Unioni civili: vita e non ideologia

Pubblicato il 7 gennaio 2016, da Politica Italiana

La ripresa politico parlamentare di gennaio sarà caratterizzata dall’approvazione al Senato del testo sulle unioni civili. Un altro impegno programmatico assolto. E la conclusione di un iter lunghissimo (ricordate i PACS del primo governo Prodi che non riuscirono ad arrivare al traguardo?), reso necessario tra l’altro anche dalle sentenze della Corte Costituzionale.

Premetto: ritengo il testo una ragionevole soluzione. Ritengo peraltro una inutile forzatura ideologica aver voluto introdurre la stepchild adoption, cioè l’adozione di un figlio del partner per i motivi che ha ben tratteggiato Giampietro della Zuanna sull’Unità . Si tratta di una forzatura ideologica: quanti saranno i casi in Italia? Pochi, riguardanti certamente coppie abbienti. Si dirà: ma i diritti sono individuali, pochi o tanti non conta. Certo, ma la politica deve sempre misurarsi con un principio di priorità. Quanti diritti resi inesigibili dalla latitanza della politica: penso alle famiglie numerose a cui lo Stato riesce a dare poco o niente, alle famiglie che sopportano la tragedia del sostegno, amoroso ma devastante, di persone totalmente non autosufficienti, lasciate sostanzialmente sole, ecc. Sarebbero temi che dovrebbero stare a cuore alla sinistra più della stepchild adoption…

Comunque è bene chiudere la vicenda. Tuttavia in questo commento mi interessano più gli aspetti politici, lo stato del dibattito dentro il PD, l’essere o meno all’altezza di una sfida culturale. Quando la relatrice Cirinnà (del PD) dichiara che le difficoltà restanti vengono da una esigua residuale minoranza di “conservatori cattolici” che non contano nulla dimostra di non essere all’altezza del suo ruolo. Perchè chi ha firmato o sostenuto la proposta dell’affido in luogo della stepchild adoption sono delle persone per bene, per nulla prigionieri di visioni di conservatorismo cattolico. Penso appunto a Giampietro Della Zuanna o alle considerazioni critiche di Franco Monaco, che se mai esistessero davvero i cattocomunisti lui ne sarebbe un esempio. E andrebbero almeno rispettati e non dileggiati. Se non fossero persone perbene potrebbero contare molto, cara Cirinnà, facendo cadere il governo, e avremmo una maggioranza per approvare una legge sulle unioni civili e non per governare.Dichiarazione programmatica Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Oppure quando la responsabile welfare del PD dichiara “Il PD appena dopo l’approvazione delle unioni civili non può che incamminarsi verso la strada dei matrimoni gay” è all’altezza del suo ruolo? Non solo perché parla a nome di un partito senza che ci sia stata alcuna decisione in materia ma soprattutto perché dichiara all’opinione pubblica che le decisioni del Parlamento, le faticose trattative sono tutte una finzione, un passaggio strumentale, gli obiettivi sono altri. Dando perciò argomenti ai critici.

Che saranno minoranza, certamente i cattolici su certi temi sono non da oggi minoranza (vedi referendum divorzio e aborto), ma bisognerà che questi dirigenti e parlamentari del PD riflettano un po’ di più sul fatto che quella contemporanea è una società delle minoranze. Non è che alla minoranza cattolica si contrapponga una maggioranza laica, consapevole,con una visione generale e progressiva della società. Prevale piuttosto una società dell’indifferenza, del disinteresse, della deresponsabilizzazione, dell’egoismo: la legge non mi riguarda, fate quello che volete. Ed è compito della politica cercare di comporre nel miglior modo possibile le diversità. Non disprezzando nessuno. E non avendo la visione distorta, dimenticando che leggi elettorali maggioritarie a volte illudono che ci sia nel paese una maggioranza che in realtà c’è solo nel Parlamento.

E anche sul fatto di che cosa stia diventando la sinistra a livello europeo. Si sta rinchiudendo dentro il recinto dei diritti individuali, ma poco riesce a fare per quelli collettivi. Avremo paesi in regola formalmente con i “diritti” per minoranze potenti ed organizzate, ma con la coscienza sporca sui drammi epocali dei profughi, o sulle crescenti diseguaglianze, o sul diritto negato al lavoro. A che serve una sinistra così?

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