Giaretta: «Il partito è un cadavere La rottamazione di Renzi ha solo spalancato le porte al populismo»

Pubblicato il 27 giugno 2018, da Pd e dintorni

Il Corriere della Sera – Veneto 27 giugno 2018

Il Corriere del Veneto mi ha chiesto una intervista sul PD. A parte il titolo redazionale un po’ funerario è quello che penso. Anche se sarebbe bello poter usare parole più entusiaste… Però penso anche che con coraggio e fatica c’è un popolo disperso da mettere insieme. Sono “i liberi e forti” a cui si rivolgeva don Sturzo. Perchè se il partito con parola crudele può apparire un cadavere che non reagisce invce c’è poi ancora vitalità in tanti che si danno da fare. Solo che il vitalismo per non disperdersi richiede un progetto. Un congresso certo, ma guai se si riduce (come sono stati gli ultimi) a farsi per decidere chi comanda. Non è una crisi di leadership è una crisi di missione. E di questo occorre discutere.

Paolo Giaretta, già sindaco di Padova dal 1987 al 1993, quindi senatore prima del Partito Popolare, poi di Margherita e Ulivo, lei è stato anche, nel 2007, il primo segretario regionale del Partito Democratico. Le avessero fatto leggere all’epoca i giornali di oggi, in cui dopo l’ennesima batosta elettorale c’è chi si spinge a parlare di «fine del Pd», cosa avrebbe pensato?

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