Un governo che va

Pubblicato il 13 marzo 2014, da Politica Italiana

Un primo rapidissimo commento alle decisioni del Governo Renzi: 10 per la comunicazione, 8 per le scelte delle priorità, 6 per le compatibilità economiche.

Comunicazione: come al solito i soloni criticano, troppa verve pubblicitaria. Ma la comunicazione in democrazia è un elemento fondamentale. Perché il popolo giudichi occorre che il popolo sia informato, sia messo in grado di conoscere e di capire. Non solo gli addetti ai lavori, i tecnici del settore, ma il cittadino comune che ha poco tempo, poche conoscenze tecniche specialistiche ma è quello che paga le tasse, eventualmente usufruisce degli interventi, è il protagonista della partita del dare e dell’avere che accompagna ogni decisione governativa e parlamentare.renziconfstampa

Le priorità. In una condizione difficile Renzi ha fatto una scelta netta. Non ha troppo distribuito a pioggia, vizio comune della politica: a tutti un po’e così nessuno si accorge che cambi qualcosa. Qui si è puntato alla riduzione dell’IRPEF per i redditi bassi. Qualcosa alle imprese in termini di riduzione dell’IRAP (10%), di diminuzione del costo dell’energia (per le piccole, presumibilmente a danno delle grandi che godono di notevoli vantaggi e delle energie rinnovabili, oggettivamente superincentivate con fenomeni di speculazione finanziaria), di pagamento dei debiti della PA. Poi un ciclo di lavori pubblici e privati attorno a due questioni centrali per la vita del cittadino: scuola e casa. Certo tutto è perfettibile, ad esempio l’intervento sull’IRPEF finisce per non portare alcun vantaggio a chi ha un reddito talmente basso da essere esentato dall’IRPEF o non ha alcun reddito. Ma era importante che ci fosse un intervento percepibile, che facesse capire che la musica è cambiata. Per le imprese Renzi punta molto a radicali semplificazioni e ad interventi puntuali per la creazione di buon lavoro. E’ una scelta giusta, perchè il peso burocratico comporta costi maggiori di quelli fiscali, e oggi c’è bisogno della creazione di buon lavoro e la strada non può essere quella di indifferenziati sconti fiscali.

Infine le compatibilità economiche. Un 6 transitorio in attesa dei testi legislativi. Renzi ha riconosciuto che una parte dei provvedimenti è finanziata con denari già assicurati dal precedente governo (che parecchio di buono ha fatto, e sarebbe stato giusto riconoscerglielo anche prima), altre coperture, per come sono state annunciate, risultano ancora un po’ generiche. Ma troveranno un chiarimento, per forza rispettoso dei vincoli che abbiamo.

Bene, se si riuscirà a mantenere questo passo per le riforme delle istituzioni (legge elettorale, Senato, titolo V), della Pubblica Amministrazione (semplificazione radicale, premio al merito e conto costi/risultati) e della Giustizia (non per compiacere i malfattori ma per rendere concretamente esigibile in tempi accettabili questo diritto fondamentale del cittadino) penso che l’opinione pubblica potrà avvertire il cambio della musica. Una musica nuova che piacerà senz’altro.

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