Vincere per Padova, per un nuovo inizio

Pubblicato il 24 giugno 2017, da Realtà padovana

Trovo fenomenale lo slogan scelto per il comizio finale della nostra campagna elettorale: Festa di Inizio. Intanto perché è stata una bella festa davvero.

Tanta gente, gente contenta e sorridente, piena di passione. Due alleati sfiniti ma uniti. Festa di popolo, di un popolo che vuole davvero un nuovo inizio per Padova. Altro che chiusura. Un clima ben diverso nella piazza oscura che ha visto la chiusura (e che sia chiusura davvero) di Bitonci, poca gente nonostante il pesce nostrano e pochi sorrisi.

Nuovo inizio. Di un laboratorio politico interessante non solo per Padova. Una cosa nuova che assomiglia peraltro ad una cosa conosciuta, perché le cose buone ritornano. Non assomiglia forse al buon vecchio Ulivo? Anche lì capacità di mettere insieme cose diverse, l’esperienza dei partiti e l’apertura di movimenti civici, persone sperimentate nella vita politica e persone che alla politica arrivano per vie diverse. La capacità di realizzare un campo largo di tutto il mondo progressista all’insegna di apertura e futuro.

Con l’Ulivo era emersa la figura di Prodi, una singolare personalità mezzo imprenditore e mezzo professore. Uno così qui non l’abbiamo trovato ed allora ne abbiamo messo insieme due: un imprenditore ed un professore, espressione di società aperta e dinamica.

Del resto Padova non è nuova ad esperienze politiche anticipatrici. Quando nel 1964 fu fatta una delle prime giunte di centrosinistra organico o quando nel 1992 con Flavio Zanonato facemmo la scommessa vincente della prima giunta italiana in un comune capoluogo di collaborazione organica DC/PDS.

Ai nostri avversari è rimasta solo la strada dell’insulto personale, della bugia professionale, delle fake news. Del resto oggi purtroppo funziona anche così. Un sito indipendente ha certificato che nella campagna elettorale Trump ha usato solo l’1% di affermazioni sicuramente vere, il 7% di prevalentemente vere, il 14% di mezze verità, il 17% di dichiarazioni per lo più false, il 41% di falsità ed il 20% di bugie inverosimili. Bitonci è restato in media, per cercare di convincere settori anche di una borghesia chiusa, ferma all’idea del comunismo anni ’50 o un popolo spaventato ed incerto.

Per fortuna c’è un’altra Padova che spero si dimostri domenica maggioritaria, che crede nella democrazia fatta di rispetto e dialogo, che non ha paura del futuro ma vuole contribuire a crearlo. Che vuole una città bella, aperta e fiduciosa.

Dipenderà anche dal nostro voto, diamoci da fare fino all’ultimo. Ne vale la pena  

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