Il dormiveglia

Pubblicato il 22 luglio 2015, da Pd e dintorni

L’anzianità di servizio nella militanza politica dà oggi due vantaggi. Il primo è quello della rottamazione, che può essere anche un vantaggio perché ti scarica di responsabilità di prima linea in momenti difficili. Il secondo è quello della memoria, che aiuta a riconoscere gli errori. Errori che spesso ritornano tali e quali. Alcuni dei quali si possono imputare a sé stessi.

Penso al PD veneto. Purtroppo una sonora sconfitta alle regionali , replicata alle amministrative, almeno per i comuni principali. La sconfitta a Venezia ed a Rovigo che restringe ulteriormente il campo in cui il PD amministra. Una sconfitta epocale.

Mettiamoci nei panni di un elettore o militante che voglia aiutare a cambiare le cose. Che dalla sconfitta sente dentro di sé una sorta di dovere civico ad impedire che si ripeta. Ci sono persone così, eccome se ci sono. Bene questo elettore, volendo essere aiutato a capire ed essere incoraggiato a guardare con un po’ di ottimismo al futuro, potrebbe immaginare di trovare nel sito del partito i primi elementi di una analisi approfondita, di un progetto per il futuro. Sono passati quasi due mesi dalle elezioni e dunque è legittimo avere degli orientamenti. Ma questo nostro amico andando sul sito del PD non trova un bel niente. Basti dire che l’ultimo post risale al 23 giugno! E siamo nei tempi di twitter. Eppure un dibattito ancorchè ristretto si è sviluppato in direzione, diversi dirigenti hanno detto e scritto, analisi di tipo scientifico non sono mancate.pd

Abbiamo appreso (più o meno) che il Segretario regionale si è dimesso. E poi? Le dimissioni hanno senso se cambia qualcosa, se si apre una nuova strada. Qui si sa solo che deciderà il partito nazionale se, come e quando si farà un futuro congresso. E nel frattempo?

Il dormiveglia. Siamo a luglio, incombe il generale Agosto, poi a settembre è la stagione delle feste, poi, poi…Cosicchè mentre Zaia gigioneggia sulla questione dei profughi, come se non avesse responsabilità, tutta la questione è sulle spalle dei prefetti. Ma non toccherebbe alla politica? A cominciare dal Governo. Almeno qui al Nord la questione è eminentemente politica: riguarda il concetto di leale cooperazione tra istituzioni, il dovere di rispetto delle leggi, della Costituzione con i suoi principi solidali, degli accordi internazionali.

Ci sarebbe bisogno di una formidabile iniziativa politica, su questo ed altri temi, ma il PD non c’è. Aspetta un incerto futuro. Aspetta che decida Roma. Se penso alla fatica cha abbiamo fatto ad introdurre negli Statuti nazionale e regionali un po’ di impostazione federalistica nel partito un poca di rabbia mi viene.

Veramente qui il verso non si cambia per niente. Si replicano i peggiori momenti del declino della prima repubblica. Far finta di niente.

Leggo le dichiarazioni di Alessandra Moretti sul Corriere del 21. E’ stato il nostro candidato, è il nostro capogruppo. Mi aspetterei di avere indicazioni, costruzione di prospettive politiche, l’intelaiatura di una opposizione basata su fatti e proposte. Invece si ritorna su una lettura tutta personalistica della sconfitta. La colpa nell’ordine è del Governo Renzi che fa troppe riforme (!), dei veneti che sono ipocriti e maschilisti, dei consulenti che l’hanno obbligata a vestirsi come un ferrotramviere (?!) e a sprecare energie in un tour su tutti i comuni, che gli hanno impedito di andare in televisione. Invece di riconoscere i propri errori (che come chiunque ha fatto) e di offrire una prospettiva per il futuro si insterilisce in una rancorosa individuazione di responsabilità altrui. Ma almeno le scelte della campagna elettorale stanno interamente sulle spalle del candidato. Dichiarare di averle subite è molto grave, perché senza accorgersene ci si autoproclama inadeguati a svolgere ora il ruolo di leader dell’opposizione.

Io penso che elettori e militanti del PD veneto, che non sono comunque pochi, meritino molto di più di questo dormiveglia e di questo silenzio della politica. Stare zitti aspettando che il tempo passi davvero non serve.

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3 commenti

  1. enrico scotton
    22 luglio 2015

    Caro Paolo, siamo di fronte ad un bivio: cambiare partito o cambiare ‘il’ partito. Certamente la prima strada è la più agevole, perchè richiede solo di spostare la mano nella scheda delle prossime elezioni, facendo la croce più a destra o più a sinistra. Cambiare ‘il’ partito, che è la seconda opzione, chiede grande disponibilità a mettersi in gioco, voglia di rischiare, obiettivi progettuali, capacità organizzative, visione di lunga gittata, camminare con la testa sopra le nuvole, ma con i piedi ben piantati in mezzo alla gente. Onestamente vedo poche persone del pd all’altezza del ruolo. Certamente Simonetta Rubinato è una di questi. Ci lavoro da parecchi anni insieme e so di che pasta è fatta. Ma in un partito di soldatini obbedienti non c’è spazio per chi accetta gli ordini se hanno un senso per la gente, non se servono a garantire equilibri e rendite di posizione. Concludendo? La vedo dura per il Pd veneto.


  2. Paolo
    23 luglio 2015

    Caro Enrico, sono anch’io preoccupato dalla mancata reazione, non so se per incapacità o mancanza di voglia. Non volendo cambiare partito vorrei che ci aiutassimo a cambiare il partito…Ritornerò domani sull’argomento


  3. Stefano Allievi
    27 luglio 2015

    grazie per la lucidità di analisi, come sempre…


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