Completare il capolavoro

Pubblicato il 27 maggio 2014, da Politica Italiana

E adesso bisogna completare l’opera. Il risultato delle amministrative ha confermato l’ottimo consenso nei confronti del PD, sia pure senza l’exploit eccezionale delle Europee. Ma le coalizioni attorno al PD si avviano a vincere quasi tutti i capoluoghi di provincia, oltre a comuni di grande rilievo già vinti. Pensiamo nel Veneto a Valdagno e Camposampiero per tutti.

Anche Padova? Certo anche Padova. Il risultato è stato inferiore alle aspettative? Sì, sondaggi che anche in questo caso hanno dimostrati di non avere alcun fondamento reale, e il risultato delle Europee avevano innalzato l’asticella delle aspettative, ma il voto delle urne corrisponde alla fotografia politica della città. Quindi andiamo al ballottaggio sapendo che la battaglia sarà dura ma assolutamente contendibile. Lo dico non per darci coraggio ma sulla base di dati oggettivi:

a)      Padova è sempre stata, da quando si sono esauriti i partiti della prima repubblica, una città spaccata a metà tra centro destra e centro sinistra. I successi dell’una e dell’altra parte sono avvenuti sempre di misura. Quasi sempre il centrodestra ha vinto alle politiche, quasi sempre il centrosinistra ha vinto alle amministrative, salvo l’infausta parentesi della Destro.rossisindaco

b)      E’ utile fare memoria dei dati. Chi si ricorda più quanto prese Zanonato al primo turno della scorsa tornata amministrativa conclusasi con la sua riconferma? Sapete quale era stata allora la distanza tra Zanonato e Marin? La bellezza di972 voti. E abbiamo vinto. Questa volta la distanza tra Rossi e Bitonci è di  2.598 voti, una forbice più ampia di parecchio. La differenza è un’altra. Che allora già al primo turno si era realizzato un assetto bipolare. Tra Zanonato e Marin si era raccolto il 90,6% dei voti, mentre questa volta Rossi e Bitonci raccolgono solo il 65,1% dei voti espressi. Restano fuori soprattutto due pacchetti di voti rilevanti, uno nell’area del centrosinistra raccolti da Fiore (ma c’è anche Colasio), una nel centrodestra con Saia.

c)      Se la politica si facesse con la matematica (ma non si fa con la matematica…) potremmo dire che sommando i voti di tutti i candidati sindaci per le aree politiche di appartenenza e escludendo i voti dei penta stellati la coalizione di centrosinistra (PD e liste collegate, Padova 2020, Colasio e Ruffini) si mettono insieme 53.500 voti rispetto ai 47.946 del centrodestra.

d)     La politica non si fa con la matematica (che però serve) e il ballottaggio serve all’iniziativa politica. Perché adesso i tema è molto semplice. Quanti degli elettori che hanno votato Fiore sono disponibili a far prevalere (con il loro voto o la loro assenza) un candidato che adesso ha messo il fazzolettino verde nel taschino ma è pur sempre il capogruppo parlamentare del partito della lega, apparentato in Europa con Le Pen, protagonista di una partita antieuropea, secessionista, eccitatore di paure e disprezzo per i diversi, alla fine il partito delle banane ai negri, ecc.? E quanti di coloro che hanno votato Saia, tra cui anche l’NCD, sono disponibili a vedere affermare nel Veneto un’altra posizione alla Lega, indebolendo la prospettiva politica della costruzione di una nuova destra moderata?

e)      Qui sta lo spazio dell’iniziativa politica. In particolare nei confronti di Padova 2020. Non torniamo al passato, ma certo Fiore ha fatto le primarie con gli altri partiti della coalizione di centrosinistra e non posso pensare che vi possa essere una equidistanza tra Rossi e Bitonci. Padova è una grande città, il risultato finale avrà un rilievo politico ed il centrosinistra è il campo in cui combattere e i voti si devono esprimere tutti perché la città non abbia una grave regressione politica e amministrativa.

Perciò al ballottaggio ci andiamo fiduciosi. Nessun giorno va però perso perché il risultato arrivi.

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2 commenti

  1. Emiliano
    27 maggio 2014

    Sono d’accordo. Però proprio perché è giusto lasciar perdere il passato, è giusto ricomporre quest’area, è giusto anche riconoscere che gli errori sono stati di tutti, Fiore per la sua radicalità e Ivo per la sua testardaggine. Parliamoci chiaro: è politica, ma è anche un fatto personale, oramai. Lei, Giaretta, è una persona abile ma anche umana e con senso delle cose. Si proponga come mediatore. Fate ragionare le parti. Ovviamente Fiore non potrà chiedere di stravolgere tutto. Però invitate Ivo a divenire più malleabile, a dimostrare di cedere qualche cosa, di comprendere e di impegnarsi per alcune almeno delle battaglie importanti per Fiore. Io sono convinto che se c’è un paio di cose di sostanza del programma di Fiore che verranno accolte con entusiasmo e un po’ di cenere sulla zucca, Fiore e la sua assemblea andranno con Ivo non perché il meno peggio, ma per partecipare attivamente, pur nella diversità di idee, al centrosinistra padovano. E sarebbe un bene per tutti. Non è stato un risultato entusiasmante, basta non farne una malattia, però.


  2. Paolo
    27 maggio 2014

    Sono d’accordo e cercherò per quello che posso di lavorare perchè questa sia la conclusione


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