Carlo Bonfiglioli, testimone di fede e buona politica

Pubblicato il 11 luglio 2020, da Realtà padovana

Abbiamo dato l’ultimo saluto a Raffaello Bonfiglioli, Carlo per gli amici.

È stato assessore in Comune di Padova con i Sindaci Bentsik e Merlin dal 1970 al 1980, occupandosi di importanti materie: dall’Urbanistica, all’edilizia privata, al Peep, al Centro di calcolo, alle aziende municipalizzate, impostando politiche innovative. A lui si deve ad esempio il forte sviluppo, tra i primi comuni in Italia, dell’informatizzazione del settore urbanistico.

È forse una degli ultimi rappresentati di quella generazione di cattolici fortemente impegnati nei movimenti ecclesiali che trovarono naturale dare uno sbocco alla propria fede anche sul piano sociale e direttamente politico prevalentemente nella Democrazia cristiana. C’era l’insegnamento del Concilio Vaticano, con gli stimoli culturali che aveva prodotto, l’insegnamento di Paolo VI sull’impegno politico come alla forma più esigente di carità.

Bonfiglioli ha sempre professato pubblicamente la forza ispirante della sua fede cristiana, che ne ha alimentato e guidato l’impegno politico con una spiccata sensibilità sociale. Nella Dc era una degli esponenti principali della corrente di Forze Nuove, che aveva una forte base sociale nel sindacalismo cislino, in gruppi studenteschi, in intellettuali di matrice cattolica. La corrente aveva la sua sede nell’Istituto di Cultura dei Lavoratori, una singolare esperienza di formazione ed animazione politica, animata da Luigi Girardin, parlamentare, Nello Beghin, assessore comunale e regionale, Carlo Bonfiglioli e Renzo Pittarello in Comune, e poi una giovane generazione di sindaci nel territorio, dirigenti politici e sindacali, con la nuova generazione dei Gottardo e di me stesso, che prenderà in mano l’eredità.

La fede di Carlo è stato un ancoraggio solido, che gli ha consentito di affrontare i drammi della vita che non gli sono mancati: la morte di un figlio di pochi mesi, la lunga e dolorosa malattia della moglie, amorevolmente accudita, da ultimo la sua malattia invalidante.

Assessore a 34 anni è uscito dalla vita politica attiva a 44 (succedeva anche prima della rottamazione, senza drammi), rinunciando a più alti traguardi per seguire la famiglia, ha proseguito l’impegno sociale, nell’Azione cattolica, nel Pd. In particolare impegnato nel diffondere i testi evangelici, i commenti che preferiva di padre Ermes Ronchi, nel far conoscere la figura di Vinicio Dalla Vecchia, di cui propugnava la causa per la beatificazione, quella di mons. Giovanni Nervo, sempre distribuendo materiale che stampava a sue spese, intervenendo ad ogni convegno, in modo opportuno e talvolta in modo che poteva apparire inopportuno.

Ma era di quegli inopportuni citati dal Vangelo come meritevoli di attenzione. Difatti ho capito che stava poco bene quando sono cessate le sue telefonate piene di gioia e di entusiasmo perché era riuscito a parlare di Vinicio ad una personalità di passaggio a Padova, o aveva letto una cosa che gli era piaciuta, o raccomandava che il Pd si occupasse dei fatti spirituali, ecc. Mi chiedeva le cose più impensate: andare a trovare Mattarella per parlare di Vinicio, aiutare la distribuzione di 100.000 copie di una pubblicazione, andare a trovare i Sindaci perché intitolassero le piazze a Dalla Vecchia, magari anche di recitare una Ave Maria insieme…così con i vecchi amici della corrente di Forze Nuove e dell’Istituto di Cultura dei lavoratori scherzavamo su queste telefonate di Carlo.

Un uomo buono e generoso, pronto a chiedere sempre per gli altri, per cause nobili, mai per sé o per favori particolari. L’Italia, il paese “dalla passionalità intensa e dalle strutture fragili” di cui ha parlato Aldo Moro, è rimasta in piedi in anni difficili anche per la presenza operosa e disinteressata di persone come Carlo Bonfiglioli, capaci di dare il meglio di sé agli altri, di rientrare nei ranghi senza risentimenti, di proseguire in altre forme la costruzione del bene comune. Grazie Carlo.

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3 commenti

  1. Michele Russi
    11 luglio 2020

    Carlo Bonfiglioli vero cattolico. Dedito agli altri, ha fatto della soludarieta’,il suo stile du vita. Altruista per antonomasia, con Don Giovanni Nervo ha collaborato alla Caritas diocesana. Dedito al servizio dell,Azione Cattolica era assiduo collaboratore di Vills Immacolata a Torreglua. Casavprr esercizi spirityali. Mio amico personale, lo rimpiango. Ho perso tantissimo. In ferienon ho potuto partecipare alle esequue. Ripoa in pace amico mio.


  2. Michele Russi
    11 luglio 2020

    Carlo Bonfiglioli vero cattolico. Dedito agli altri, ha fatto della soludarieta’,il suo stile du vita. Altruista per antonomasia, con Don Giovanni Nervo ha collaborato alla Caritas diocesana. Dedito al servizio dell,Azione Cattolica era assiduo collaboratore di Vills Immacolata a Torreglua. Casa per esercizi spirityali. Mio amico personale, lo rimpiango. Ho perso tantissimo. In ferienon ho potuto partecipare alle esequue. Ripoa in pace amico mio.


  3. Giovanni Gomiero
    16 luglio 2020

    La terra gli sia lieve
    Da posizioni diverse Socialista io lui Democristiano
    abbismo sempre fraternamente confrontato le diverse opinioni trovando SEMPRE un momento di incontro
    Ricordo un Suo piccolo regalo ad un giovanissimo interessato alle periferie della città un saggio di Campos Venuti
    Ciao Raffaello


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