La storia che si ripete

Pubblicato il 15 luglio 2019, da Nel Mondo

Riprendo le mie note per i lettori che mi seguono, dopo un bel viaggio in Normandia. Una regione francese affascinante per il paesaggio, le ineguagliabili cattedrali, le memorie della storia. Tra sidro e calvados, senza esagerare.

Consegno due immagini che ci possono dire molto.

La prima è quella del cimitero americano di Colleville sur mer, vicino ad Omaha Beach, una delle spiagge di sbarco nel giugno 1944. Raccoglie le spoglie di 9387 militari americani caduti durante lo sbarco in Normandia. Gli altri 14.000 furono rimpatriati per volere delle famiglie. Una distesa di croci bianche nel verde, eguali per tutti, ufficiali o semplici soldati. Unica distinzione ogni tanto la stella di Davide, per i caduti di religione ebraica. La libertà è costata molto, i nazionalismi all’inizio possono allettanti, ma sfociano sempre in tragedie. Ce lo insegna la Storia, che troppo spesso rimuoviamo. Vicino oltre al cimitero inglese c’è un piccolo cimitero tedesco. Una nazione ed un popolo distrutti dai deliri hitleriani. Tanti musei, piccoli e grandi, lungo la costa rievocano le vicende dello sbarco. Come il memoriale di Caen che ricorda anche i perché della guerra. E purtroppo c’è l’immagine vergognosa di una Italia dalla parte sbagliata: un tronfio Mussolini che condurrà il nostro paese al disastro.

La seconda immagine ci fa fare un salto indietro di un millennio. Bayeux a pochi chilometri dalla costa normanna, che custodisce un documento storico unico: narra i principali episodi che hanno permesso al duca di Normandia di conquistare il trono d’Inghilterra e di diventare Guglielmo il Conquistatore.

Su una tela di lino lunga 70 metri ricamata a più colori vengono raccontati gli eventi dal 1064 al 1066, anno della decisiva battaglia di Hastings, con centinaia di persone, nobili, armigeri, contadini, cavalieri, prelati, le scene dei mancati accordi, dei tradimenti, quelle dello sbarco e quelle cruente della battaglia.

Mille anni dopo le scene sono simili: uomini decapitati e squartati giacciano a terra. Chi ricorda le immagini cruente del film “Salvate il soldato Ryan” dello sbarco sulle spiagge normanne può constatare che nulla è cambiato, se non la potenza tecnologica. Ma le sofferenze dell’umanità sono le stesse.

Una piccola morale, perciò. La violenza delle parole, che piace molto alla maggioranza giallo verde, sia pure con toni diversi, l’eccitazione costante per individuare un nemico e indicarlo al disprezzo, producono sempre effetti nefasti. Ed illudersi che la storia non possa ripetersi nelle sue peggiori tragedie è appunto una superficiale e irresponsabile illusione.

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