La politica come vocazione

Pubblicato il 28 luglio 2020, da Politica Italiana

Il prof. Arturo Lorenzoni, candidato del centro sinistra alla presidenza della Regione Veneto inizia una peraltro interessante intervista al Manifesto affermando: ” io non sono un politico di professione”. È diventato un vezzo prendere le distanze dalla politica quasi come una cosa da censurare, anche nel momento in cui si compiono gesti prettamente politici.
Del resto il sindaco di Padova Sergio Giordani forte del suo civismo dichiara con costanza: ” io non sono un politico” anche se il sindaco è il politico per eccellenza: amministra infatti la polis, da cui il termine politica. Ma forse gli antichi erano più precisi nell’uso delle parole,
Aldo Moro è stato un politico di professione? È stato eletto con il voto di preferenza alla Assemblea Costituente e poi per tutta la vita ha esercitato al più alto livello la vocazione politica, anche negli ultimi drammatici giorni della sua vita, prima dell’assassinio da parte delle Brigate Rosse, con le sue lettere dalla prigione è rimasto attaccato ad una visione politica delle cose. Eppure è stato anche per tutta la vita docente universitario, onorando gli impegni accademici anche nel periodo più intenso dei doveri istituzionali.
Una storia diversa quella di un altro grande leader politico, Enrico Berlinguer. La scelta coerente con la storia del Pci di una militanza politica fin da giovanissimo, dentro un grande partito di popolo. Sì politico di professione, cioè protagonista della scelta totalizzante di lavorare per l’affermazione di un ideale di società migliore. A servizio degli altri. Una scelta di cui vergognarsi o meno nobile di quella di chi ha pensato prioritariamente ad una propria affermazione sociale ed economica?
Hanno esercitato in modo nobile l’ alto mandato politico, quella funzione che Platone definiva arte regia, distinguendola da tutte le altri arti, il politico come uomo regale, chiamato a tessere i legami sociali, come l’arte del tessitore.
Max Weber nel suo fortunato saggio “la politica come professione” spiegava bene le competenze specifiche necessarie al politico e distingueva tra chi viveva di politica e chi viveva per la politica. E il termine tedesco “beruf” usato da Weber ha il duplice significato di professione e di vocazione.
Io sono (stato) un politico di professione? Mah, l’impegno politico ha occupato uno spazio importante nella mia vita adulta, dapprima e per lungo tempo su base del tutto volontaria nei partiti e poi “professionalmente” chiamato a ricoprire gli incarichi istituzionali di Sindaco e poi di senatore. Ho sempre avuto la libertà di avere di che vivere con una professione altra, non dovendo dipendere per nulla dalla politica. Però non ho mai pensato che la mia professionalità come dirigente della Camera di Commercio automaticamente mi desse una competenza politica.
Piuttosto sono stato educato alla necessaria professionalità della politica. Alla preparazione che si acquisisce con un lungo tirocinio. Chi ambisce ad un incarico prettamente politico dichiarando che non è un politico di professione incorre in un doppio equivoco. Inconsapevolmente ripete lo slogan del Berlusconi nel suo pieno fulgore quando classificava i politici tout court come fannulloni perditempo, e poi sarebbe come un idraulico che viene per casa a riparare l’impianto qualificandosi “non sono un idraulico di professione “…
Bene poter dire che non si vive “della politica” e che si ha una propria professione, che la politica non è vissuta come poltronificio. Ma più importante sarebbe spiegare sempre che la politica è un arte nobile è difficile, che richiede preparazioni, competenze specifiche, dedizione, altruismo. Uno potrebbe dire: ” ho scoperto tardi il valore dell’impegno politico, sono grato a chi ne ha fatto una ragione di vita”. Della politica fatta di improvvisazione, dell’uno vale uno, di carriere fulminanti fatte a colpo di qualche clic i risultati sono evidenti. Ben venga la necessaria professionalità del politico.

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4 commenti

  1. Mario
    28 luglio 2020

    Grande Paolo!!


  2. Nino Pipitone
    28 luglio 2020

    Caro Paolo… Come sempre dimostri di essere “ un grande politico”.. uno dei pochi che da cui i nuovi NON professionisti della politica dovrebbero andare a lezione dalle 8 alle 13. almeno 5 giorni la settimana per 1/ mesi all’anno


  3. Anna
    28 luglio 2020

    ASSOLUTAMENTE D’ACCORDO.
    AFFERMARE “IO NON SONO UN POLITICO” È SICURAMENTE UN DEMERITO.


  4. Romano Tiozzo
    28 luglio 2020

    Tutto vero. Ma oggi quello che conta è apparenza ed improvvisazione.


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