La Gaetana, chi era costei?

Pubblicato il 5 ottobre 2016, da Realtà padovana

L’idea di intitolare la festa padovana della Lega alla Gaetana è in sé una cosa simpatica. Uscire dai canoni noiosi del dejà vu è sempre utile. Dubito che il Sindaco Bitonci sappia davvero chi fosse questa Gaetana e dubito che lo sapesse la maggior parte dei presenti, se non altro per un motivo di età. Se Don Abbondio rimuginava tra sé “Carneade chi era costui” il leghista tipo avrà pensato “la Gaetana, chi era costei”.

E’ stato presentata come una simpatica macchietta padovana, espressione del popolo verace…Invece non è così. Anzi, come ha ricordato giustamente Renato Rizzo sul Mattino era il prototipo della persona sgradita alla attuale Amministrazione padovana.

Da bambino ho fatto in tempo a vederla circolare per le strade di Padova. Una donna enorme, era affetta da elefentiasi, vestita di stracci, maleodorante, con una inseparabile bicicletta. Senza inibizioni, a seconda di come le girava insultava il prossimo, chiedeva la carità anche in modo molesto. Se gli scappava la pipì non si faceva problemi. Faceva come i mitici cavalli di Finesso, che ancora giravano per le strade tirando grandi carri. Si fermava, allargava le gambe e la faceva. Infatti per essere più comoda girava senza mutande. Era naturalmente oggetto di lazzi anche crudeli, le mamme dicevano ai bambini “stai buono, se no viene la Gaetana”. E in effetti ne avevamo un po’ paura perché non si sapeva mai come avrebbe reagito.gaetana-foto

Insomma se ci fosse oggi per le strade di Padova bitonciana dovrebbe intervenire prontamente il Corpo dei Vigili per allontanarla come ospite sgradita. Peggio degli extracomunitari. Che la Lega la possa assumere a simbolo testimonia solo una certa ignoranza della piccola storia popolare di Padova. Comprensibile nel cittadellese Bitonci, molto meno in padovani amanti della propria città.

Però questa piccola vicenda ci insegna anche delle cose più serie.

Intanto che c’era un maggiore spirito di tolleranza. Per cui personaggi un po’ strambi potevano circolare per le strade di Padova senza suscitare particolari clamori e senza considerarli rifiuti umani. Trovavano sempre qualcuno che gli offriva da mangiare. E non c’era l’alibi della paura del diverso per girare la testa dall’altra parte. Del resto in anni più recenti c’era un’altra figura singolare di donna. La signora Antonia. Che girava trafelata per le strade anche lei in bicicletta con attaccate al manubrio innumerevoli borse di plastica piene di rifiuti di ogni genere. Si fermava di preferenza sotto il Comune per inveire contro i politici di ogni genere. Gli ambulanti delle piazze si divertivano a caricarla a dovere in modo che all’uscita del Sindaco (che ero io) o di un qualche assessore gridasse ancora più forte. Anche allora qualche zelante vigile o funzionario del Comune proponeva di allontanarla. E pure qualche assessore. Ma rispondevo che i cittadini hanno diritto a dire quello che pensano ed era per tutti una prova di umiltà…poi quando morì, sola, gli assistenti sociali la trovarono in un appartamento traboccante di tutti quei sacchetti di plastica che raccoglieva con grande impegno.

Il secondo insegnamento è che si può intitolare la festa alla Gaetana, ma oggi la Gaetana starebbe ancora peggio. Con i pesanti tagli fatti dall’Amministrazione ai capitoli del sociale le sarebbe negato quel minimo di assistenza che è sempre dovuta agli ultimi della società

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3 commenti

  1. Gianni missaglia
    5 ottobre 2016

    Aveva senz’altro una grande considerazione tra i padovani. Gli studenti universitari (allora si usava far sfilare i carri perchè l’ 8 Febbraio era carnevale) riuscirono a costruire un carro allegorico intitolato” Il cesso della Gaetana” ove si poteva rimirare un enorme “water” che nella intenzione degli ideatori, doveva essere rapportato all’immane sedere del soggetto in questione.Purtroppo, per quei tempi, le “macchiette” padovane non ricevevano. il rispetto che si ha adesso per i portatori di handicap. Ernesto, Ferruccio, Mussa, la Gaetana e altri erano stimoli di frizzi e lazzi per chi li stava a guardare ad una certa distanza.Nessuno però si sarebbe mai sognato , di trasformare uno di loro, in strumento per far politica (sino ad ora).


  2. giulio chiarioni
    6 dicembre 2019

    Da piccolo anni ’50 abitavo in provincia di Venezia e sentivo i grandi che per farci paura dicevano che arrivava la Gaetana da ” Padoa”.
    Non conoscevo nulla della sua storia ed oggi ringrazio l’ex sindaco e mi piace mettere in pratica
    Saluti a tutti.
    Giuliola tolleranza ed ancor di più se accompagnata dall’assistenza verso i più sfortunati.


  3. giulio chiarioni
    6 dicembre 2019

    Da piccolo anni ’50 abitavo in provincia di Venezia e sentivo i grandi che per farci paura dicevano che arrivava la Gaetana da ” Padoa”.
    Non conoscevo nulla della sua storia ed oggi ringrazio l’ex sindaco.
    Saluti a tutti.
    Giulio


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