Lasciateli lavorare?

Pubblicato il 24 maggio 2018, da Politica Italiana

“Lasciateli lavorare” è l’invito dei supporters del governo giallo verde anche sulle mie pagine Facebook, di fronte a qualche circostanziata e limitata critica ad alcune vicende che stanno accompagnando la formazione del Governo. Ricordo bene che l’identica intimazione “Lasciatelo lavorare” era quella dei supporter di Berlusconi dopo la sua discesa in campo…

Nessuno può impedire di lavorare al Governo che gode di una maggioranza parlamentare, e anche gli spazi dell’ostruzionismo con i nuovi regolamenti parlamentari si sono molto ridotti. Ma la ricchezza della vita democratica richiede anche la formulazione di critiche di fronte all’opinione pubblica. È un diritto ma è soprattutto un dovere. Perché la democrazia non è fatta da greggi di pecore ma da persone che vogliono conservare l’esercizio del libero giudizio più che l’appartenenza faziosa.

Certo, le critiche devono essere circostanziate, non prevenute. Né fatte con un mal riposto senso di superiorità, tipo che chi andrà a governare siano dei dilettanti allo sbaraglio. Non è così, e in ogni caso questo è un giudizio da dare a posteriori. Come sempre si deve giudicare dai frutti.

Tuttavia ci sono già dei fatti su cui dire qualcosa. Sul possibile taroccamento in senso ottimistico del curriculum del Presidente del Consiglio incaricato non si sono avute smentite. Certo sono fatti secondari che in un paese come l’Italia contano molto poco. Magari in altri paesi con opinioni pubbliche più esigenti dal punto di vista etico questi sono comportamenti ostativi all’assunzione di rilevanti incarichi politici. Conte potrà rivelarsi un ottimo Presidente del Consiglio, al di là della maggioranza che lo sostiene. Un po’ vanesio forse, se il taroccamento c’è stato. Certo uno poi pensa al giustificato processo cui è stata assoggettata da parte dei grillini il Ministro Fedeli per aver fatto passare per laurea un diploma di assistente sociale e capisce che la vecchia regola “due pesi e due misure” è sempre viva e vegeta.

Non so se il prof. Paolo Savona farà il Ministro. Anche qui: persona di qualità, assolutamente competente. E anche le sue posizioni sull’euro sono un po’ più complesse di quelle che si presentano in modo semplificato. Ha detto ad esempio chiaramente che uscire dall’euro sarebbe molto più costoso che restarvi.

E tuttavia se non si vuole prendere in giro l’opinione pubblica occorre dire che l’ottantaduenne prof. Savona rappresenta il prototipo perfetto di competenze osteggiate, dileggiate e additate al ludibrio dell’opinione pubblica nei blog pentastellati. Con una quarantennale presenza dentro poteri molto robusti. Lo conosco bene, l’ho incontrato in tanti luoghi del potere romano durante la mia attività parlamentare e di governo. Uomo di banca e di finanza, viene da quella Banca d’Italia, additata dai grillini come il luogo di una tecnocrazia a servizio dei poteri forti, ha amministrato banche ed istituzioni finanziarie, qualcheduna anche andata a remengo (vi ricordate di Capitalia di Cesare Geronzi?). Presidente di fondi finanziari con sede a Londra e in Lussemburgo. Direttore generale di Confindustria, amministratore di grandi aziende di costruzioni. È stato anche presidente del Consorzio Venezia Nuova, quello del Mose e dei lavori senza gara…E del resto non diverse sono le frequentazioni da parte del prof. Conte di molti poteri che hanno operato nella prima e nella seconda repubblica. Sono fatti, non critiche prevenute o superficiali.

Insomma se Savona fosse un avversario dei grillini sarebbe indicato come il tipico esponente della casta, della finanza internazionale e degli interessi forti del paese, dentro cui è stato per qualche decennio. È anche vicepresidente di Aspen Istitute Italia, istituzione espressione di circoli finanziari internazionali dove si trova in ottima compagnia con personalità come Giuliano Amato, Gianni De Michelis, Cesare Romiti, Carlo Scognamiglio, Giulio Tremonti. Come vedete una personalità che ha attraversato per lunghi anni tanti poteri pubblici e privati. Pensate un po’ cosa avrebbero detto i grillini se fosse stato scelto come ministro al posto di Pier Carlo Padoan…

Non è che si debba fare opposizione con questi argomenti. Sarà il merito delle cose ad offrire argomenti solidi che bisogna essere capaci di gestire di fronte all’opinione pubblica. Ma la democrazia funziona anche se c’è un qualche principio di verità, di corrispondenza tra le cose che si dicono ed i fatti che si avverano. Savona non è un esponente di una possibile nuova Italia, ma l’esponente di vecchi poteri. Di poteri che passano anche sopra gli Stati. Prima o poi la realtà emerge, e quando c’è una divaricazione tra il racconto ed i fatti nascono le delusioni. E ogni delusione indebolisce la fiducia e perciò la democrazia. Ce ne rimettiamo tutti.

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