In Veneto: buone vittorie, amare sconfitte, lotta al malaffare

Pubblicato il 10 giugno 2014, da Politica Italiana

Intervento nella direzione regionale del PD veneto, 9 giugno 2014

I risultati delle Europee non abbisognano di commento. Tanto sono stati travolgenti. Una nettissima apertura di fiducia al lavoro che sta facendo Renzi. Le amministrative sono naturalmente più complesse. Dentro una ulteriore significativa vittoria (governeremo 160 comuni sopra i 15.000 abitanti rispetto ai 128 di prima, 20 capoluoghi rispetto ai 15 di prima, ed abbiamo già dimenticato che abbiamo vinto in Piemonte e Abruzzo, dopo la Sardegna) a me sembra che ci sia stata una costante. E’ una linea di tendenza, non sarà stato dappertutto così. Ma quasi sempre, nelle vittorie (molte) e nelle sconfitte, poche ma dolorose (nel Veneto Padova e Schio), la ragione è da ricercarsi dalla capacità o meno di aver dato una risposta alla domanda di discontinuità. Che è qualcosa di diverso di un cambiamento di facce. E’ la capacità di rappresentare un nuovo inizio, l’apertura anche di un metodo diverso di governo, di nuove sperimentazioni, di un lavoro che va fatto in sede locale prima di tutto per riconciliare popolo e istituzioni. Teniamolo presente per la sfida che è alle porte della regione Veneto. Anche qui: non tutto può essere ridotto ad una questione di nomi, che pure conterà, perché bisogna saper esprimere una leadership convincente. Sta anche nella capacità di elaborare  e comunicare un progetto per la comunità veneta. Bisogna partire subito. Perché come è ovvio la leadership di Renzi non si trasferisce sui territori. Aiuta ma non può supplire se manca una leadership locale capace di suscitare le stesse speranza che ha suscitato Renzi.

Questo ci porta al secondo argomento toccato in modo che condivido dal Segretario Regionale. Il riemergere di un malaffare estesissimo, che attorno alla gestione del Mose e della guida di centrodestra della regione, ha costruito una rete criminale che assoldava politici, dirigenti pubblici, custodi della legalità, professionisti, ecc. Con una degenerazione ulteriore nel sistema della corruzione. Dal finanziamento ai partiti, alle tangenti per arricchimenti personali, ora alla costosissima intermediazione criminale con l’assegnazione al politico di partecipazioni societarie destinate a spartirsi i profitti illeciti di accordi sugli appalti. Con a capo, se le accuse saranno confermate, chi ha rappresentato per 3 legislature il Veneto ai massimi livelli. Con vicepresidente Zaia, e dentro la giunta Zaia assessori incarcerati.pd

Con coinvolgimento di uomini del PD, sia pure con accuse molto meno gravi di finanziamento illecito. Non mi piace su questi temi la personalizzazione. Le responsabilità personali vanno affrontate nelle sedi processuali. E non è la prima volta che un imputato, un politico, esca totalmente scagionato dalle accuse.

Noi dobbiamo affrontare il risvolto politico. Affrontando una questione che emerge costantemente in queste inchieste. Tema delicato che va affrontato. Il rapporto del PD (e degli antecedenti del PD) con il mondo cooperativo, in particolare nel settore delle costruzioni. Una vicinanza che nel tempo si giustificava. Un mercato degli appalti chiusi, che respingeva il mondo cooperativo. La politica che si è attivata perché la concorrenza fosse aperta. Ma ora la situazione è profondamente diversa. Un certo mondo cooperativo si è associato al sistema delle imprese di costruzione: remano stessa direzione, avere appalti senza gara, effettuare accordi al di fuori della legge, distribuire tangenti. E’ chiaro che noi non possiamo avere niente a che fare con queste degenerazioni. Sempre a fianco della cooperazione seria, che è la maggioranza, che fa impresa sociale, che da lavoro, che fa innovazione. Che può anche sostenere la buona politica nelle forme consentite dalla legge. Lontani da altri.

Le notizie sulla stampa ci pongono anche un’altra questione. Si possono ricevere finanziamenti perfettamente leciti, in regola con le severe norme sul finanziamento all’attività politica. C’è però anche una questione di opportunità su cui bisogna vigilare. Può un politico incassare somme rilevanti, che vanno ben al di là di una attestazione di simpatia  e condivisione da parte di un singolo imprenditore, da parte di imprese che operano nel campo degli appalti pubblici e su cui magari l’istituzione presieduta da quel politico dovrà assumere delle decisioni sulla aggiudicazione di opere pubbliche? Io penso di no, perché l’amministratore deve essere indipendente, ma anche apparire tale a tutti.

Per questo condivido le proposte del Segretario in direzione di una più severa regolamentazione della questione. Il PD può farlo senza paura.

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2 commenti

  1. crotti carlo
    11 giugno 2014

    caro sen. Giaretta
    vorrei poterla incontrare nella mia qualità di presidente del Sodalizio non profit :

    ASS. “SALVAGUARDIA IDRAULICA DEL TERRITORIO PADOVANO E VENEZIANO”
    IV° Strada n°3 Zona Ind. 35129 Padova tel 347 8665730 http://www.idroviapadovamare.org
    Associazione iscritta nel Registro Comunale di Padova delle
    “LIBERE FORME ASSOCIATIVE e delle COOPERATIVE SOCIALI” n° 1477 nella sezione tematica n° 7:
    “TERRITORIO – URBANISTICA – TUTELA AMBIENTE e PROTEZIONE CIVILE”
    procedimento dirigenziale n° 2012/51/0066 del 24 Marzo 2009 P-IVA 04141400285

    Pensa sia possibile ?

    Grazie e distinti saluti
    C, Crotti


  2. Paolo
    12 giugno 2014

    Certamente, fatti dare da Fiore il mio cell e chiamami


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