Consenso, la comunicazione politica

Pubblicato il 17 dicembre 2013, da Relazioni e interventi

Mario Rodriguez, Consenso – la comunicazione politica tra strumenti e significati, Guerini 2013

Un uomo di comunicazione che ci parla con questo libro dei limiti della comunicazione. O meglio: ci invita a non sopravalutare il ruolo degli strumenti di comunicazione (quelli tradizionali fino alla televisione e quelli nuovi come i social forum) come spesso siamo tentati a fare. E a non sottovalutare il fatto che “ se il messaggio, lo stimolo che giunge dai mezzi e tramite questi modifica i comportamenti, spinge a fare o a pensare qualcosa, esso tuttavia deve essere rielaborato, ritenuto valido. Deve assumere un significato per chi riceve, deve essere inserito nella sua vita, nella sua esperienza e diventare stimolo per un comportamento”.

Come spiega bene Diamanti nella sua illuminante prefazione la crisi di fiducia nella politica è una crisi di identità e di senso. E perciò si tratta di saper ricostruire una relazione con gli elettori che dia appunto identità e senso, in modo condiviso. Che appunto consiste nel riscoprire il senso profondo della parola consenso. Che non è riconducibile solo alla aritmetica dei flussi elettorali ma esprime una domanda di con-senso, di cum sentire, di sentire insieme.

Non bisogna innamorarsi troppo del mezzo, ma piuttosto conoscere meglio le tecniche. Vendere un candidato non è come vendere una saponetta, però bisognerebbe imparare meglio la lezione del marketing sulle motivazioni del consumatore e sulla potenza comunicativa di una affidabilità del prodotto. “I cittadini decidono attraverso un processo di selezione delle informazioni condizionato dai limiti cognitivi dell’individuo e da quanta importanza attribuiscono alla politica nella loro vita…tutti poi cercano di  proteggere le proprie convinzioni recependo soprattutto le informazioni in sintonia con le proprie idee e scartando quelle contrastanti.”

Qui secondo Rodriguez il marketing può insegnare molto, soprattutto a capire che, come per le decisioni di acquisto, conta molto la percezione del consumatore/elettore: “il significato di un candidato o di un partito è determinato più da chi li vota che non dalle cose che questi pensano di rappresentare o dalle cose che dicono, dai loro manifesti o dai documenti programmatici. Un partito o un leader non sono quello che credono o dicono di essere, ma assumono il significato che attribuiscono loro quelli che li scelgono”.rodriguez

Se questo è l’atteggiamento è chiaro che viene potenziato dal nuovo ruolo dei social media: “i cittadini non sono solo consumatori od elettori, ma buoni conduttori di informazione ..diventano il collante della comunità di scopo o di interesse, che si formano con caratteristiche più laiche e meno religiose di quanto il termine implichi. E la coesione proietta una sensazione di forza che unisce i sostenitori e li motiva”. Sottolinea Rodriguez come la rete rappresenti un cambiamento profondo del modo con cui la gente apprende e condivide informazioni, con una fortissima disintermediazione: “in politica può dar luogo a processi di democratizzazione – trasformando le persone da fruitori passivi di decisioni a protagonisti attivi e consapevoli – sia a forme inedite di consenso attorno a idee o leader di natura populista”

Tra l’altro questa profonda innovazione nel sistema comunicativo e relazionale comporta (è un tema che Rodriguez non affronta) una profonda trasformazione della natura dei partiti e ancora una volta dovremmo essere coscienti delle potenzialità del PD, che possiede insieme una rete relazionale tradizionale, ancorata ai territori ed alle comunità territoriali ma insieme la potenzialità di una rete di elettori partecipanti (primarie) che con il supporto dei social forum può diventare uno straordinario potenziale di condivisione e diffusione di sentimenti condivisi.

Un libro perciò da leggere da parte di chi avverte la necessità di cambiare in profondità il modo di essere e di lavorare dei partiti, ma nello stesso tempo non vuol essere prigioniero di superficiali luoghi comuni.

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