Auditorium scelta giusta

Pubblicato il 23 luglio 2013, da Dai giornali

Il Gazzettino, 23 luglio 2013

La scelta di realizzare il nuovo Auditorium per la musica in Piazza Eremitani è un bell’esempio di buon governo. Tenere fermo l’obiettivo strategico (la buona musica come risorsa che la città può offrire ad una vasta area) ma sapere adattare il modo ai tempi cambiati. La realizzazione a piazzale Boschetti era soggetta a molte ed incerte condizioni: la difficoltà finanziaria per la costruzione (ma anche per la gestione) con le incertezze legata alla effettiva disponibilità del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio, subordinata ad un consenso allargato che oggettivamente non si era realizzato, con un cambiamento di opinione da parte della Amministrazione Provinciale. La polemica per i presunti effetti del cantiere sulla Cappella degli Scrovegni, senza fondamento scientifico, ma che comunque poteva agitare una campagna di stampa anche di livello internazionale con firme autorevoli, foriera di dinieghi di autorizzazioni o possibili blocchi delle autorità di vigilanza in corso d’opera, tanto per rinnovare la tradizione delle grandi incompiute. Perplessità diffuse all’interno del Consiglio Comunale, anche tra le file della maggioranza.

Scelta saggia dunque quella compiuta dal Sindaco Ivo Rossi. Tra l’altro la nuova localizzazione non è affatto un ripiego, ma porta con sé molti aspetti positivi. Il riuso dell’edificato, piuttosto che una nuova costruzione, con la possibilità di una operazione di risanamento urbano in Piazzale Boschetti e di valorizzazione delle funzioni del centro storico. La realizzazione di una grande isola cittadina per la Cultura: Cappella degli Scrovegni e Chiesa degli Eremitani, Museo Civico agli Eremitani e a Palazzo Zuckermann, Centro San Gaetano con Biblioteca Civica e spazi espositivi, ora polo musicale con Nuovo Auditorium, Pollini e spazi ottimali per il Conservatorio, importante “fabbrica” di nuovi musicisti e di produzione della cultura musicale. Con la realizzazione dell’altro grande polo della cultura al Castello Carrarese, su cui seriamente lavora Andrea Colasio, si completerebbe quella “dorsale culturale” di cui aveva parlato ancora negli anni ’80 Settimo Gottardo, allora assessore alla Cultura, prima di essere Sindaco…

Una concentrazione di una offerta culturale che poche città possono proporre, foriera di importante attrattività per il turismo culturale, che è una componente sempre più importante nell’economia turistica, risorsa della città che deve sempre essere ben valorizzata. Ricordiamo che poi tra Palageox e Piazzola Padova è diventata una piazza europea per la musica pop.

Sono positivi anche gli aspetti gestionali, con una sostanziale unificazione di due grandi sale per la musica (nuovo Auditorium e Pollini) e del Conservatorio, con evidenti risparmi nella gestione futura.

Ed è interessante osservare che se la cosa andrà in porto sarà un esempio di come l’unione di forze vitali della città può produrre risultati importanti. L’idea nasce da un contributo progettuale libero e volontario di un importante studio padovano di architettura, lo Studio Carli-Moschino, un bell’esempio di sensibilità civica. Alla saggezza della Fondazione Cassa di Risparmio che aiuta a trovare una soluzione si unisce la determinazione del Prof. Giovanni Costa, Presidente della Cassa di Risparmio del Veneto, proprietaria dell’immobile. Che non a caso ha dato alle stampe l’aureo libretto “Il bello e l’utile” che ripercorre la straordinaria esperienza di una alleanza pubblico/privato per la realizzazione nel ‘700 dell’ineguagliabile Prato della Valle ad opera di Andrea Memmo, esempio di visione e concretezza. Modello che potrebbe ben applicarsi alla vicenda dell’Auditorium.

La Padova del fare e del fare bene. Di questo abbiamo bisogno e la vicenda dell’Auditorium potrebbe essere un bellissimo segnale: da una difficoltà non il blocco ma una soluzione in avanti.

 

 

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2 commenti

  1. Michele Cortelazzo
    23 luglio 2013

    Ma solo a me fa specie che una delle ragioni più forti nel portare alla rinuncia al progetto iniziale sia stato il venir meno del finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio e ora la soluzione è di acquistare un immobile della Cassa di Risparmio?


  2. Paolo
    24 luglio 2013

    Caro Michele, non si compra un immobile dalla cassa di Risparmio con soldi del Comune. Lo schema dovrebbe essere questo: l’immobile che è di proprietà di Unicredit (cui fa riferimento la Cassa di Risparmio del Veneto) dovrebbe essere acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio con una parte dei fondi previsti per l’operazione auditorium e messo a disposizione del Comune. In sostanza con i 25 milioni previsti di contributo si dovrebbe concludere tutta l’operazione (acquisto e trasformazione in auditorium) senza oneri per il Comune.


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