I profughi, il Vescovo, i Sindaci

Il Vescovo di Padova, in occasione della visita al Vicariato di Teolo pare, secondo le dichiarazioni dell’interessato, abbia molto turbato il sindaco di Teolo, avendo osato ricordare che gli immigrati in una società a crescita demografica zero possono essere una risorsa.

La vicenda ha un antecedente. La contestazione che le amministrazioni locali hanno fatto ad una piccola casa di accoglienza per profughi che la diocesi sostiene in comune di Rovolon, a suo tempo suscitando la reazione degli amministratori leghisti e dei “benpensanti” tra i cittadini di Rovolon.

Val la pena di ritornare sull’argomento. Io non sottovaluto affatto le preoccupazioni di una opinione pubblica allarmata a prescindere. Del resto è normale che capiti, essendo tutti bombardati quotidianamente dagli imprenditori politici della paura, che invece di suscitare speranze coltivano le paure e le insicurezze, dal sistema dei media che ha perso completamente per strada il concetto di responsabilità nello scegliere le notizie, seguendo solo il dio dell’audience e del potere personale dei conduttori, o anche uno smisurato superego (come nel caso di Charlie Hebdo, cosa che non c’entra niente con la libertà di espressione). Cosicchè rischiamo di essere tutti schiacciati tra le immagini degli spacciatori sottocasa o quelle dei tagliagole dell’ISIS. O questo o quello? Non c’è un’altra realtà fortunatamente molto più positiva.

Quando basterebbe volere per vederla? Perché capisco la preoccupazione per un grande centro di accoglienza per profughi: centinaia di persone, non si sa bene come gestite, con quali tempi, con quali presenze, con quale impatto con la comunità circostante.mattiazzo

Ma qui a Rovolon non si tratta di questo. Una piccola struttura, con una decina di mamme con i loro bambini. Questi sono i pericolosi turbatori dell’ordine pubblico, i potenziali spacciatori e propagatori dei tagliagole dell’Islam. Basterebbe volere. Basterebbe bussare e guardare negli occhi queste persone. Capire cosa ci sia dietro una mamma che con il suo bambino vende tutto quello che ha insieme ai parenti, lascia magari il marito, affronta un viaggio che se va bene porta in paese di cui non si conosce pressochè nulla, mettendo in conto stupri, violenze, ruberie, forse la morte in fondo al mare. Quante cose avrebbero da insegnarci. Per capire quali siano le vere difficoltà della vita, quali siano le vere paure, le vere angosce. Come ci sia un istinto vitale che porta a sacrificare tutto per assicurare un futuro al proprio figlio.

Si preferisce restare ciechi e tutto questo non interessa al Sindaco, che deve fare la sua propaganda e che si premura di dichiarare alla stampa: “Al termine della benedizione sono andato subito a chiedergli cosa vedesse di saggio nel dare a migliaia di disperati l’illusione di qualcosa che non siamo in grado di garantire neanche agli italiani”. Che è il solito vecchio ragionamento: non possiamo accoglierli perché tolgono a noi. Perché si illudono e vengono. Vengono perché fuggono dalla povertà che noi per fortuna non conosciamo più, dalla guerra, dalla morte, dalla persecuzione religiosa, dalla mancanza di futuro. Problemi complessi certo. Per cui manca una visione mondiale. Non è un motivo però per dire “non tocca a me fare qualcosa”. E comunque, almeno, non si pretenda poi di essere dei buoni cristiani. Di insegnare al Vescovo da che parte stare. Perché da che parte stia il Vangelo neppure il più ottuso dei lettori può dubitare.

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