far finta di non vedere le difficoltà serve solo a peggiorarle. Se sono intervenuto sulla stampa, non avendo altri luoghi, perchè nel partito comunale non si è mai voluto discutere seriamente della situazione dopo la doppia sconfitta comunale e regionale, è solo pensando ai molti che per il PD si sono spesi credendoci, hanno creduto nella novità di Renzi ed ora, a Padova dove c’è un segretario renziano, delle novità di Renzi non si porta nulla sul territorio, si lascia morire il partito. Non è giusto.


  16. Fiorenza
    19 gennaio 2016

    I contenuti delle provocazioni possono essere di varie sfaccettature e dovuti a motivazioni di livelli politici e umani diversi. Se gli iscritti al PD sono sempre meno, le motivazioni sono più di una. Se il consenso (o l’indice di gradimento) verso gli attuali amministratori è percepito forte, i contenuti sono i più svariati. Non è detto che occuparsi degli stessi temi sia la strada giusta. Può essere come guardare le singole onde crespate sul mare e non accorgersi delle forti correnti profonde su cui nuotano i pesci. C’è una parte della popolazione che rimane in silenzio, o viene lasciata in silenzio… e interpretata in maniera arbitraria. Questa è una delle responsabilità.
    Fiorenza


  17. Paolo
    19 gennaio 2016

    cara Fiorenza, sono molto d’accordo. Guardare le correntiprofonde, non restare in superfice


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