Ugo Lessio, un campione nella vita

Pubblicato il 18 agosto 2022, da Cattolici e società

Abbiamo dato l’estremo saluto a Ugo Lessio, nella sua chiesa di Camin, troppo piccola per accogliere la folla accorsa, a testimonianza della stima, dell’affetto e della riconoscenza che lo hanno circondato nella sua operosa vita.

Già è stato detto del suo impegno sempre dalla parte dei più deboli. Oggi si parla tanto di diritti, un poco a senso unico. Ugo è stato un operatore competente concreto e appassionato nella difesa dei diritti dei più deboli, senza vantarsene o strumentalizzarli a proprio vantaggio: gli anziani in condizioni di fragilità, i portatori di malattie invalidanti, i bambini bisognosi di accoglienza ed educazione, i malati nel momento dell’urgenza.

con Ugo sul Cammino di Santiago

Lo ha fatto professionalmente ai massimi livelli di responsabilità come direttore generale della Pia Opera Croce verde, della Fondazione Breda, dell’Istituto di Riposo per anziani: sempre unendo alla competenza professionale una partecipazione umana: una buona parola per un dipendente in difficoltà, un sorriso partecipe per un anziano solo.

Lo ha fatto come volontario dedicando una parte importante del proprio tempo e delle proprie energie a associazioni benefiche: soprattutto ancora la Croce Verde come componente del Consiglio di Amministrazione e vice presidente, Presidente dell’Unione Italiana per la lotta alle distrofie muscolari e Presidente della amata Fism, Federazione Italiana delle Scuole Materne, a fianco di famiglie, parrocchie, sindaci ed amministratori locali per assicurare un servizio essenziale alle famiglie. A proposito di diritti. Tutti incarichi mai richiesti, del tutto gratuiti.

Mi sono venute in mente le parole che Paolo VI dedicò ad Aldo Moro, assassinato dalle Brigate rosse: “questo uomo buono, mite, saggio e amico”. Così è stato Ugo. Un amico anche, con cui abbiamo condiviso tante cose belle.

Fin dalla giovinezza: il suo impegno in Parrocchia e la sua sensibilità sociale lo avevano portato naturalmente ad aderire alla Democrazia Cristiana, e lì ci siamo conosciuti nel movimento giovanile, non perdendoci più di vista, seguendomi in tutto il mio percorso politico e amministrativo, sempre presente con un consiglio, una parola di incoraggiamento, un suggerimento di azione. Discreto e umile sempre.

Tante ore poi passate insieme in convegni, attività formative, momenti di riflessione: in cui ci si confidavano pensieri, speranze, delusioni e nella amicizia si trovavano le risposte.

Poi abbiamo condiviso una grande passione, quella per la bicicletta: più di diecimila chilometri insieme sulle strade di Francia, Spagna, Italia, sule vie dei grandi pellegrinaggi, particolarmente su tutti i cammini di Santiago o sulle grandi salite del Tour: faticare insieme è un modo di rinsaldare l’amicizia.

A Ugo piaceva scrivere poesie con una penna felice e sensibile: a volte in modo ironico e scherzoso a volte con pensiero profondo. Riporto qui qualche verso scritto a conclusione di un nostro giro ciclistico in Provenza

Mi manca

Il sogno dei pellegrini antichi sul camminino di San Giacomo

Mi manca

Lo stupore dei segni che la loro fede ha lasciato

Mi manca

La memoria dell’orante silenzio

Il faticoso quotidiano rinnovo della speranza

Mi manca

La meta per cui vale la pena di partire ogni giorno.

Ora Ugo la sua meta la ha raggiunta. Con un cammino difficile alle prese con una malattia invalidante che lo ha privato dello strumento per lui così importante della parola: una parola saggia per un consiglio, una parola scherzosa per raccontare l’ultima barzelletta, una parola profonda per meditare sulle cose ultime. La Fede lo ha sostenuto ed affinato nell’ultimo difficile cammino, non ha mancato di parlare in altro modo. Conservo l’ultimo SMS che mi ha inviato pochi giorni prima di morire: “godetevi la vita esageratamente”. Godersi la vita per lui era donarsi con animo lieto, cogliere le bellezze del Creato, coltivare calde amicizie. Così è stata la sua vita.

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